Usa / Dopo il Covid, luci e ombre tra voglia di libertà e nuova tirannia

La crisi innescata dalla pandemia covid-19 sta ridisegnando scenari ed equilibri mondiali. Sono così in gioco sistemi economici e politici, modelli culturali, rapporti internazionali. Tutto ciò specialmente in Europa e America.

Samuele Cecotti ne ha parlato con il professor John C. Rao, storico dell’Università di Oxford, docente di Storia europea alla St. John’s University in New York City, dal 1991 direttore del Roman Forum, gruppo di lavoro internazionale per la difesa della cultura cattolica promotore dei simposi annuali a Gardone Riviera, che vedono riunirsi ogni estate sul Lago di Garda decine di intellettuali e leaders cattolici per alcune giornate di confronto sul futuro della Chiesa in Europa e America.

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Professore, la crisi Covid-19 con le relative misure adottate dai governi dei diversi Paesi ci ha fatto vivere questi ultimi mesi in uno stato d’eccezione senza precedenti. La gente bloccata in casa, le attività economiche ferme, le chiese chiuse … In Italia il lockdown è stato particolarmente duro, a New York come si sono vissuti questi mesi? Ci aiuta a capire qual è la situazione negli Usa?

Negli Stati Uniti tutto dipendeva dallo Stato e dalla città particolare che si abitava. Era molto più facile per noi qui nella Città di New York rispetto ad altre località degli Usa perché qui a New York era possibile circolare e i mezzi pubblici di trasporto funzionavano. Il quartiere dove abito – Greenwich Village – è pieno di piccoli negozi e non si doveva fare la coda per fare la spesa. In periferia era più duro a causa della necessità di comprare quasi tutto nei grandi centri commerciali e lì spadroneggiavano dei ducetti, vigilantes, anche loro presi dalla frenesia di fare la spesa ma arrogandosi il potere di trattare la gente in modo brusco e spesso molto offensivo.

Fino alla fine di maggio e l’inizio delle proteste (distruzione di vetrine, ecc. ) abbiamo sofferto più che altro di solo due cose, ma cose importantissime: 1) la chiusura delle chiese, prima solo al momento della celebrazione delle Messe, poi, dopo Pasqua, totale rendendo impossibile anche la preghiera personale; 2) il problema psicologico quotidiano causato dalla martellante propaganda e dunque il doversi relazionare con gente che credeva con mente, cuore e anima ad ogni nuova e contraddittoria bugia e truffa delle “autorità” statali e mediche. La Who (World Health Organization) e il Cdc (Center for Disease Control), con l’aiuto dei media, hanno terrorizzato la gente, facendole credere che la morte era sempre dietro l’angolo. Nessun mio sforzo personale per informare la stragrande maggioranza dei miei vicini con statistiche esatte e indicazione delle contraddizioni è riuscito a calmare il loro terrore.  Anche quando il dottor Fauci ha ridotto, da una settimana all’altra, il numero di morti previsti da 2.900.000 a 100.000 la gente ha continuato a credere ciecamente a chi fomentava la paura. Volevano credere il peggio! E anche adesso quando il governo locale, secondo me terrorizzato dall’economia distrutta, cerca di calmare la popolazione, la gente continua a sentire la voce dell’Apocalisse. I miei vicini di casa, ad esempio, non darebbero ascolto neppure ad un angelo del cielo che dicesse loro di togliere mascherine, guanti, lozioni per le mani. La paura di morte imminente domina irrazionalmente la gran parte della popolazione! Sono schiavi volentieri.

In Italia, purtroppo, abbiamo anche dovuto assistere alla palese violazione della libertas Ecclesiae con il governo che, in spregio allo stesso Concordato, si è arrogato il diritto di proibire le Messe cum populo e la celebrazione dei sacramenti. Abbiamo lasciato morire i malati in ospedale senza confessione, estrema unzione e viatico, abbiamo bruciato (il governo ha imposto la cremazione) i nostri morti senza funerali, per la prima volta almeno dai tempi di Costantino i cristiani in Italia non hanno potuto celebrare la Pasqua. Abbiamo anche visto Sante Messe interrotte dalle forze di polizia, Sacerdoti e fedeli multati per aver violato il divieto governativo. Il tutto con il tacito assenso delle Gerarchie ecclesiastiche. A molti osservatori è parso un chiaro slittamento da un regime concordatario ad uno di “Chiesa patriottica” modello cinese con la Chiesa subordinata al governo e da questo dipendente. Negli USA cosa è successo? Come hanno gestito l’emergenza le Autorità ecclesiastiche?

