Comunione / Dopo l’appello. Segnalazioni, coordinamento, petizione

Cari amici di Duc in altum, le adesioni all’appello rivolto ai vescovi perché facciano rispettare il diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca e in ginocchio sono sempre più numerose e arrivano da ogni parte d’Italia. Mi scuserete se, a questo punto, non le pubblico tutte.

Rendo noto invece che è nato un canale di coordinamento [https://t.me/veronicacireneo/625] e che ci si può unire ciccando qui: https://t.me/+YrXcBQyIwvpjMTQ0

Inoltre una lettrice, in seguito alle numerose denunce di abusi segnalate nel blog, ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere alla Cei di intervenire con una nota scritta che ribadisca il diritto dei fedeli di ricevere la Comunione sulla lingua e per chiedere ai vescovi diocesani di vigilare affinché nessun ministro si permetta di negarla. La petizione si può sottoscrivere qui: https://chng.it/NgrLQm4xjX

Il testo dell’appello ai vescovi lanciato tramite questo blog dal lettore Piergiorgio Cesario lo trovate qui.

Per le segnalazioni degli abusi e per aderire all’appello potete scrivere qui: blogducinaltum@gmail.com 

Per favore, indicate il luogo e la diocesi di appartenenza.

Per far conoscere le vostre richieste alla Cei, questo è il link  dell’Ufficio liturgico nazionale della Conferenza episcopale italiana:

https://liturgico.chiesacattolica.it/

Cliccando sul link si apre una pagina nella quale, alla voce Contatti, c’è la finestra per inviare messaggi.

Se si desidera scrivere una lettera, questo è l’indirizzo: 

Conferenza episcopale italiana

Ufficio liturgico

Circonvallazione Aurelia, 50

00165 Roma

Tel. 06 663981

***

Caro Valli,

sono di ritorno da un pellegrinaggio al santuario della Mentorella, molto caro a san Giovanni Paolo II.

Ho partecipato alla Messa domenicale delle 12:30 e al momento della Comunione il sacerdote ha informato che sarebbe stata distribuita solo sulla mano. Abuso viene perpetrato senza nessuna spiegazione, solo con una burocratica comunicazione. Non ho avuto modo di rincorrere il celebrante per chiedere spiegazioni.

Per quello che vale ho segnalato attraverso il modulo contatti del sito

https://liturgico.chiesacattolica.it/

Stefano Santucci

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Stimatissimo Aldo Maria Valli,

sono un suo affezionatissimo lettore. Il suo prezioso lavoro portato avanti con il blog Duc in altum rappresenta per me uno strumento indispensabile per informarmi da una fonte pura.

Colgo l’occasione per aderire all’appello ai vescovi: “Fate rispettare il diritto di ricevere la Santa Eucaristia in bocca”. Sebbene il mio attuale parroco segua le indicazioni di distribuire la Comunione anche in bocca per chi lo desidera, purtroppo è capitato anche a me che un sacerdote mi imponesse di ricevere il Corpo di Nostro Signore in mano.

Vorrei incoraggiarla a continuare nel suo lavoro che ritengo prezioso per quanti si sentono troppo spesso estranei a una Chiesa alla quale pur vogliono continuare ad appartenere.

Che Dio la benedica.

Grazie di cuore.

Antonio D’Amico

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Caro Valli,

aderisco volentieri all’appello per poter ricevere la Comunione in bocca come prescrivono le leggi generali della Chiesa.

Qui ad Alessandria nelle chiese dove solitamente vado alla Messa novus ordo (ex cappuccini, da poco passata alla diocesi, domenicani, salesiani) la Comunione è distribuita anche sulla lingua, senza problemi.

Da tanti anni, però, sono state demolite le balaustre e laddove ci sono ancora i laici si mettono in fila in piedi. Così come è da tanti anni sparito il piattino da avvicinare al mento o sotto le mani del fedele per evitare che frammenti dell’Ostia cadano.

Raramente vedo qualcuno inginocchiarsi. Segnalo infine che nella parrocchia della Madonna del Suffragio (costruita negli anni Trenta) la furia iconoclasta di un parroco negli anni Novanta ha portato alla demolizione dell’altare maggiore.

Alessandro Mirabelli

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Caro Valli,

ho aderito all’appello ai vescovi perché riconoscano il nostro diritto di ricevere il Corpo di Cristo sulla bocca e in ginocchio, ma vorrei segnalare anche il problema dell’acqua santa sparita in molte chiese e non più reintrodotta. Ho mandato al mio parroco un brano del Manuale di Filotea di don Giuseppe Riva sull’acqua benedetta e l’ho supplicato di rimetterla, ma non ci sente. Ogni volta che glielo chiedo, risponde: “Devce parlare con la sacrestana”, la quale sostiene che “c’è ancora il Covid”. Ma da quando in qua il parroco obbedisce alla sacrestana?

Sono senza parole.

Raffaella Garraffa

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Caro Valli,

non solo aderisco all’appello perché i vescovi riconoscano il nostro diritto di ricevere il Corpo di Cristo sulla bocca e in ginocchio, ma segnalo il grave problema di quei “fedeli” che, dopo aver ricevuto la Comunione sulla mano e in piedi, si voltano e se ne vanno senza metterla in bocca subito. Chi controlla? Purtroppo l’ostia consacrata troppo spesso è consegnata in modo frettoloso e altrettanto frettolosamente è presa tra le mani. E tutto questo l’ho visto perfino a San Giovanni Rotondo nel santuario di Padre Pio!

Maria Paola Giordano

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Gentilissimo Valli,

aderisco all’appello rivolto ai vescovi, affinché ci permettano di nuovo di ricevere degnamente Nostro Signore.

Qualche settimana fa il mio parroco, durante la Messa, ha rimproverato e irriso pubblicamente quanti gli hanno chiesto di poter ricevere nuovamente l’Eucaristia in bocca; e sempre lo stesso parroco, quando la Messa viene celebrata dal confratello più anziano che fatica a stare in piedi senza l’ausilio della stampella, al momento della Comunione pensa bene di mettersi al microfono a dirigere i canti, invece di distribuirla egli stesso. E dunque chi distribuisce le sacre particole? I famigerati ministri (stra)ordinari, naturalmente!

Uniti nella preghier,

Chiara

Roma

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