Caro Diario… / Noterelle dalla paranoia domestica

Caro Diario…

Domenica 16 ottobre, sera.

F. (mia moglie), rientrata dal weekend, con udienza papale, a Roma, fisicamente sta male-maluccio: praticamente come quando è partita. Non stava per niente bene, ma guai a rinunciare!

Martedì 18 ottobre, sera.

F. non solo è rientrata da Roma stando male di salute come quando è partita (per forza, con un tour de force del genere!): si è aggiunto anche il Covid. Stasera ha fatto il tampone: positivo.

Il vero guaio è che è scattato tutto il repertorio delle paranoie del caso, esattamente come ai primi tempi del Covid, come se due anni e mezzo fossero passati invano.

Così, nonostante i miei appelli a un realistico buon senso, F. ha voluto pasti separati, letti separati (per Provvidenza mio figlio è andato via proprio domenica sera, quindi posso accamparmi nella sua stanza, tra la sua bicicletta ivi parcheggiata, vestiti e ogni sorta di cose alla rinfusa).

Mercoledì 19 ottobre, sera.

F. mi ha ricordato che quando esco dovrei usare la mascherina…

Voleva anche bagni separati, ma mi sono rifiutato. Va bene andarle incontro, per la pace sua, ma c’è un limite pedagogico da tenere fermo a tutti i costi!

Inutile cercare di rammentarle che, dopo due giorni e mezzo di stretta convivenza e notti nello stesso letto, ormai i buoi – intesi come contagio mio – se dovevano entrare, ormai erano già entrati.

C’è da dire che a fronte delle mie considerazioni non si è irrigidita. Forse perché contra facta non valet argumentum o, forse, semplicemente perché è alquanto debilitata: tra Covid e udienza papale si è presa, effettivamente, una discreta botta.

En passant, dimenticavo: io, che non sono vaccinato, al momento sto benissimo.

Giovedì 20 ottobre, mattina.

F. continua a chiedermi, con aria indagatrice-incredula: “Come stai? Non hai nulla? Questa notte ti ho sentito tossire” (un colpetto da gola secca, niente di più). Lo dice quasi con aria speranzosa: vorrebbe che anch’io non mi sentissi bene. Glielo chiedo: “Scusa, ma tu vorresti proprio che io mi contagiassi?”

Sotto sotto sta rosicando. Lei, plurivaccinata, ha il Covid. Io, non vaccinato, non ho niente.

Vedo in lei invidia, irritazione, disappunto. Per l’ennesima volta non obbedisco a quello che dovrebbe succedere secondo la narrazione di regime su contagi e vaccini.

Intendiamoci, non ho l’arrogante presunzione di non contagiarmi;  spero solo che non avvenga. Esclusivamente a maggior gloria di Dio, visto che fin dagli inizi ho sempre affermato (e pubblicato) che il mio vaccino si chiama P & S: Preghiera & Sacramenti.

Il  Maccabeo

 

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