C’è stato un abbandono dei fedeli quasi totale da parte della gerarchia ecclesiastica che si è arresa alla tirannia governativo-medica senza neanche un lamento. Come ho già detto, qui a New York, fino alla Pasqua, le chiese erano aperte per la preghiera privata, solo per qualche ora al giorno, ma subito dopo Pasqua le chiese sono state tutte chiuse. Meno male che c’erano dei preti che non volevano arrendersi e hanno lasciato le loro chiese aperte quando dicevano la Messa. Ci sono stati anche preti che sono andati in giro dicendo delle Messe in case private. Anche noi, fino a domenica scorsa, abbiamo ospitato in casa una Messa in soggiorno, detta da un prete amico per una dozzina di persone. Devo dire che le sue omelie erano magnifiche e gli ho suggerito di pubblicarle sotto il titolo: Omelie della cattività. Qui, ancora, la situazione è stata diversa da uno Stato all’altro.

Nelle ultime settimane anche dei vescovi sono arrivati al punto di non tollerare più l’imposizione della chiusura delle chiese e hanno aperto le loro diocesi, violando le proibizioni del Dio-Stato in questione. Nello Stato di New York i tiranni hanno dato il permesso di riaprire per questa settimana, ma limitato al 25% della capacità della chiesa e questo nonostante il fatto che altri posti (supermercati per esempio) possano riempirsi al 50%.

Un nostro amico, un bravo avvocato, Christopher Ferrara, proprio venerdì 26 giugno ha vinto in tribunale una causa, intentata per conto di due preti della Fraternità sacerdotale san Pio X e di tre rabbini, dimostrando in giudizio la discriminazione compiuta dal sindaco della Città di New York e dal governatore dello Stato di New York ai danni dei fedeli cattolici ed ebrei. Sindaco e governatore hanno lodato le proteste di migliaia di persone scese in strada dopo la morte di George Floyd; proteste che violavano tutte le regole sanitarie a cui hanno sottoposto le chiese per mesi. Il sindaco di New York ha anche partecipato a una di queste manifestazioni, dicendo che i bisogni dei credenti erano minimi in comparazione con la giustizia dei manifestanti. Il giudice ha sentenziato che sindaco e governatore erano colpevoli di discriminazione religiosa. Sembrava così che avessimo conquistato un po’ più di libertà.

Ma non è stato così! Il giorno dopo la sentenza, i vescovi dello Stato di New York hanno dichiarato che erano contenti con il 25% di capienza delle chiese concessa loro dal governatore! Il motivo? Un misto di paure: paura di pestare i piedi ai pezzi grossi della politica e paura delle possibili cause risarcitorie che potrebbero intentare persone eventualmente contagiate avendo frequentato una chiesa “affollata” secondo la definizione statale. L’effetto è stato deprimente, con i vescovi subito intervenuti per annullare la storica vittoria ottenuta dall’avvocato Ferrara. Questo è solo l’ultimo esempio di una condotta pavida del clero che sta facendo perdere molto prestigio ai vescovi e ai preti in generale, dimostrando che Chiesa e Stato sono uniti, anche qui negli Usa, sotto la direzione del governo. Certamente, a New York, già prima del disastro, le chiese ove si celebra la Messa nella forma “ordinaria” sarebbero state felicissime di riuscire a riempire le navate al 25%. Adesso sanno che perderanno molti parrocchiani, abituati da mesi a non partecipare più alla Santa Messa ma ad ascoltarla alla Tv o sul web. Loro sanno anche che la rete di scuole cattoliche (che veramente sono tanto secolarizzate quanto le scuole statali) non resisterà molto tempo alla bancarotta. L’economia della città è a terra e pagare le rette per queste scuole private sarà impossibile per molte famiglie nel futuro. Anche la mia università è sul binario morto. Un segno di speranza? I tradizionalisti di tutti i tipi riusciranno a mantenersi e crescere … ma sotto crescenti condizioni di persecuzione da parte della società, di giorno in giorno più dure.

