Lettera / Caso Odifreddi-Benedetto XVI: per favore, un po’ di prudenza! Perché lasciare che un papa venga strumentalizzato in questo modo?

Cari amici di Duc in altum, il Ministro ordinato di santa romana Chiesa (così si firma) torna a scrivere al blog. Questa volta in merito al libro In cammino alla ricerca della verità, spacciato come dialogo fra Piergiorgio Odifreddi e Benedetto XVI, del quale si è occupato qui Fabio Battiston.

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Caro Aldo Maria Valli,

dopo aver letto il bell’articolo di Fabio Battiston Odifreddi, Benedetto XVI e quel dialogo che non c’è mai stato, vorrei fare alcune considerazioni.

È successo, come si evince dall’articolo, che il matematico ha strumentalizzato la figura di Ratzinger per almeno due scopi, almeno così mi sembra di ravvisare: a) garantire le vendite del libro, quindi un buon guadagno, sfruttando un nome eccellente come quello di Ratzinger (oltre a quello di Ravasi); b) ottenere di potersi vantare di aver battuto in sapienza uno del calibro del sommo teologo Ratzinger, il quale però non ha avuto che poche occasioni ( di fatto soltanto una) per controbattere.

Ora a me sembra che siamo sempre al solito punto, dolentissimo: mentre gli altri, i nemici di Dio, fanno il loro lavoro, noi che ne siamo figli non facciamo il nostro.

Il lavoro di Odifreddi è colpire Dio e la sua Chiesa, e con che zelo egli lo porta avanti! A tal punto da aver pensato di dare scacco matto persino a papa Benedetto!

Invece il papa si pone in atteggiamento di accoglienza e assai ingenuamente permette al matematico di pubblicare quei contenuti grondanti disprezzo per Dio e derisione per chi intende adorarlo.

Mi duole dirlo: io che sono un povero uomo e un indegno servo di Cristo vedo anche in questa vicenda la solita, sconcertante, colossale ingenuità dei membri della Chiesa, Ratzinger compreso. Ingenuità che ha provocato danni incalcolabili, specialmente dall’ultimo secolo a oggi.

Sarebbe bastato che Ratzinger avesse detto di no alla domanda di pubblicare quei dialoghi (meglio: monologhi). Invece gliel’ha permesso pur conoscendone i contenuti assolutamente irriverenti e offensivi proprio verso il papa. Certo: non ha dato direttamente il suo consenso ma, andiamo: delegare uno come Ravasi per l’approvazione? Non scherziamo, su!

Purtroppo, dal giorno in cui frequento sacrestie (ormai da oltre cinquant’anni) non faccio altro che vedere membri della Chiesa (di tutti i gradi), ingenui al massimo, i quali credono che accogliere questo genere di persone li aiuti a una fantomatica conversione. Invece questo loro tendere la mano viene considerato dal mondo come debolezza e quindi il mondo se ne approfitta, esattamente come ha fatto Odifreddi.

Dov’è andata a finire quella parola di Cristo sulla prudenza (che si dovrebbe tradurre anche in una santa astuzia) del serpente e la semplicità della colomba (Mt 10,16)?

In questo frangente Benedetto è stato come sempre un campione di semplicità, ma avrebbe dovuto bilanciarla con l’astuzia e la prudenza – almeno un pochino! – nel riconoscere il vero intento del matematico, quello cioè non di cercare la verità ma di infangarla con l’umiliare uno dei suoi massimi esponenti al mondo.

Auspico che da ora in avanti papa Benedetto non accetti più confronti del genere anche in considerazione delle precarie condizioni in cui versa (come dice lui). Anche perché se continua a dire di sì saranno necessariamente persone del suo entourage a decidere per lui. E Dio ce ne scampi!

Non dimentichiamo che non è stato raggirato solo Ratzinger: tutti noi fedeli siamo costretti a vedere come un amato nostro papa venga umiliato e, attraverso lui, la nostra fede.

Invio a lei, Aldo Maria, e a tutti i lettori di Duc in altum un fraterno saluto in Cristo

Un Ministro ordinato di santa romana Chiesa

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Nella foto, il monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, residenza di Benedetto XVI

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