Così la realtà sta scardinando gli slogan della “Chiesa in uscita”

Cari amici di Duc in altum, vi propongo qui il mio intervento per la rubrica La trave e la pagliuzza di Radio Roma Libera.

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Un amico mi ha fatto notare che l’attuale situazione, segnata dalla pandemia, ha ribaltato nel giro di poche settimane una lunga serie di proposizioni che la mentalità dominante e la cosiddetta “Chiesa in uscita” (quella che piace tanto alla gente che piace) ripetevano ossessivamente.

Ho preso spunto da questa osservazione per individuare alcuni punti che desidero proporre alla vostra attenzione.

  1. Muri e ponti

Partiamo dallo slogan “ponti non muri”. Ebbene, la pandemia ci ha mostrato che non è vero che i muri vanno sempre abbattuti e che al loro posto occorre costruire ponti. Per difendersi dai contagi, di qualunque tipo, i muri servono, mentre i ponti possono rivelarsi molto pericolosi. Non è saggio contrapporre muri e ponti. Saggio è utilizzarli in modo equilibrato.

  1. Natura Madre

Con la pandemia da coronavirus Madre Natura ha prontamente risposto a chi (anche, purtroppo, nella Santa Romana Chiesa) in base a un superficiale ecologismo, ha preteso di innalzarla al ruolo di divinità sempre benevola e sempre dalla parte dell’uomo. Come ben sappiamo, la natura può essere madre, ma anche matrigna, per niente buona e per niente benevola nei nostri confronti. La natura va rispettata e tutelata, ma farne una divinità è un errore infantile che può diventare fatale.

  1. Altro che Europa!

Quante volte abbiamo sentito ripetere che il mondo oggi, per affrontare efficacemente i problemi, ha bisogno di forti organismi sovranazionali. Perfino i vertici della Chiesa, purtroppo, hanno ripetuto questo mantra. Alla prova dei fatti, però, che cosa stiamo vedendo? Di fronte a uno stato di grave difficoltà, gli organismi internazionali brillano per la loro assenza e producono soltanto parole vuote, mentre sono gli Stati nazionali che, sia pure tra ritardi ed errori, riscoprendo l’importanza della propria sovranità si rimboccano le maniche. Il discorso vale in particolare per l’Europa, incapace di qualunque forma di coordinamento e di aiuto.

  1. Radici cristiane

L’Unione europea, per scelta ideologica, non ha voluto riconoscere le radici cristiane del continente, ma ora, nel momento del bisogno, che cosa vediamo? L’Unione, inefficiente e inutile, balbetta parole senza costrutto, mentre le nazioni, per affrontare una grave situazione di pericolo, mettono in campo risorse tutte ricollegabili alle radici cristiane: solidarietà, altruismo, spirito di sacrificio, rispetto della dignità umana.

  1. Nuovo umanesimo

Da più parti (e, lo dico con sconforto, anche dalla Chiesa) sentivamo dire sempre più spesso che abbiamo bisogno di un “nuovo umanesimo”, formula ambigua, che avrebbe bisogno di essere precisata. Nella mentalità comune stava passando l’idea che l’uomo può salvarsi grazie alla sua autonomia, senza bisogno di ricorrere alla fede religiosa o, al più, ammettendo un dio che osserva dall’alto ma non si fa carne. Adesso però, di fronte al pericolo, che cosa vediamo? Che si riscopre la preghiera, il rapporto con Dio padre, ed è a lui che ci si rivolge, non a qualche concetto astratto. È Dio che salva, è il nostro radicarci in Dio padre e nelle sue leggi. Se l’uomo pretende di fare da sé, si autodistrugge. Lezione, quest’ultima, che vale per tutti, come disse Benedetto XVI quando propose di vivere capovolgendo l’assioma degli illuministi: non etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse, ma veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse

  1. Sì al proselitismo

Quante volte abbiamo sentito dire dal papa regnante no al proselitismo. Eppure, la realtà dimostra che se l’uomo, quando pretende di fare da sé, va incontro a disastri, significa che il proselitismo non solo è possibile, ma doveroso e necessario da parte dei credenti. Perché quando si riceve un grande dono prezioso lo si vuole trasmettere.

  1. La tecnologia serve, eccome!

Anche sulla scorta del sinodo amazzonico, negli ultimi tempi avevamo assistito a un revival del pensiero anti-tecnologico, segnato da una pregiudiziale idiosincrasia nei confronti dell’intervento umano nel mondo naturale, come se (per tornare a quanto si diceva poco fa) la salvezza sia sempre nel lasciar fare a madre natura. In realtà la vicenda attuale ci sta dimostrando che senza tecnologia non possiamo difenderci. Certo, la tecnologia va governata, ma pretendere di eliminarla o di ridurla fortemente non ci rende più forti: ci rende più vulnerabili e indifesi.

  1. Deus non irridetur! La misericordia di Dio non va svenduta

Dio è misericordioso! Lo sentivamo ripetere ogni giorno, ed è certamente vero. Ma Dio, pur misericordioso, come un vero padre non si lascia prendere in giro dai figli. Deus non irridetur! Dio Padre non può essere ingannato. Le parole di san Paolo ci ricordano che svendere la misericordia divina, senza insistere sulla necessità dell’ammissione dei peccati e della conversione, è un grave peccato contro lo Spirito Santo. Non esiste un dovere di Dio alla misericordia e non esiste un diritto dell’uomo a essere perdonato.

  1. Che me ne faccio di Lutero?

L’ultimo punto riguarda la nostra Madre, la Vergine Maria, e un certo ecumenismo quanto meno superficiale. In base a questo ecumenismo, sembrava quasi che dovessimo imparare qualcosa dal luteranesimo, fino a spingere il papa a tenere un’udienza, in Vaticano, alla presenza di una statua dell’eretico e scismatico Lutero. Ma nel momento del bisogno che cosa fa un popolo cattolico? Guarda forse a Lutero? O limita la sua devozione mariana per non urtare i protestanti? No, il popolo cattolico prega il santo rosario e chiede l’intercessione di Maria! E lo fa vedendo in lei non semplicemente una donna e una discepola, ma la Regina.

Ecco qua, cari amici, alcune lezioni che stiamo apprendendo in questi giorni segnati dalla pandemia. Se ne potrebbero aggiungere altre, ma possono bastare. Sono tutte lezioni che ribaltano totalmente gli slogan della cosiddetta “Chiesa in uscita”, segnata dalla retorica dei ponti, dall’ecologismo, dal mondialismo, dal misericordismo, dall’ecumenismo ideologico e dall’innamoramento per il nuovo umanesimo di matrice massonica.

Buona Pasqua a tutti!

Aldo Maria Valli

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