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Lettera dalla Francia / In marcia per la libertà. Ma per il mainstream si tratta solo di egoisti ignoranti

di Jeanne Smits

Sabato scorso centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in diverse centinaia di località della Francia per manifestare contro l’intenzione del governo di istituire regole obbligatorie per la “vaccinazione” Covid-19 e lo Stato Covid-19 obbligando tutti i cittadini a esibire un tessera sanitaria QR-code ogni volta che si recano in un grande centro commerciale, un ristorante, un caffè, un bar, un cinema, un teatro, un ospedale, luoghi culturali e di svago che accolgono più di cinquanta visitatori, oppure desidera utilizzare il trasporto pubblico a lunga percorrenza.

L’affluenza è stata notevole, visto che in un sabato di metà luglio le vacanze sono già in pieno svolgimento e molte famiglie sono in viaggio verso i luoghi di villeggiatura in campagna, in montagna o al mare.

Cantando “Liberté, Liberté!”, da Nizza nell’estremo Sud a Lille molto a Nord, in quasi tutti i capoluoghi di provincia e dipartimenti francesi – e in altre città – folle di persone di tutte le categorie sociali si sono ritrovate in pieno accordo sull’iniquità di una legge che vogliono vedere abbattuta. L’idea non era tanto, a questo punto, di sottolineare i pericoli del “vaccino” sperimentale, quanto di combattere l’instaurarsi di una società fratturata con discriminazioni su una scala senza precedenti, dove le persone vengono ricattate per ricevere un’iniezione i cui effetti a medio e lungo termine sono totalmente sconosciuti.

Tutto questo in nome della cosiddetta variante “Delta” di Sars-CoV-2, che è più contagiosa, ma molto meno grave della già non così mortale forma originaria della malattia.

Secondo i numeri ufficiali del ministero dell’Interno citati dai principali media, solo circa 110 mila persone si sono unite alle marce pacifiche in tutto il paese. La Tv di Stato ha persino detto “diverse migliaia di persone”. Questo non ha senso. Le foto di una sola delle tre manifestazioni avvenute a Parigi mostrano che quella organizzata da Florian Philippot, leader di Les Patriotes, e affiancata da Fabrice Di Vizio, che ieri ha avviato il procedimento per dimostrare che il lasciapassare sanitario è illegale, ha mostrato una folla ben più grande.

Hanno partecipato solo una manciata di leader politici, come Martine Wonner, membro dell’Assemblea nazionale ed ex rappresentante del partito La République en Marche di Macron. È una delle voci più esplicite contro la tirannia anti-Covid nel parlamento francese.

Ci sono state proteste nelle principali città come Marsiglia, Nizza, Lione e Strasburgo.

A Bordeaux, dove la manifestazione era stata vietata dalle autorità locali, 1200 persone (secondo la polizia che notoriamente sottostima i numeri) si sono riunite per denunciare la “dittatura” di Macron. In ogni città l’affluenza è stata impressionante, con una fitta folla di migliaia di persone.

Mi sono unita alla manifestazione di Vannes, cittadina di medie dimensioni (per gli standard francesi) di circa 53 mila abitanti sulla costa meridionale della Bretagna, dove la stampa ufficiale locale, colpita dalla densità della marcia, ha parlato di una folla di “3500 persone”. Il mio conteggio personale sarebbe più vicino alle cinquemila: un’assemblea di ricchi e poveri, vecchi e giovani, famiglie tradizionali e bretoni libertari, ma soprattutto gente ordinaria di tutti gli orizzonti politici, compresi i Gilet jaunes, movimento dei gilet gialli che sorse nell’ottobre 2018 in segno di protesta contro l’aumento del costo dell’energia e la crescente povertà delle classi medio-basse.

La diversità della composizione sociale dovrebbe essere spunto di riflessione per il governo che è riuscito ad armare un’opposizione in cui gli opposti naturali marciano insieme con un unico obiettivo. E la mobilitazione dei Gilets jaunes è segno che il movimento ha tutte le possibilità di diventare un appuntamento fisso con manifestazioni ricorrenti. L’unica domanda ora è se le forze di polizia li tratteranno in modo così violento e aggressivo come hanno fatto con le manifestazioni di tre anni fa.

In una mossa particolarmente aggressiva contro coloro che vogliono che la loro integrità fisica, la loro libertà di movimento e altre libertà fondamentali siano rispettate, il portavoce del governo Gabriel Attal ha dichiarato a Bfmtv, emittente di notizie pro-Macron: “C’è una Francia laboriosa e propositiva, che vuole mettere da parte il virus e lavorare. È la maggioranza. E poi c’è una frangia capricciosa e disfattista, molto minoritaria, che si accontenterebbe di rimanere nel caos e nell’inattività”.

Una tale affermazione è uno schiaffo a trenta milioni di cittadini francesi che a oggi continuano a rifiutare il “vaccino” Covid e temono per la loro salute, i loro mezzi di sussistenza e il futuro stesso della società.

Tra gli slogan fioriti sabato in tante città francesi, “Macron, dimettiti!” è stato un grande successo. I cartelloni fatti in casa parlavano di tirannia, della deriva nazista e della difesa dei nostri diritti. Un cartello in inglese diceva: “Comunità internazionale, aiutaci a fermare la dittatura di Macron”. Un altro ancora recitava: “Bravo Macron, Xi Jinping non avrebbe fatto di meglio”. “Macron, tu sei il virus.” “Niente apartheid”, era scritto su altri.

