Il presepe noi lo facciamo così / 3

In tutto il suo plasticoso splendore

Caro Aldo Maria,

le racconto il mio presepe. Io sono del tipo “stanziale”, le statuine sono quelle di sempre arricchite negli anni. Il risultato è piuttosto un guazzabuglio ma lo difendo con grande energia.

Al tempo della nostra infanzia, nei sacchetti delle patatine piazzavano anche dei minuscoli animaletti in orrenda plastica, e nel presepe ci finirono anche quelli. Compreso un pesciolino rosso che galleggia su di un laghetto di stagnola d’ordinanza.

Ed eccolo, in tutto il suo plasticoso splendore! Non è propriamente una di quelle acciughe che Don Giuss disse saranno anch’esse salvate, ma fa la sua bella figura.

Buon Santo Natale a lei, ai suoi cari e a tutti i lettori di Duc in altum! E (io sono un filo apocalittica ma mi sforzo di fare anche questi altri auguri) incrociamo le dita per tutto quel che verrà.

Grazie, una volta di più, per quel che scrive, molto cordialmente

Donata

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La rappresentazione della realtà

Caro Valli,

ormai Natale è alle porte e mi sono decisa a raccontare il mio particolare presepe.

Quando si allestisce un presepe si entra un po’ nella dimensione del sacro, dove, alla presenza del Dio fatto bambino, anche il tempo diventa quello divino.

Ho cominciato a creare le statuine quando ero fidanzata a mio marito. A casa sua non si faceva il presepe e così ho fabbricato la Sacra famiglia, una piccola capanna e un angelo. Quando ci siamo sposati abbiamo portato con noi quelle statuine e il presepe si è via via ingrandito: dapprima erano personaggi tradizionali, poi ho cominciato a dare loro le sembianze di amici, parenti, persone care vive o morte. Creare una statuina è per me affidare una persona al Signore, una specie di preghiera. Anche il loro ruolo nel presepe conta: qualcuno custodisce i bambini, qualcuno depone davanti al bambino le sue ricchezze, qualcuno cerca la strada, altri svolgono con amore il proprio lavoro… ogni ruolo ha un significato e una preghiera. Persone anziane sono ritratte come giovinetti, bambini come adulti. Di sicuro il valore artistico delle statue è abbastanza basso, ma non è questo l’importante. Tutti sono lì insieme al bambino, nel presepe dove passato, presente e futuro si incontrano, vivi o morti, piccoli e grandi, al cospetto di Dio (Emanuele, Dio con noi) dove il tempo non conta più.

Alla fine il presepe è la rappresentazione della realtà. Perché “ecco apparirà il Signore e non mancherà di parola, se indugia attendilo, perché verrà e non potrà tardare” (novena di Natale).

Buon Natale del Signore.

Dafne 


blogducinaltum@gmail.com

 

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