Durante la crisi sanitaria è emerso con chiarezza, tanto in Italia quanto negli Usa, l’uso politico della “scienza”. Le più gravi decisioni (non raramente decisioni discutibili e illogiche o contraddittorie) sono state sottratte al dibattito parlamentare e politico perché rimesse alla decisione oracolare della “scienza” incarnata dagli “esperti” (virologi, epidemiologi, etc.). La stessa discrezionalità prudenziale dei governanti è stata, in un certo modo, trasferita agli “esperti” quando della vita e della libertà dei cittadini si sono fatti “giudici” virologi ed epidemiologi “di Stato”. In Italia l’uso politico della “scienza” si è dato per manifesta volontà del governo, in USA si è avuta, invece, l’impressione che Trump abbia subito tutto ciò, con il ruolo del dott. Fauci quasi da leader d’opposizione interno all’Amministrazione. Cosa è successo? L’uso politico della “scienza” pare strumentale a una certa agenda ideologica: ce ne può parlare?

Si, anche noi abbiamo sperimentato questo sviluppo. È chiaro che Trump, il cui istinto iniziale era secondo me corretto, si è lasciato confondere ed è divenuto vittima degli imbrogli dagli “esperti”.  A tutti i livelli – e da un giorno all’altro – questi “esperti” si sono contraddetti anche apertamente, come ho già detto parlando di Fauci e dei numeri di morti previsti. Ma queste contraddizioni non sembrano fare impressione sulla gente. È quasi impossibile anche solo segnalarla pubblicamente la contraddizione e considerare l’evidenza numerica. Il newyorkese medio, ad esempio, non vuole sentire neppure della “carta bianca” che loro hanno dato a libertini e manifestanti radicali di fare tutto quello che vogliono fare contro le leggi di ferro a cui tutti noi piccoli cittadini obbedienti siamo invece soggetti.  Io, personalmente, ho perso l’amicizia di parenti e amici/amiche soltanto suggerendo una opinione diversa. La gente crede a questi matti come non credono a Dio. Ci sono tante persone e gruppi che cercano di usare tutto questo per i loro scopi particolari ma ancora non capisco esattamente chi dirige il ballo. Francamente, la confusione è così grande che sono totalmente convinto che questo “disorientamento diabolico” è proprio quello: diabolico.

È ragionevole pensare che da ciò che succederà negli Usa dipenda in buona parte ciò che accadrà poi in Europa. Sembra che la crisi covid-19 abbia innescato una spirale rivoluzionaria in USA, ora palese con le proteste e i moti insurrezionali di Antifa e Black lives matters. Si è giunti addirittura a contestare l’esistenza stessa della polizia delineando così uno scenario anarco-autogestionario. Come inquadrare tutto ciò nel panorama politico-culturale americano?

Al momento, tutte le autorità sono in ritirata, è come l’inizio delle Rivoluzioni del 1848 in Europa. Il Partito Democratico, che vuole a tutti i costi abbattere Trump, apertamente favorisce questa ritirata. Ma se i democratici vincessero, anche loro cadrebbero sotto le forze demoniche che hanno scatenato, come succede sempre con i “liberali” che cercano di utilizzare e controllare i radicali. La polizia qui a New York è molto demoralizzata e, come la polizia in molte altre città, ha adottato una politica di “non rispondere” alle richieste di aiuto dei cittadini per fare capire alla gente come sia stupida questa storia di lasciare le forze di polizia senza mezzi per difendersi. Black Lives Matter è un movimento ideologico fondato da tre lesbiche e le sue proteste sono piene di manifestanti bianchi dall’Alleanza Lgbt. Nel loro Manifesto si legge che tutto quello che promuove la famiglia tradizionale e tutto quello che ostacola il Queerdom deve essere distrutto. Qui a New York i leader radicali chiedono di non aprire le scuole in autunno. Questa è una delle cose che non capisco tanto bene nel mezzo del “disorientamento diabolico”, perché una simile dissoluzione della scuola potrebbe lasciare la strada aperta a tutti noi che abbiamo costituito l’Home Schooling Movement … e questo ostacolerebbe la via ai radicali. Se le scuole riaprano, Black Lives Matter vuole che siano tolti dalle scuole tutti i poliziotti, il che significherebbe il controllo delle scuole da parte di Gangs of New York. Una cosa che dona un po’ di speranza: c’è molto tempo fino a novembre. È sempre possibile che la gente si stufi dei radicali e ci sia una reazione, ancora una volta, proprio come nel 1848.

