Monsignor Viganò a “Liberi in Veritate”. Per essere davvero lievito

Messaggio dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò al Comitato Liberi in Veritate

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Qui non est mecum, contra me est:

et qui non colligit mecum, dispergit.

Lc 11, 23

Carissimi Amici,

decenni fa, i cospiratori che oggi stanno portando a compimento il colpo di stato globale si riunivano per dare corpo al loro piano eversivo. E lo facevano spiegando bene quello che avevano in mente: alcuni teorizzando la decimazione della popolazione mondiale; altri affermando che una pandemia sarebbe stata uno strumento perfetto per imporre la riduzione dei diritti fondamentali; altri ancora spiegando come avrebbero impoverito l’economia, eliminato le piccole aziende e ridotto gli stipendi; eliminato le tutele dei lavoratori, privatizzato i servizi pubblici; come avrebbero promosso l’immigrazione e modificato il tessuto sociale. Ci hanno insomma fornito i loro piani d’attacco, li hanno pubblicati sui loro siti, ne hanno parlato ai loro convegni. E non si sono limitati a questo, ma hanno scelto i futuri leader del mondo, giovani allora quasi sconosciuti, formandoli alla scuola del World Economic Forum – il Forum for Young Global Leaders di Davos – e dando loro istruzioni su come realizzare concretamente gli scenari del Great Reset.

Dinanzi a quella dichiarazione di guerra, taceva la Gerarchia della Chiesa-conciliare, nel timore di apparire integralista; tacevano i fedeli e i cittadini, tenuti all’oscuro delle trame del nemico; tacevano gli intellettuali cattolici, spesso essi stessi distratti da diversivi offerti proprio dai cospiratori o dai loro complici; tacevano i moderati del conservatorismo montiniano, troppo presi dalle loro disquisizioni astratte o troppo impegnati a cercarsi un ruolo istituzionale dal quale trarre qualche immediato profitto.

Così, mentre i figli delle tenebre si organizzavano e preparavano con efficienza il loro attacco finale; mentre i loro rampolli entravano in politica e conquistavano i vertici delle istituzioni – come già avevano fatto certi chierici modernisti in seno alla Chiesa, ascendendo i gradi della Gerarchia conciliare – tra i conservatori ci si baloccava con il doppio Confiteor nella Messa tridentina o ci si punzecchiava l’un l’altro per questioni che, con gli occhi di oggi, giudicheremmo quantomeno marginali.

Ma quei piani di guerra, quelle prove del tradimento e della cospirazione, non hanno indotto nessuno di noi – riconosciamolo onestamente – a dare una formazione intellettuale e una preparazione ideologica ai nostri giovani, né ad insegnar loro ad usare le armi dottrinali, morali e politiche con cui combattere. Come se la consapevolezza di un attacco imminente fosse stata sufficiente a scongiurarlo; anzi: come se nel comprendere chi fosse il nemico e quali mezzi egli volesse usare per cancellare la società tradizionale ci bastasse compiacerci della nostra perspicacia, senza organizzare alcuna forma di resistenza.

Il male si afferma con orgoglio luciferino, pretende di essere accettato in quanto tale, così come la menzogna esige di esser creduta proprio perché palesemente falsa. Il bene invece pare vergognarsi, la verità prova quasi imbarazzo ad essere affermata, e cerca spesso di rendersi accetta concedendo qualcosa all’avversario. Sono Cattolico, ma… Sono tradizionalista, però… Mentre nessuno, sul versante opposto, cede a compromessi col bene. Un paradosso, questo senso di inferiorità dei buoni dinanzi all’arroganza dei malvagi. Ma chi si vergogna della verità, si vergogna di Dio, che è Egli stesso Verità somma. Ma solo chi è nella Verità è veramente libero – Liberi in veritate – come promette il Signore: Veritas liberabit vos.

Oggi, dinanzi all’evidenza che quel piano infernale sta giungendo alle fasi finali, qualcuno di noi finalmente si è deciso a muoversi, a combattere, a chiamare a raccolta i Cattolici e le persone di buona volontà per far fronte comune contro il nemico. Con un sano realismo, e un doveroso esame di coscienza, dobbiamo ammettere di aver perso molto tempo, di non aver colto preziose occasioni, di aver preferito affermare le nostre piccole peculiarità per dividerci tra di noi, come se non fossimo già abbastanza divisi e disorganizzati.

Questa premessa è indispensabile per fare tesoro degli errori commessi e trarne una lezione per il presente, perché questi errori non si abbiano a ripetere, tanto nelle questioni religiose quanto in quelle civili e politiche. Siamo un pusillus grex, e questo è un destino che la Provvidenza ci ha assegnato come segno distintivo della nostra impotenza dinanzi al mondo, dinanzi alla quale dobbiamo avere il coraggio di combattere ugualmente, e la fiducia di avere dalla nostra parte il Signore Iddio degli eserciti schierati in ordine di battaglia, la Vergine Santissima nostra Condottiera, il Principe delle Milizie celesti San Michele Arcangelo, e tutta la Corte celeste. Siamo come Davide contro Golia, armati solo di una fionda, certo, ma la nostra mano è guidata da Dio perché colpisca il bersaglio e lo abbatta.

