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Lettera dal Perù / Aprirci a Dio per amore

Caro Valli,

le scrivo dal Perù. Sono un cittadino italo-peruviano, nato e sempre vissuto a Lima, la capitale. I miei genitori, entrambi italiani, vennero qui negli anni Trenta: mio padre quando aveva appena quindici anni e poi negli anni Cinquanta mia madre. Quindi a casa nostra si è sempre parlato italiano, poi divenuto un “itagnolo”.

Sono un lettore del suo blog Duc in altum da qualche anno. Lo seguo con molto interesse per sapere ciò che succede, soprattutto nella nostra cara Chiesa cattolica, ma anche in politica e per quanto riguarda il siero genico.

Circa la nostra Chiesa, siamo pieni di perplessità per ciò che si vede, specie nella gerarchia. Bisogna mantenerci uniti nella preghiera, nella sana dottrina e nell’Eucaristia per resistere alla valanga di eresie e alla volontà di distruggere dal di dentro.

Un paio di mesi fa, abbiamo avuto la grazia di assistere a una conferenza di un prete spagnolo, fedele al Signore (ora bisogna sottolinearlo): Santiago Martín, abbastanza conosciuto nel mondo cattolico latinoamericano.

In questa conferenza, oltre a parlare dello scisma non dichiarato che stiamo vivendo, e che potrebbe avverarsi più avanti, il sacerdote disse una cosa molto importante: “Molti si avvicinano a Dio per due cause valide, ma insufficienti: l’interesse e la paura. L’interesse di andare in Cielo e la paura di finire all’inferno. Dobbiamo fare il passo successivo, aprirci a Dio per amore, per ciò che Lui è, la Fonte dell’Amore”. È un passo qualitativo non da poco.

Prego tutti i giorni per ricevere questa grandissima grazia. Sia per me che per il mondo intero.

Le mando un fraterno abbraccio sperando che i frutti del suo lavoro si moltiplichino e chiedo preghiere per il Perù, dato che stiamo attraversando una situazione politica difficile.

Marco Cattarini

Lima

Aldo Maria Valli:
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