La creazione a Seattle della Capitol Hill Autonomous Zone diviene il simbolo d’una opzione ideologica realizzata. Non è paradossale che le stesse forze politico-culturali che, con il pretesto del Covid-19, hanno sostenuto strenuamente la limitazione delle libertà dei cittadini e una azione invasiva/repressiva capillare della forza pubblica, ora, con il pretesto dell’antirazzismo, giustificano l’insurrezione anarchica e la pretesa di smantellare ogni ordine pubblico? Ci aiuta a capire?

La plus ça change, la plus c’est la même chose. Questa è la storia dell’Illuminismo e il vero senso della definizione della libertà fatta dai suoi fautori sin dall’inizio. La libertà è quella che aiuta il loro programma. La libertà contraria al programma rivoluzionario non è libertà ma indicazione di una mentalità asservita. Veramente non c’è niente di diverso dalla truffa dell’Italia risorgimentale che parlava di “libera Chiesa in un libero Stato”. La libertà è definita nel senso desiderato dai più forti dei più radicali al momento. In sostanza, tutta la libertà della Rivoluzione naturalistica lavora a favore del trionfo della volontà del più forte. Tutti questi cosiddetti anti-fascisti sono i soli fascisti con influenza oggi. E loro vincono usando questa parola “fascista” per attaccare tutti quelli che sono i soli veri nemici dell’unico fascismo oggi esistente.

Sul fronte opposto alle spinte rivoluzionarie quali le forze in campo? Quali sono le forze culturali e politiche che lavorano per una sconfitta della rivoluzione radicale? Quale il suo giudizio al riguardo? C’è una presenza cattolica nel dibattito culturale e politico che presenti l’idea tradizionale della Dottrina sociale della Chiesa?

Eccoci! Arriviamo adesso alla ricerca della risposta giusta e forte. Il problema americano è questo: quelli che sembrano essere i “controrivoluzionari” non sono niente altro che liberali anche loro. Quelli che si chiamano “conservatori” negli Stati Uniti accettano la stessa definizione di libertà dei cosiddetti liberal americani. La sola differenza è che vogliono dare via libera alla liberà solo nelle cose che loro apprezzano, come ad esempio il mercato libero (che secondo noi poveri sostenitori della dottrina cattolica sociale deve, invece, essere regolato secondo giustizia e in ragione del bene comune). Grazie a Dio i “conservatori” si oppongono all’aborto, alla pornografia, all’ideologia gender eccetera. I conservatori legalisti cercano di conservare “la volontà dei Padri Fondatori” che erano illuministi, più che altro Lockeani-Liberali.

Purtroppo i repubblicani in generale, e Trump stesso, fanno parte di questa confusione. Sono illogici e non sanno come difendersi filosoficamente quando sono sotto attacco. O, se si difendono, difendono esattamente quello che vogliono i liberali e i radicali! Proprio la settimana scorsa la Corte suprema americana, adesso con una maggioranza di giudici conservatori, ha applicato The Civil Rights Act of 1964 a omossessuali, lesbiche, transgender e chi sa a quali altri. Qualche giudice conservatore ha votato a favore di questa sentenza. Come mai? La libertà lo vuole! Uno dei giudici conservatori che ha votato contro ha però dichiarato che votava contro solo perché convinto che “i Padri Fondatori” volessero lasciare la decisione al Congresso e non alla Corte. Ma, dopo aver affermato questo, si è congratulato con l’Alleanza Lgbt per la sua vittoria gloriosa per la libertà! Con amici come questi, chi ha bisogno di nemici?

Certo, i liberal americani fanno la stessa cosa, semplicemente al contrario: appoggiano, per esempio, le libertà sessuali ma non quella economica. Anche loro sono illogici. Loro compensano la loro mancanza di logica presentandosi come scienziati e uomini pieni di carità e anche, questa è la cosa la più importante, gridando più forte. Loro sono sofisti nati.

La dottrina sociale della Chiesa è considerata marxista dalla più gran parte dei conservatori, i sostenitori cattolici di Trump inclusi. Noi siamo in pochi che sosteniamo la vera Dottrina sociale dal Sillabo al magistero sociale tradizionale di Leone XIII, Pio X, Pio XI e Pio XII.

Ma… Vediamo. In fin dei conti, il Regime non può andare avanti. Crolla come era destinato a crollare senza una base, non avendo altro fondamento che “la volontà dei Padri Fondatori illuministi”. E adesso siamo in una situazione come alla vigilia della Guerra civile spagnola.