Cari amici di Liberi in Veritate, voi oggi state chiamando a raccolta tante buone persone, alle quali la farsa pandemica e gli eventi bellici hanno aperto gli occhi, mostrando la minaccia incombente di un potere ostile e asservito al demonio. Assieme a voi altri – forse meno saldi nella dottrina e meno consapevoli dei piani di guerra del nemico – si stanno svegliando dal loro torpore e cercano di coordinarsi per impedire l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. Altri ancora, che nella confusione del momento crediamo possibili alleati, forse pensano di poter distrarre una parte dei buoni, facendo loro credere di combattere quel nemico, per poi vanificare i loro sforzi con quelle che gli esperti chiamano operazioni di gatekeeping. Ma queste, in fondo, sono le incognite che si presentano sempre a chi sceglie di agire, senza limitarsi a guardare da spettatore. Questi sono i rischi che l’azione comporta inevitabilmente, mentre chi critica senza schierarsi ha mille pretesti per giustificare la propria ignavia.

Certo, muoversi nelle acque infide della politica per chi non vi è abituato è sempre rischioso e può dar luogo a sconfitte e fallimenti. Ma se a muovervi sono santi propositi e buone intenzioni, e se la vostra azione saprà essere illuminata dalla Fede e infiammata dalla Carità, la vostra inesperienza, le vostre piccole ingenuità, i vostri errori saranno ampiamente compensati dalla Grazia, e il Signore si degnerà di farvi partecipi della Sua vittoria, perché avete avuto il coraggio e la determinazione di combattere il bonum certamen al Suo fianco. Qui non est mecum, contra me est, dice Nostro Signore, et qui non colligit mecum, dispergit. Ed è significativo che questa affermazione lapidaria venga subito dopo la pericope dell’indemoniato, nella quale ci è mostrata l’organizzazione militare del diavolo: Omne regnum in seipsum divisum desolabitur, et domus supra domum cadet. Si autem et Satanas in seipsum divisus est, quomodo stabit regnum ejus ?

E ancora: Cum fortis armatus custodit atrium suum, in pace sunt ea quæ possidet. Si autem fortior eo superveniens vicerit eum, universa arma ejus auferet, in quibus confidebat, et spolia ejus distribuet.

Certo, i figli delle tenebre sono ben più organizzati e astuti dei figli della luce, ma è il Signore stesso che ci esorta a coniugare la prudenza e la semplicità: Ecce ego mitto vos sicut oves in medio luporum. Estote ergo prudentes sicut serpentes, et simplices sicut columbæ. Questo non significa, ovviamente, che dobbiamo comportarci in modo disonesto, ma che viceversa non dobbiamo farci un alibi della bontà dei nostri principi per agire da sprovveduti o da irresponsabili. Il nostro essere numericamente pochi non va inteso come un difetto, se sapremo essere lievito della massa.

In questa battaglia spirituale contro forze che appaiono enormemente più organizzate di quanto non siamo noi, dobbiamo compiere con generosità la nostra scelta di campo, schierarci al fianco del nostro Re, al Quale appartiene una vittoria certissima; e porci sotto il manto della Vergine Santissima, Regina delle Vittorie, alla Quale la Provvidenza ha dato il potere di schiacciare il capo dell’antico Serpente.

Il nostro addestramento inizia in ginocchio, con la preghiera assidua, la recita del Santo Rosario, la vita della Grazia, il nutrimento celeste della Santissima Eucaristia, l’assistenza alla Santa Messa, la penitenza e il digiuno. Una palestra spirituale, nella quale possiamo prepararci allo scontro e rafforzarci nelle Virtù, per non cedere agli assalti del Maligno. Questo nostro addestramento ci renderà davvero come il lievito della massa, e quanti con generosità si affiancheranno a voi anche senza condividere tutto ciò che voi credete e volete, presto si uniranno a voi anche nella professione dell’unica Fede, perché avranno in voi un esempio e un modello.

Fecit potentiam in brachio suo, dispersit superbos mente cordis sui. Deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles. Mostratevi degni di questa opportunità preziosa, nell’umiltà di chi per primo è consapevole della propria nullità, e dell’onnipotenza di Dio. Perché proprio nell’umiltà il Signore si compiace di compiere cose grandi. E domani, con la Grazia di Dio, potremo cantare con Cristo il nostro Lætare.

Carlo Maria Viganò, arcivescovo

26 marzo 2022

Sabbato Hebdomadæ III Quadragesimæ

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