Le Salon beige, un sito di notizie cattolico conservatore, ha scelto un’immagine che mostra un cartello con le parole “’Il mio corpo, la mia scelta. Funziona solo per i bambini che non sono desiderati?” Molte altre immagini e video sono disponibili qui.

Fra i tanti temi e slogan, la stampa mainstream si è concentrata in modo massiccio su rari casi di manifestanti che indossavano la stella gialla imposta dai nazisti agli ebrei, condannando “virtuosamente” l’uso del simbolo da parte di persone che vengono ufficialmente descritte come pigre, buone a nulla, ignoranti ed egoiste.

Sì, molte delle persone che sono scese in strada sono arrabbiate per le restrizioni alle loro attività ricreative, e giustamente, perché esse fanno parte della vita: incontrare gli amici, ritrovarsi per godersi uno spettacolo o un pasto insieme.

Ma non si tratta solo di poter beneficiare dei semplici piaceri della vita sociale ordinaria. Per tutti gli operatori sanitari e gli addetti negli ospedali, nelle case per anziani, nell’industria del turismo, nei trasporti o nei grandi centri commerciali sarà obbligatorio avere un pass sanitario, che equivale a vaccinazione obbligatoria. La probabile ragione per cui il presidente francese Emmanuel Macron ha reso obbligatorio il pass e non la vaccinazione è che una tale disposizione sarebbe stata più difficile da imporre alla luce delle leggi esistenti.

Le conversazioni raccolte alla marcia a cui ho partecipato non riguardavano comunque la libertà di divertirsi: c’erano infermieri e assistenti sanitari che lavorano duramente tutto l’anno e che temono di dover lasciare il lavoro senza compenso. Molti hanno parlato di paura per i propri figli, altri hanno spiegato che si aspettano di essere costretti a dimettersi dalla loro amata professione in un momento in cui il Covid ha spinto al ribasso il mercato del lavoro. Le famiglie hanno riferito di propri membri che hanno accettato la vaccinazione solo per essere liberi di andare in vacanza. Altri hanno spiegato come nell’esercito francese sia stata praticata un’enorme pressione su soldati e ufficiali affinché accettino il “vaccino”: alcuni allievi ufficiali sono costretti a scegliere tra le dimissioni e farsi vaccinare; altri vengono spinti a lavori amministrativi poco interessanti quando speravano di unirsi a operazioni sul campo.

In un altro tema ricorrente, i manifestanti hanno scambiato aneddoti su “eventi avversi” che hanno colpito i vaccinati poco dopo aver ricevuto l’iniezione: coaguli di sangue, ictus, giovani donne che hanno perso il ciclo e altri eventi, a volte letali, sono stati citati come accaduti a persone da loro direttamente conosciute.

Uno di questi casi ha coinvolto l’anziano padre di un amico del mio interlocutore, che è recentemente morto di trombosi una settimana dopo aver ricevuto l’iniezione con il “vaccino” Covid: il suo certificato di morte menzionava come causa della morte la “conseguenza di un’iniezione vaccinale”. Ma nella grande maggioranza dei casi gli effetti avversi non sono segnalati e non vengono effettuate autopsie.

Una gran parte dell’opinione pubblica francese è chiaramente e pienamente consapevole dello sbalorditivo attacco alle libertà fondamentali che viene accelerato dal sistema legislativo. Solo poche ore fa, questo lunedì pomeriggio, la più alta corte amministrativa, il Conseil d’Etat, ha dato il via libera alla legge sui lasciapassare sanitario così come redatta dal governo, introducendo solo piccole riserve, come il fatto che le persone positive al Covid non debbano essere controllato di notte.

Il Conseil d’Etat ha anche stabilito che una multa di 45 mila euro per i ristoratori incaricati di controllare la conformità dei propri clienti, come suggerito dal governo, era troppo pesante, e l’ha portata a mille euro (novemila in caso di recidiva). Ma questa è ancora una multa salata per le persone il cui sostentamento dipende dall’accoglienza dei propri clienti. Molti poi si sono uniti alle manifestazioni in tutta la Francia per protestare contro l’utilizzo come forze ausiliarie di polizia.

Martedì la commissione speciale dell’Assemblea nazionale ha esaminato il disegno di legge. Oggi l’Assemblea nazionale sarà chiamata a discutere il testo che dovrebbe arrivare al Senato entro giovedì. Il governo spera che la procedura si concluda entro la fine della settimana e che il “pass sanitario” entri in vigore entro il 1° agosto.

Il 19 luglio, la Francia ha avuto 4.151 nuovi “casi” di Covid e venti decessi attribuiti alla malattia. Nel frattempo, nel Regno Unito, domenica sono stati contati circa 50 mila nuovi casi e ventotto decessi. Ma nel Regno Unito c’è stata la “Giornata della libertà” con la revoca di quasi tutte le restrizioni, anche se i passaporti per i vaccini verranno adottati per l’uso nei locali notturni a partire da settembre.

Fonte: lifesitenews.com

 

 

 

Aldo Maria Valli:
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