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California / A scuola le preghiere cristiane non sono consentite, ma si insegnano quelle azteche. E agli alunni viene spiegato che la fede cattolica opprime

Dagli Stati Uniti una notizia sconcertante, ma non sorprendente, visti i tempi. Con la scusa di un ripensamento degli studi etnici, nelle scuole primarie statali della California, rigorosamente aconfessionali, si insegnano preghiere azteche e si insinua l’idea che quella cattolica sia una religione che opprime i popoli e le culture. Ma c’è chi non ci sta e denuncia.

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Un gruppo di genitori californiani ha presentato una petizione alla Corte Suprema dello Stato per impedire che le scuole pubbliche statali usino le preghiere alle divinità azteche e yoruba come attività in classe. L’udienza è prevista per domani, 7 ottobre, davanti al giudice della Corte Suprema Eddie C. Sturgeon a San Diego.

Lo scorso 3 settembre la Californian Foundation for Equal Rights e i genitori degli studenti Eric González, Steve Houbeck e José Velázquez hanno citato in giudizio il California State Board of Education, il California State Department of Education e due funzionari statali. La richiesta di un’ordinanza di sospensione temporanea e di un’ingiunzione preliminare è stata presentata il 24 settembre dalla Thomas More Society, studio legale che rappresenta i querelanti.

“I nostri clienti non si oppongono all’idea che i nostri studenti imparino a conoscere culture e religioni diverse, comprese le pratiche degli aztechi”, spiega Paul M. Jonna, avvocato della Thomas More Society. “Ma il modello di curriculum per gli studi etnici approvato dal California State Board of Education va ben oltre, spingendo gli studenti a pregare le divinità azteche. Questa parte del programma non è solo offensiva, ma palesemente incostituzionale”.

Nella richiesta di un ordine di congelamento temporaneo del programma scolastico c’è la testimonianza di un esperto di storia e cultura azteca che afferma che le nozioni fornite sugli aztechi non sono storicamente accurate o utili per comprendere quel popolo.

Il programma riguarda quasi 10.600 scuole pubbliche della California che accolgono più di sei milioni di studenti dall’asilo al grado 12 dell’istruzione primaria.

Il capitolo 5 del programma (di quasi 900 pagine) propone nove pagine di “affermazioni, canti e attività di intrattenimento” allo scopo di “riunire la classe, creare unità attorno ai principi e ai valori degli studi etnici e rinvigorire la classe dopo una lezione”.

Nel programma figura l’invocazione “In lak’ech“, una preghiera azteca che invoca i nomi di Tezcatlipoca, Quetzalcóatl, Huitzilopochtli, Xipe Totec e Hunab Ku, cinque esseri adorati da quel popolo come dei o semidei. Gli aztechi erano un popolo mesoamericano che visse in quello che oggi è il Messico centrale tra il XIV e l’inizio del XVI secolo.

Le attività suggerite per gli studenti includono un’invocazione ad Ashe, descritta come la “forza divina alla radice della religione yoruba”. La preghiera chiede l’intercessione di Ashe per la giornata scolastica e include le parole: “Ashe, Ashe, Ashe, mi alzo ancora, Ashe”.

Secondo l’Encyclopædia Britannica, “la religione tradizionale yoruba ha un’elaborata gerarchia di divinità, che include un creatore supremo e circa quattrocento divinità e spiriti minori, la maggior parte dei quali sono associati a propri culti e sacerdoti”. Yoruba è la radice di altre religioni pagane, come la Santeria e il Voodoo haitiano, afferma la Thomas More Society.

In realtà “l’invocazione In lak’ech è una creazione moderna che prende in prestito elementi della religione azteca”, ha scritto Alan R. Sandstrom, professore emerito di antropologia alla Purdue University di Fort Wayne. “Non serve in alcun modo per imparare a conoscere il popolo azteco e quella cultura”.

Sandstrom mette in discussione il contenuto di Rethinking Ethnic Studies, un libro curato da R. Tolteka Cuauhtin utilizzato per lo sviluppo del programma scolastico. Una sezione del libro, afferma, “è in conflitto con ciò che sappiamo della cultura mesoamericana”. Inoltre, gli studi di Cuauhtin sono condizionati da “animosità verso il cristianesimo e il cattolicesimo, incolpato per la scomparsa delle credenze religiose indigene”. L’autore del libro sostiene la necessità di “rigenerare” le pratiche spirituali indigene come un modo per combattere ciò che considera “l’oppressione del cristianesimo”. E va notato che Cuauhtin è stato anche presidente del comitato che ha sviluppato il modello di programma scolastico.

“Credo fermamente che i bambini possano essere adeguatamente istruiti sulla religione e educati a rispettare le persone di fedi diverse”, scrive il professor Sandstrom. “Tuttavia, non vedo come l’invocazione In lak’ech possa essere utile per raggiungere questi obiettivi. L’invocazione, così come viene presentata, equivale a un’attività religiosa che credo non trovi posto in una scuola pubblica”.

L’inclusione di preghiere azteche e yoruba “costituisce chiaramente una preferenza illegale del governo per una specifica pratica religiosa”, ha affermato in una nota Frank Xu, presidente della Californians for Equal Rights Foundation.

L’arcivescovo Stephen J. Rossetti, esorcista e presidente del Centro per il rinnovamento spirituale di San Miguel, ha dichiarato al Catholic World Report che i canti in classe rivolti alle divinità pagane sono pericolosi e potrebbero portare a un’influenza demoniaca che si manifesta in “una varietà di sintomi spiacevoli e angoscianti”.

“Se credi che ci sia davvero il male nel mondo, allora è meglio che tu ne stia lontano”, ha detto Rossetti, che è anche professore di ricerca associato presso la Catholic University of America e autore di Diary of an American Exorcist. “La nostra esperienza è che molte delle cosiddette divinità sono in realtà demoni. Invocarli in un rituale spirituale è un’idea pericolosa, indipendentemente dalle proprie intenzioni”.

Fonte: mileschristi.blogspot.com

Nella foto sopra il titolo, Sacrificio umano nel Grande Tempio azteco (Codex Magliabechiano, folio 70r)

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