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Quella volta che Francia – Germania fu giocata dai filosofi

Dal blog di monsignor Robert Mutsaerts, vescovo ausiliare della diocesi di Bois-le-Duc (‘s-Hertogenbosch in fiammingo), nel Brabante, un curioso e divertente articolo che mescola calcio e filosofia. Che cosa succede se Francia e Germania schierano in campo i loro principali pensatori? E se c’è un gol fantasma?

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di Rob Mutsaerts

Francia – Germania. Siamo all’89’ dei quarti di finale del Mondiale. È ancora 0-1 per la Francia: gol su rigore al 10′ di gioco dopo che Schopenhauer ha atterrato fallosamente Rousseau in area di rigore. Da allora non è successo molto. I difensori tedeschi si passano all’infinito la palla l’un l’altro senza diventare pericolosi. Ai francesi piace. Bevono vino e parlano di letteratura.

Ma… aspetta un attimo! Ecco che arriva Jean Paul Sartre! Prende la palla tra le mani, corre verso la porta gridando “libertà estrema, libertà radicale”. E lancia la palla in porta! Cosa fa l’arbitro?

I francesi invocano: gol valido!

Sartre: “La libertà di azione dell’individuo trascende tutte le regole”.

Derrida: “Intanto la regola non è mai stata chiara al 100%. Nessuno può dire esattamente cosa sia effettivamente una pallamano”.

Foucault: “Le regole del gioco sono oppressive. Dovremmo ottenere almeno due punti per la brillante critica di Sartre alla struttura di potere delle regole arbitrali”.

Ma no, l’arbitro non ne vuole sapere e dà un cartellino rosso a Sartre. La Germania ora fiuta la sua possibilità di segnare. Ma non sembra facile. I tedeschi appaiono già sconfitti. Sembra che Camus li abbia convinti che il calcio è essenzialmente un gioco assurdo e che non importa se vinci o perdi.

Ma poi il capitano Nietzsche si alza. Cerca di convincere i suoi compagni di squadra che possono creare il proprio significato attraverso la forza di volontà. Ma questo non aiuta molto perché non puoi sapere se segnare un gol ha valore per il significato che gli danno.

Poi improvvisamente si alza Marx. Sembra avere un’idea: “Meine gute, Hegel, non sai che l’unico compito del filosofo è interpretare il gioco; è suo compito cambiare il punteggio!”.

Marx prende dunque la palla e passa a Nietzsche, Nietsche ridà la palla a Marx, Marx tira e… colpisce la parte inferiore della traversa con un brillante calcio in rovesciata. Il pallone viene fermato sulla linea dal portiere Braudillard. O la palla era oltre la linea? Dramma in pieno tempo di recupero! La tecnologia della linea di porta dovrebbe fornire chiarezza. Non è gol! I francesi sono ancora in vantaggio 0-1.

Ma ora i tedeschi difenderanno la loro causa.

Kant: “Ascolta arbitro, è chiaro che la palla non era oltre la linea nel mondo fenomenale, ma è impossibile sapere se era gol nel mondo noumenico!”.

Heidegger: “Non puoi fidarti di questa tecnologia. Serve solo ad alienarti dall’essere. Cosa ti dicono i tuoi stessi occhi?”.

Hegel: “Questo è un caso classico: abbiamo una tesi, non un obiettivo, e un’antitesi, un obiettivo. Da ciò segue la sintesi. Devi darci mezzo gol”.

Entrambe le parti attendono con ansia la decisione dell’arbitro Confucio.

Nessun gol! Poi l’arbitro fischia la fine. I tedeschi sono profondamente scoraggiati. Marx ha fallito nel suo tentativo di ribaltare la situazione a suo favore. E i francesi? Beh, loro bevono ancora vino.

Fonte: vitaminexp.blogspot.com

Illustrazione da storiedicalcio.altervista.org

 

Aldo Maria Valli:
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