I cattocovidisti e il mio nervoso

Ha ragione Camillo Langone quando sul Foglio scrive: “Non riesco più a partecipare alla messa con serenità”. Per me è lo stesso.

Mi basta vedere i cattocovidisti mascherati e già mi viene il nervoso. Anche se la chiesa, enorme, è mezza vuota, loro sono ancora lì mascherati. Mascheratissimi.

Giorni fa in una chiesa, appunto, mezza vuota, a mia moglie e a me è stato chiesto di andare all’ambone a leggere. Ma a una condizione: essere mascherati. Noi ovviamente non lo eravamo e quindi abbiamo declinato. Poi mia moglie rovistando nella borsa ha recuperato una vecchia mascherina pluriutilizzata ed è andata a leggere. Ma lei è Santa Subito. Io invece, incavolato, ero già lì lì per uscire.

Ovviamente era mascherato anche il celebrante, e pure il diacono e pure la suora. Non so se l’avete notato anche voi (ve lo chiedo perché forse è tutto frutto della mia nevrosi), ma a me sembra che preti e suore siano tra i più mascherati fra i mascherati. Anche quando se ne vanno in giro per le strade li vedi spesso con la mordacchia. Perché lo fanno?  Hanno così tanta paura? O vogliono dimostrare di essere così tanto ligi alle norme da rispettarle anche quando non sono più in vigore? Oppure non sanno che quelle norme non sono più in vigore? Per me è un mistero doloroso.

La messa (parlo ovviamente di quella novus ordo) è per me fonte di nervosismo anche per il Padre nostro nuova formula, recitato a braccia aperte, e per lo sguardo di pace, e per la comunione distribuita sulle mani, e per il prete che non si sogna minimamente di dire “Sia lodato Gesù Cristo” eccetera. Ma i cattocovidisti mascherati sono quelli che proprio mi fanno venire l’orticaria e mi mettono anche una grande tristezza.

Direte: ma perché non vai alla messa vetus ordo? Giusta domanda. Ci vado, quando posso. Ma l’organizzazione familiare non sempre permette di prendere l’auto o i mezzi pubblici e mettersi in viaggio.

E vogliamo parlare delle acquasantiere senz’acqua, con dentro la botticella del gel disinfettante? Un orrore senza pari. E vogliamo parlare delle panche sulle quali ancora sono appiccicati i segnali che indicano dove ci si può sedere e dove no, per rispettare il distanziamento? E degli avvisi sul portone d’ingresso, con tutte quelle ingiunzioni circa la sanificazione, peggio che all’ospedale?

Forse i parroci non hanno smantellato tutto quanto per mera pigrizia. O forse perché pensano che con il freddo arriverà un’altra pandemia. Ma a volte penso che i cattocovidisti proprio non ne vogliano sapere di voltare pagina. Forse a loro va bene così.

Penso anche a quel sacerdote che ho visto qualche volta in azione in una parrocchia. Ben mascherato, al momento della comunione se ne va in giro tra le navate (evidentemente, permettere alla gente di mettersi in fila lui lo considera ancora pericoloso) e quasi getta l’ostia santa nelle mani dei fedeli, senza nemmeno un segno di riverenza e senza nemmeno dire “il Corpo di Cristo”. Perché si comporta così? Vuole forse testare la prontezza dei fedeli nell’acchiappare l’ostia?

Il nervosismo aumenta e mi tocca chiedere scusa al Signore. Non riesco a pregare, non riesco a concentrarmi. Mi monta dentro un risentimento ben poco cristiano.

Qualcosa di simile mi succede ovunque, quando noto che i mascherati non demordono. Ma è a messa che il nervosismo raggiunge l’apice, perché lì non dovrebbe succedere e invece è proprio in chiesa che la concentrazione di mascherati è tuttora incredibilmente alta e io non riesco a capire.

Forse anch’io, come Langone, parafrasando Petrolini dovrei dire: “A me m’ha rovinato la pandemia”. Oppure quelli che sono stati rovinati sono altri? Ah, saperlo!

A.M.V.

(Grazie Aurelio per avermi segnalato l’articolo di Langone)

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