Se la Chiesa smette di giudicare, si fa dare la linea dall’«Economist»

di Erminio Antonio

erminioantoniocom.wordpress.com

Quando quel «Chi sono io per giudicare?» risuonò tra i sedili di un aereo, un senso di gelida amarezza ci toccò. La maggior parte del popolo di Dio si divise tra entusiasti e imbarazzati, il piccolo resto di chi già si aspettava il peggio da anni scese di un altro gradino la propria amarezza. Gli entusiasti sono i cattolici di sinistra, quelli che Romano Prodi, per giustificare il fatto che lui fa come gli pare definì, «cattolici adulti»; sono persone che leggono i libri di Vito Mancuso con prefazione di Enzo Bianchi e i libri di Enzo Bianchi con prefazione di Vito Mancuso. Per queste persone sentire dire dal Papa che lui non ha l’autorità per sancire come moralmente errate le condotte omosessuali è segno di progresso e del fatto che la Chiesa finalmente «si mette al passo con la società».

Questa cosa qui si chiama modernismo e purtroppo è un’eresia, l’ha sancito San Pio X. Ci sono poi i cattolici un po’ spaesati dai discorsi di Jorge Mario Bergoglio, quelli che si ricordavano che mettere un simulacro pagano in una processione, come è successo con la famigerata Pachamama, era qualcosa da non fare ma che, comunque, si adattano alle stravaganze di una Chiesa che ormai negli ultimi anni ha abituato i fedeli al continuo rilancio progressista.

Il motivo non si coglie con precisione visto che più la Chiesa si sposta a sinistra più perde fedeli, ma pare che alla sinistra della sinistra il rilancio non basti mai; da tempo si parla di uno scisma tedesco perché per i cattolici tedeschi Bergoglio è fin troppo conservatore. Ma una Chiesa che vuole assomigliare sempre più al mondo non serve più, c’è già il mondo, e se voglio fare volontariato in una Ong vado direttamente su una nave a fare la rotta Tripoli-Lampedusa.

Purtroppo il mondo ci sta mostrando che non si tratta più di semplici dettagli ma del cuore stesso della realtà: il sinodo della chiesa anglicana, fedele alla rappresentazione classica dei Monty Python, si è recentemente rifiutato di dare la definizione di «donna» in quanto ciò potrebbe urtare la sensibilità del mondo Lgbt. In molti Paesi, inoltre, l’offensiva transumanista sta iniziando a dare i suoi frutti e, in alcune parti degli Stati Uniti, le cliniche per il cambio di sesso e la modificazione del corpo stanno iniziando ad operare sui bambini in maniera non più occasionale così come stanno proponendo regolarmente operazioni per l’impianto dell’utero negli uomini che desiderano partorire. Al Congresso degli Stati Uniti, in una recente seduta pubblica, una «esperta» ha dichiarato che i sessi non sono affatto due, sono in numero indefinito e che dire che un uomo non può partorire «non è corretto dal punto di vista biologico».

Come possiamo notare, coloro che si occupano di trasformare l’essere umano in qualcosa di nuovo non accennano a diminuire l’impegno e di fronte a tale offensiva colui che dovrebbe per primo «dare il nome alle cose», il Vicario di Cristo, si rifiuta di giudicare. Quella che qualche anno fa è sembrata una bonaria e accondiscendente dichiarazione di apertura nei confronti di «fratelli peccatori» oggi, di fronte alla chiara intenzione di dissolvere il concetto stesso di «uomo» e di «donna», si mostra in tutta la sua gravità nichilista.

Se l’omettere di biasimare una condotta che la Chiesa ha condannato da sempre, per pietà non citerò qui San Paolo, poteva rientrare nel tema postconciliare della «Chiesa aperta al mondo», oggi rifiutarsi di definire cosa sia un uomo o una donna, cosa li determinino biologicamente, cosa la natura – nemmeno la Scrittura – abbia destinato loro, quali siano i limiti che la realtà stabilisce per le cose e le persone, significa molto semplicemente benedire il nichilismo. E non stupisce che l’Economist suggerisca alla Chiesa cattolica di rinunciare una volta per tutte al celibato ecclesiastico per rimediare al problema della pedofilia. Se il celibato dei preti non ha alcun significato spirituale, visto che la trascendenza non va nominata, che non c’è niente di definitivo e che le scelte del passato non valgono per il presente, perché mantenerlo?

Per risolvere lo spiacevole problema della pedofilia, in attesa che venga accettata come una delle varie forme di amore a disposizione, inutile insistere su giudizi morali o addirittura su anacronistiche condanne o scelte che potevano andar bene in passato: basta che i preti si sposino e si risolve la questione.

Fonte: erminioantoniocom.wordpress.com

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