Lettera aperta al mondo cattolico sullo stato presente delle cose

Cari amici di Duc in altum, il Giovane Prete (che voi ben conoscete e che, pur non essendo più tanto giovane, preferisce firmarsi ancora così) ha inviato al blog questa lettera aperta il cui destinatario numero uno è il mondo cattolico, ma ha valore per tutti.

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del Giovane Prete

Caro Aldo Maria,

vorrei fare con te il punto della situazione.

In questi due anni tutto il mondo occidentale è stato segnato dall’arrivo del Covid. Ormai non si parla d’altro: tutto il giorno e in tutti i luoghi il virus, con le sue pittoresche e infinite varianti, monopolizza i dialoghi e i rapporti tra le persone.

Più il tempo passa e più ci accorgiamo che avevano ragione i corifei del potere nell’indicarci ormai chiusa la possibilità di un ritorno alla vita di prima, alla “normalità”. Occorrerà abituarci a una nuova normalità fatta di mascherine, distanziamento sociale, restrizioni e chiusura totale o parziale di tutti gli spazi di condivisione, sia ludici sia culturali. Nello stesso tempo abbiamo assistito all’azzeramento delle divisioni politiche mediante la formazione di un unico grande partito che finge di bisticciare al suo interno per mostrare ai cittadini, divenuti ormai spettatori, che il nostro Paese ha ancora una vita democratica. Lo sanno tutti, e non lo nascondono neppure, che in realtà le decisioni, senza passare attraverso un noiosissimo vaglio parlamentare, sono prese da un ristrettissimo numero di persone non elette, facenti parte o del fantomatico Cts (Comitato tecnico scientifico), o di un’ineffabile “cabina di regia”, guidato dal Migliore, nonno di tutti noi italiani.

Tuttavia non è di questo che intendo trattare, ma di una questione che, pur essendo evidente, oggi è sistematicamente taciuta. Così come ha provocato una deflagrazione dei partiti politici, la pandemia ha sparigliato le classiche distinzione interne al mondo cattolico, non più diviso sulle questioni dogmatiche o la morale, ma sull’atteggiamento e il giudizio intorno al vaccino.

Nessuno è immune (questo, spero, lo abbiamo ormai capito tutti) a una mancanza di equilibrio che sta facendo molto male alla comunione ecclesiale, poiché siamo stati così bravi da rendere il “vaccino” un punto fondamentale su cui si gioca l’appartenenza o meno alla Chiesa cattolica.

Ne ho sentite di tutti i colori: da un lato vi sono coloro che considerano il non vaccinato un eretico pericoloso la cui sorte può essere solo l’inferno; dall’altro tale sorte spetta inevitabilmente anche al vaccinato: “Ho sempre pensato che fosse un bravo sacerdote / una brava persona, però ho saputo che si è / non si è vaccinato”. Parole sentite non so quante volte, in entrambe le versioni.

I giudizi sulla persona si basano perciò esclusivamente sulla scelta vaccinale: amici da una vita che si insultano e non si parlano più e si tolgono il saluto; genitori che si scagliano contro i figli (o viceversa), lacerando anche quel legame profondissimo dato dal sangue. A questo proposito conosco personalmente due casi in cui i genitori hanno letteralmente buttato fuori casa i figli perché questi non si sono voluti vaccinare, perdendo anche il lavoro. Nessuno spazio per un minimo di pietà e compassione verso chi è sangue del tuo sangue. Insomma, da molte parti si respira aria da tutti contro tutti.

Pregando affinché questa situazione finisca e le persone possano ritrovare al più presto un minimo di sanità mentale e di buon cuore, vorrei lanciare un appello a tutto il mondo cattolico, vaccinati e non vaccinati, su un altro punto di fondamentale importanza, su cui mi sembra possibile e doveroso trovare un terreno condiviso. Sto parlando della tenuta democratica del Paese.

È palese a tutti che l’Italia sia entrata in una fase oscura e pericolosa.

Se il non vaccinato l’aveva sempre prospettato, tanto che la propria scelta di non aderire alla campagna vaccinale si basava anche su questa preoccupazione e non solo sugli specifici argomenti sanitari, è arrivato il momento anche per i più ferrei difensori della vaccinazione di abbassare i toni e riconoscere che la deriva liberticida e discriminatoria del governo deve essere assolutamente fermata.

Nessun dubbio, nessuna incertezza, nessuna posizione di comodo deve farci chiudere gli occhi sulla china illiberale presa da questo potere e non vedere le sofferenze che colpiscono già in questo momento molti nostri concittadini.

Come cristiani sappiamo che Gesù ci ha insegnato a stare con i più piccoli, con gli oppressi, a vedere le prepotenze dei più forti sui più deboli e a denunciarle. Ogni silenzio è assenso: non si scappa.

È la prima volta dal secondo dopoguerra che ci troviamo di fronte a una situazione di questo tipo ed è arrivato il momento di dimostrare di aver capito qualcosa dalla storia, ricordandoci quanto sangue è stato versato per colpa dell’indifferenza dei buoni.

Non sto esagerando: nella storia le più disastrose dittature hanno preso forza non in un giorno solo, ma con l’uso di un linguaggio sempre più aggressivo, accompagnato da leggi e decreti con cui si imposero via via discriminazioni sempre crescenti, fino a originare quei terribili mostri che hanno annichilito la vita di milioni di persone e che tanto, a parole, diciamo di detestare.

Sono sempre più gli uomini con responsabilità politica e culturale che se ne escono con frasi molto pericolose, dal governatore della Sicilia Musumeci, che ha parlato di un “diritto” del governo di sospendere le garanzie costituzionali, ad Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts, che con spavalda sicurezza rivendica la necessità di non essere democratici, auspicando l’arreso per i non vaccinati, idee riprese per filo e per segno dal filosofo Galimberti, il quale auspica esplicitamente l’attribuzione di poteri dittatoriali a Draghi. Tuttavia la frase più grave è stata detta da Mario Draghi in persona poche ore fa in conferenza stampa: “Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati”, frase tradotta dai mass media con titoli ancor più diretti: “I problemi dipendono dai no vax”.

L’espressione è estremamente violenta sia perché chiaramente falsa nel contenuto, ma soprattutto perché addita alle menti già indebolite di molti italiani un facile capro espiatorio, favorendo ragionamenti istintivi di “pulizia” e di violenza, come dimostrano i manifesti appesi a Lucca con la scritta: “Ai no vax Zyklon B”.

Caro Aldo Maria, qui non si tratta di vaccino o non vaccino: si tratta della nostra libertà, dell’unità delle nostre famiglie e delle nostre comunità, di tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta, con le sue bellezze e le sue fatiche. Senza mai lasciare indietro nessuno.

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