Lettera da Milano / Distribuzione dell’Eucaristia: è abuso continuo

Caro Valli

Segnalo a e ai lettori di Duc in altum un fatto spiacevole accaduto sabato 7 gennaio nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco in piazzale Velasquez a Milano, durante la funzione delle ore 18.

Il sacerdote, coadiuvato da un chierico aspirante frate, ha celebrato la funzione in rito romano (lì non sono assoggettati al rito ambrosiano) e al momento della distribuzione dell’Eucarestia se ne è uscito con questo avviso: “Ormai è prassi, e lo sapete tutti, che chi vuole ricevere la particola in bocca si deve mettere a lato, lungo la navata destra, e la riceverà alla fine, dopo tutti gli altri fedeli. Ma non mettetevi in ginocchio! Perché qualcuno è caduto o può cadere. Tanto, il Signore è contento lo stesso anche se ricevete la Comunione in piedi”.

Penso che tali parole si commentino da sole. Davvero chi si mette in ginocchio può cadere? Ma quando mai? E i fedeli non sono in grado di stabilire da soli se sono in grado di inginocchiarsi o no?

Ho assistito così a una doppia discriminazione. La prima: essere costretti a mettersi di lato e per ultimi, come appestati. La seconda: vedersi vietare la possibilità di inginocchiarsi.

L’istruzione Inestimabile donum del 1980 prevede espressamente che i fedeli possano inginocchiarsi e anzi precisa “quando i fedeli si comunicano in ginocchio non è richiesto nessun altro segno di riverenza verso il santissimo Sacramento, poiché l’inginocchiarsi è esso stesso un segno di adorazione”.

Anche il punto 160 dell’ordinamento generale del Messale Romano stabilisce che “i fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza episcopale”.

Il Codex poi al punto 843.1 dice che “i ministri sacri non possono negare i Sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli”.

Nel mio caso, comunque, il risultato è stato che, vista la proibizione, non ho preso l’Eucarestia, e con me sicuramente altri. E sottolineo che una Signora che si è infischiata del divieto, e si è inginocchiata, è stata redarguita. Che tristezza!

Preghiamo per questi pastori, che pastori ormai non sono più, ma al tempo stesso diciamo: basta! Basta con questi abusi! Possibile che non sia possibile lodare e adorare Dio con il dovuto ossequio, come è sempre stato fatto e per di più in pieno diritto? Possibile che fra gli ormai pochi fedeli rimasti ci debbano essere divisioni fomentate da sacerdoti che non ricordano più i loro voti? Che male c’è ad avere riverenza nei confronti di Dio nostro Signore?

Che venga pure data l’Eucarestia in mano (che a volte cade a terra) e che alcuni, se vogliono, se la infilino in bocca da sotto la mascherina (la ingurgiteranno tutti? Mah…). Ma lasciate in pace noi che vogliamo riceverla sulla lingua e in ginocchio, in linea con quanto stabilito dalla Chiesa e secondo la nostra sensibilità!

Questi sacerdoti ricordino che tutti prima o dopo dovremo rendere conto davanti al Signore.

Lettera firmata

Milano

 

 

 

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