Anche se quelli che sostengono Trump non hanno, in generale, la minima idea della Dottrina sociale cattolica, molti fra di loro sono veramente contro l’aborto e l’agenda Lgbt. Tanti buoni cattolici pregano per lui. Come in Spagna nel 1936, c’è fra di noi una mescolanza di gruppi religiosamente e ideologicamente ai ferri corti. Ma non abbiamo l’imbarazzo della scelta. Una vittoria del Partito Democratico adesso sarebbe un disastro. Quella di Trump ci darà un piccolo, piccolo respiro, un po’ più di tempo. Ma non molto. Io voto per un po’ più di tempo perché la Scrittura ci dice di non volere affrettare il Giorno del Signore che sta per venire.

L’odio iconoclasta contro la civiltà europea che si manifesta nella dilagante azione di abbattere le statue di Cristoforo Colombo e di illustri uomini del passato, reali o presunti colpevoli di razzismo, resterà forse come l’immagine più rappresentativa di questi moti insurrezionali. Quali sono le radici in USA e in Occidente di tanto odio contro l’Europa-Cristianità? Una simile violenza iconoclasta rende visibile una dolorosa realtà: la Modernità (e ancor più la Postmodernità) non solo non è più Cristianità ma della Cristianità è radicale avversaria. È così?

Le radici? Una: l’ignoranza generale. Questa iconoclastia è il lavoro di una piccola minoranza. Il più grande problema è il fatto che dagli anni sessanta il progresso della libertà alla americana e il pluralismo hanno creato un insegnamento sempre più vuoto e frivolo per evitare la divisione e incoraggiare l’unità. I cattolici tolleranti e pluralisti che emergevano dal Concilio Vaticano II hanno abbracciato questo programma con la Gaudium et spes. Abbasso divisioni, giudizi, sentenze, correzioni di tutti i tipi su non importa che cosa, la grammatica e la storia inclusa! L’esito era fatale. Con delle eccezioni notevoli i miei studenti alla mia università oggi non possono leggere, scrivere e pensare. Non hanno la minima idea di quello che significa la civiltà occidentale e cristiana, ma neanche quella Orientale, e non vogliono impararne niente. Loro sono contenti con degli slogan con cui sostenere gli esami. Ad esempio, la portavoce di un gruppo intento a far crollare la statua di Winston Churchill la settimana scorsa, rispondendo al reporter che la intervistava, dimostrava sfacciatamente di non avere neppure idea di chi fosse Winston Churchill. Quello che ho visto nella protesta di cinquemila persone di Black Lives Matter davanti al mio palazzo l’altro giorno era una massa di studenti e studentesse (la più gran parte bianchi) che non hanno avuto  la possibilità di festeggiare durante la lunga quarantena e adesso hanno trovato il pretesto giusto per un party: la distruzione del West, che probabilmente per loro significava Colorado o il Grand Canyon o un film particolare. È l’esito giusto e meritato dell’auto-demolizione della Chiesa e della civiltà occidentale voluta da tanti modernisti e illuministi. E noi? Che cosa dobbiamo fare? Mi ricordo la sentenza triste di un ex-generale dell’Impero russo dopo la Rivoluzione: “Dobbiamo imparare a bagnarci nelle fonti fresche di ignoranza”. Ma nel nostro caso per resisterle.

L’arcivescovo Crepaldi, in un suo recente documento ha individuato nella libertà il tema più delicato che l’emergenza covid-19 ha posto in questione. Monsignor Crepaldi ha così indicato la vera libertà (quella che poggia sulla verità e si esplica secondo l’ordine naturale di giustizia) come la via per una risposta cattolica alla crisi. Com’è lo “stato della libertà” negli Usa? Anche in America si annuncia il sorgere d’un totalitarismo post-moderno? E la verità che parte ha nella cultura politica americana? C’è chi riconosca e richiami a fondamento del vivere socio-politico l’ordine metafisico, la lex naturalis, il bene comune?

