31 marzo: addio progressivo alle restrizioni. Ma le peggiori restano, ed è solo colpa vostra
di Andrea Sartori
Visionetv
Come già ripetuto in più di un’occasione, col 31 marzo si avrà la fine dello stato di emergenza da Covid (sperando di non entrare nello stato di guerra). Lo ha ribadito ancora Mario Draghi annunciando la road map per l’uscita dallo’emergenza.
Con la fine dello stato di emergenza dovrebbero, in teoria, cadere tutte le restrizioni. In teoria. In realtà sapevamo già benissimo da gennaio che sarebbe rimasto, almeno fino al 15 giugno, l’obbligo per gli ultracinquantenni.
Ma la road map di Mario Draghi è un capolavoro di italico gattopardismo. Nonostante il teatrale tentativo leghista di portare all’abolizione immediata del green pass l’infame lasciapassare verde resterà, almeno nella sua versione base. Gli obblighi che decadranno saranno quelli più inutili: quelli all’aperto. Resta ancora la mascherina al chiuso e restano gli obblighi al chiuso. In pratica si tornerà semplicemente a prima di gennaio 2022.
Non è nemmeno sicuro che si smantelli la struttura commissariale, ma potrebbe lavorare a più stretto contatto con i governatori e la protezione civile.
Gli obblighi più pesanti per i malcapitati cittadini italiani resteranno quindi: niente mezzi senza tampone, niente bar e ristorante al chiuso senza tampone. Almeno si potranno visitare i parenti in ospedale. Come diceva quel famoso ragioniere: come è umano lei. Si tratta di “allentamento progressivo”. E’ dai tempi delle convergenze parallele di Aldo Moro che la politica italiana nutra un’insana passione per i bizantinismi. E come la carota messa davanti all’asino per illuderlo i tempi della libertà si allontanano sempre.
D’altronde esperti e addetti ai lavori lo stanno spiegando a gran voce: le restrizioni più infami restano perché ci sono ancora ben 11 milioni di italiani che non hanno ceduto all’inutilissima terza dose. E finché non si piegheranno a quello che, ormai è evidente, è solo un segno di sottomissione, obblighi e vessazioni rimangono per tutti. Un po’ come si usa fare nelle caserme… o nei lager.
Cosa accadrà dunque il prossimo 1 aprile? Semplicemente il classico pesce d’aprile. Ci avevano detto che finiva lo stato d’emergenza ma, cucù, le restrizioni restano. Così imparate a non obbedire.
Fonte: visionetv.it