L’articolo, intitolato Perché bisognerebbe vietare il battesimo ai minori, è stato pubblicato dalla nota rivista MicroMega e l’autore è Alessandro Giacomini, consigliere comunale a Massimeno (Val Rendena).
L’autore, già segretario dei Laici trentini, esordisce così: “Il battesimo religioso dovrebbe essere vietato ai minori. Se non a diciotto anni almeno fino ai dodici. Qualcuno sussulterà a questa affermazione, ma sempre più spesso si sente parlare di bambini cristiani o di bambini musulmani, in realtà si stanno riferendo a figli di genitori cristiani o musulmani. Gli stessi genitori sono cattolici, islamici, ortodossi, protestanti, induisti per una mera questione di appartenenza geografica. Se prendiamo ad esempio la religione cattolica, si battezzano i propri figli nella quasi totalità dei casi da neonati, il cosiddetto pedo battesimo”.
Giacomini, prosegue nel lungo articolo uscito il 24 gennaio scorso sulla rivista di sinistra diretta da Paolo Flores d’Arcais facendo riferimento al Catechismo della Chiesa cattolica e indicando una serie di criticità. E suggerendo allo Stato una presa di posizione: “Incominciando a vietare il pedo battesimo, l’Italia eviterebbe un’eventuale procedura dell’Unione europea. La Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, strumento sui diritti umani più diffusamente ratificato nel mondo e simbolo della storia dei diritti umani dei bambini, prevede che ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata deve salvaguardare l’interesse superiore del bambino. Gli articoli 3, 12, 13, 14 sono chiarissimi e non offrono ambiguità. Ad esempio, l’articolo 14 comma 1 sentenzia: gli stati rispettano il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. È palese che detto articolo è agli antipodi con i sopracitati articoli della Chiesa cattolica all’atto battesimale”.
La proposta del consigliere comunale trentino è quindi rimbalzata all’attenzione mediatica a livello nazionale e varie testate di destra l’hanno pesantemente attaccata.
Per parte sua Alessandro Giacomini propone come prima tappa (che non esclude ovviamente le scelte successive) il “battesimo laico” per tutti, visto come una presentazione neutra e civica del bambino alla società.
“Una festa di benvenuto al mondo, per il proprio figlio, è un’aspirazione legittima e non è certo necessario che tale rito sia un battesimo in chiesa”, spiega il consigliere ricordando che questa cerimonia oggi avviene all’estero, in Europa (in qualche caso anche in Italia, ndr): “Il sindaco stesso, con una cerimonia civile, consegna alla famiglia un vademecum dei diritti del neonato, ad esempio, la carta Europea dei diritti per l’infanzia da consegnare ai genitori, essa è la pietra miliare dei diritti spettanti ai bambini, dall’infanzia alla adolescenza, diritti troppo spesso negati, come quello di far parte di una determinata chiesa senza il proprio consenso”.
Si tratta, sottolinea Giacomini, di un modo istituzionale anche per “valorizzare la gioia della famiglia per il nuovo nato, a cui si dà il benvenuto e si fa l’augurio di una vita serena e ricca”.
E sull’istituzione nel proprio Comune del battesimo laico, Giacomini annuncia di volersi impegnare, innanzitutto con una mozione che presenterà in consiglio.
Fonte: ladige.it
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Ed ecco il risultato
Alice è la prima battezzata con rito civile in Trentino. È accaduto a Massimeno, con una celebrazione svoltasi in municipio. Giacomini (Uaar): “Soddisfazione immensa”
Si è celebrato nei giorni scorsi a Massimeno il primo battesimo civile istituzionale: protagonista la piccola Alice, assieme a mamma e papà. Ma c’è un evidente significato che va oltre la celebrazione avvenuta in municipio. A spiegarlo è Alessandro Giacomini, consigliere di Massimeno.
“Questa giornata è stata un’opportunità per inaugurare una nuova pratica di gentilezza rivolta ai nuovi nati. Faccio inoltre presente che tale veste ufficiale, nell’offrire il benvenuto nella comunità al nuovo nascituro è unica in Trentino. Ovviamente la soddisfazione è immensa, il tutto fa seguito alla mia presa di posizione, con risonanza mediatica nazionale, nel vietare il battesimo religioso ai neonati” spiega Giacomini.
Come noto, infatti, lo stesso Giacomini ha sempre sostenuto che il battesimo civile dovrebbe, per meri motivi giuridici, tra cui i diritti del minore non consapevole a causa dell’età, sostituire il battesimo religioso.
Ma come funziona, esattamente, un battesimo civile? Il rito si svolge nelle sale ufficiali comunali con una presentazione iniziale, come avviene già in alcuni stati del nord Europa. Il sindaco stesso consegna alla famiglia un vademecum dei diritti del neonato, ad esempio la carta Europea dei diritti per l’infanzia. Si tratta in altre parole di una presentazione del bambino alla società e di una consegna ai suoi diritti.
Ancora Giacomini: “È mia intenzione, con l’associazione Uaar di cui sono il responsabile per il Trentino, sensibilizzare tutte le amministrazioni comunali affinché inseriscano nello statuto di ogni comune la procedura di benvenuto nella comunità ad ogni nato, consegnando ai genitori la carta per i diritti dell’infanzia”.
Fonte: trentotoday.it
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