Io ho fatto il mio dottorato sui controrivoluzionari cattolici dell’Ottocento. Una cosa interessantissima è il fatto che tutto quello che loro avevano previsto a partire dalla vittoria del Naturalismo dell’Illuminismo ha avuto luogo. Loro, parlando del futuro dei sostenitori dell’Illuminismo, hanno detto che dopo la negazione dei dogmi cristiani, avrebbero scoperto di non poter tollerare neppure nessuna sentenza della Ragione, neppure nessun desiderio di altre persone diverso dal loro progetto ideologico e neppure nessuna decisione definitiva da loro stessi assunta dal momento che subentrasse una voglia qualsiasi da soddisfare che la precedente decisione ostacolasse. Questo significa la divinizzazione del trionfo della volontà pura e semplice, con nessuna necessità di giustificarsi. La natura e la legge sono quello che l’Io Supremo vuole e se vuole qualcosa di diverso domani, vale lo stesso. E con la tecnologia sofistica al nostro al servizio oggi, questo significa il totalitarismo più completo immaginabile.

Chi si oppone a ciò? Ci sono delle sette ebraiche e protestanti che credono in una legge divina in nome della quale vorrebbero limitare questo trionfo della volontà, ma queste stesse sette non hanno nessun senso del ruolo della Ragione e della Legge naturale. Ci sono persone, anche nelle università e in altri posti elevati, che vedono quello che sta succedendo e reagiscono in un modo che può darci un po’di speranza per il loro ritorno alla Ragione e alla Fede. Un mio vicino ateo, ad esempio, è così agitato per la pazzia che vede intorno a sé che ha cominciato a parlare come un filosofo realista e come Pio IX. Ma la massa degli americani non ha la capacità di pensare. È contenta di essere asservita, non importa a chi purché, le sia promessa una certa sopravvivenza, oggi rappresentata dalla promessa del vaccino.

Strettamente legata al tema della vera libertà è la questione della sussidiarietà. Famiglia, comunità locale e corpi sociali intermedi possono essere l’antidoto al disegno totalitario post-moderno? Riscoprire e rafforzare la naturale domesticità-socialità-politicità dell’uomo così da generare famiglie, comunità, corporazioni solide e pronte a resistere all’agenda liberal-radicale. Quali sono le esperienze più interessanti in questo orizzonte nel cattolicesimo Usa?

Quelle buone sono la creazione di parrocchie tradizionaliste, di associazioni per promuovere l’Home Schooling e per difendere la vita. Quelle che non giudico tanto buone sono quelle che cercano di vivere un tipo di vita protestante atomistica fuori della battaglia. Questo è specialmente problematico quando isolati di questo genere pensano di essere cattolici, senza rendersi conto del fatto che la loro idea di libertà è individualistica e illuminista.

Recentemente l’arcivescovo Viganò, già nunzio apostolico in Usa, ha sollevato il tema del governo mondiale come grave pericolo per l’umanità e la Chiesa. Il professor Ettore Gotti Tedeschi, da noi intervistato, ci ha aiutato a comprendere le parole di monsignor Viganò illustrando il progetto del Nuovo Ordine Mondiale. Se il Nom nasce e si sviluppa dagli anni ’60 ad oggi principalmente per iniziativa degli Usa, adesso la Cina ne è certamente un protagonista che punta al ruolo guida. Negli Usa invece sembra si sia creata una frattura tra chi a quel progetto lavora e chi pare (come il presidente Trump) volerlo arrestare. C’è dunque un mondo politico-culturale americano anti-globalista? Ci aiuta a capirne confini, identità, ragioni ideologiche eccetera?

C’è molta gente qua in Usa anti-globalista. Il problema è sempre lo stesso. La più gran parte è americanista e pensa che la risposta giusta sia “la libertà come l’hanno capita i Padri Fondatori, agenti del dio illuminista”. Distruggere questo paradigma illuminista, dare agli americani un senso cattolico, è l’impresa da compiere e allora avremmo sia le truppe sia i generali, avremmo dei Moscardó dell’al Alcazar di Toledo dei nostri giorni.

Da cattolico, come vede il futuro dei cattolici negli Usa? Cosa consiglierebbe ai cattolici che, in questo quadro politico-ideologico-giuridico e geopolitico, non si arrendono ma intendono continuare a vivere da cattolici? Come dovrebbe organizzarsi il mondo cattolico consapevole, cosa fare per resistere cattolicamente al totalitarismo post-moderno?

Dobbiamo organizzarci ancora di più, mantenere il contatto fra di noi sempre di più, e resistere, resistere, resistere. È la prima volta nella mia vita che vedo la coda del Diavolo dappertutto.

Samuele Cecotti

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Fonte: Osservatorio internazionale cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa

 

 

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