Lockdown con il diavolo / 17

di Kennedy Hall

Malthus, ragazzo mio,

so cosa stai pensando: riuscirai mai a raggiungere il livello di eccellenza di cui ho fatto prova durante la mia recente incursione? Ti rispondo subito: è estremamente improbabile, dato che sei un idiota. Tuttavia, hai senza dubbio assistito ad un’eccellente dimostrazione di tentazione dinamica perfettamente orchestrata. Il motivo per cui ti ho chiesto di non prendere appunti durante la mia performance è che per te era più istruttivo osservare l’evento, più ancora che analizzarlo. Conoscendo il tuo acume demonologico (non riesco ancora a credere che siate i più brillanti dell’Accademia…) ti saresti solo confuso e così avresti sprecato l’effetto stupefacente del mio intervento. Dici che mi sto vantando? Beh, sì, certo che sì. Non c’è posto all’Inferno per l’umiltà. Quel vizio che il Nemico si aspetta dai suoi guardiani e seguaci non è altro che una patetica scusa per crogiolarsi nei propri limiti e nei propri fallimenti. Io sono il migliore, il più brillante e il più competente diavolo in tutti i gironi del nostro Regno Infernale! E tu dovresti considerarti fortunato per aver assistito ad una tale prova di forza.

Ora, ripercorriamo la sequenza degli eventi, in modo che la tua debole mente possa comprendere l’importanza di ciò che è accaduto. Ripensa a come sono arrivato: sono entrato dalla porta principale. Siamo degli intrusi, certo, ma non per questo dobbiamo entrare in case come queste di soppiatto. Quando i mortali commettono i sontuosi peccati che questi esemplari compiono da anni, ci stanno praticamente pregando di entrare nella loro vita. Purtroppo, abbiamo ancora bisogno di un permesso per affliggere gli umani, ma le loro offese al Nemico sono altrettanti tappeti di benvenuto che ci srotolano all’ingresso nelle loro menti. Sono anni che abbiamo libero accesso a questa casa, soprattutto da quando il padre si è fatto sterilizzare subito dopo la nascita della bambina. I peccati contro la Legge Naturale sono tra i mezzi più potenti per invitarci a casa loro.

A quel tempo non ero ancora stato assegnato alla supervisione di questa famiglia, ma leggendo i rapporti dei precedenti tentatori incaricati di occuparsi di loro, sono rimasto estasiato nell’apprendere quanto la madre ha sofferto per quell’evento. Non ha mai voluto “chiudere” con i figli: d’altra parte, nessuna donna lo desidera mai sul serio. Ma ha finito per interiorizzare le bugie che abbiamo cacciato loro in gola, come anatre che vengono ingozzate per il foie gras. Aveva trent’anni quando suo marito si è castrato pensando di “fare la cosa giusta”. Non avevano mai concordato ufficialmente un numero specifico di figli, ma la cultura attuale, così galvanizzata dalle nostre speciose argomentazioni, ha venduto alla maggior parte di questi facili bersagli della classe media l’idea che i figli possono essere cresciuti correttamente solo al prezzo di un enorme onere finanziario. Si tratta ovviamente di una menzogna, poiché la maggior parte dei loro antenati ha cresciuto famiglie numerose con pochi soldi, ma poco importa: è questa la linea del partito. Poco prima che nascesse la bambina avevano contratto un pesante mutuo, accollandosi decenni di debiti ai quali potevano far fronte solo con un ménage a due redditi. Non ti sfuggirà la spassosa ironia di questi mentecatti che limitano le dimensioni delle loro famiglie per accumulare una maggiore quantità di ricchezza (in realtà non è ricchezza che acquisiscono, ma debiti con la banca) solo per acquistare grandi case e automobili perfettamente inutili a causa del numero ridotto di figli. Il potere dell’usura non smette mai di gridare vendetta al Cielo. E di strizzare l’occhio alle porte dell’Inferno, aggiungo io.

Inoltre, la madre ha a lungo venerato le attricette che in un modo o nell’altro “ritornano in forma” poco dopo aver figliato. La combinazione di avidità e vanità era irresistibile, al punto che è stata lei ad incoraggiare il marito a recarsi in clinica per sottoporsi ad una procedura degna di un animale domestico. “Uno, due, e zac!”, come si suol dire. Forse avrà ritrovato il suo corpo “di prima”, quello stesso corpo che un giorno marcirà imputridito, emanando un odore fetido come quello di un animale morto. La sua storia è la stessa di molte altre, ed è per questo che il nostro Dipartimento di Vessazione Femminile ispira i dirigenti pubblicitari ad inondare i programmi televisivi di spot che promuovono messaggi utili a questo fine. Hai mai notato che durante un programma televisivo destinato ad un pubblico femminile le interruzioni sono riempite di bambole ritoccate chirurgicamente, che promuovono un mix di lingerie, integratori antietà e pannolini? In soli tre minuti riusciamo a inchiodare le donne alle loro profonde contraddizioni e all’odio colpevole per le scelte che hanno fatto.

Ora, torniamo alle mie capacità superiori: cosa ho fatto quando la tua donna stava vivendo questa esatta situazione al mio arrivo? Ho rivolto il suo sguardo verso il marito che stava fissando il telefono in cucina, con addosso ancora gli indumenti puzzolenti di una notte passata a dormire vestito. Il risentimento del suo subconscio si riversò nella corteccia cerebrale con un’intensità decuplicata. “La verità è che è colpa sua se sono così depressa”, ha pensato; non c’è stato nemmeno bisogno che le impiantassi questo pensiero nella mente, visto che lo reprimeva da anni. Forse ricorderai che in quel momento ho indotto l’uomo ad alzare la testa e a stabilire uno straziante contatto visivo con lei. I due si sono scambiati un breve sguardo carico di un rancoroso senso di colpa. Lei ha creduto che lui potesse intuire i suoi pensieri, e a lui ha preso un colpo perché gli è parso che lei fosse in qualche modo al corrente della sua nuova, perversa abitudine. Entrambi incolpavano inconsciamente l’altro per il disgusto che provavano per sé stessi, e al tempo stesso maledicevano la propria esistenza.

Avrai notato come il battito cardiaco dell’uomo sia immediatamente schizzato a mille. Sì, ciò in parte era dovuto alla consapevolezza che alla fine il suo nuovo passatempo sarebbe stato smascherato, ma soprattutto sono io che gli ho dato una spintarella. L’ho rassicurato sul fatto che sua moglie non aveva idea di cosa stesse facendo e che il suo meraviglioso dispositivo elettronico poteva permettergli di accedere al suo harem virtuale in qualsiasi momento della giornata. La moglie e i figli avrebbero potuto anche trovarsi nella stessa stanza, ma lui poteva restare solo soletto con la sua anima in decomposizione e la sua brigata di anonime prostitute su internet. Per gli esseri umani il brivido che deriva dalle immagini pornografiche è solo in parte legato all’istinto sessuale; è altrettanto, se non di più, legato al desiderio diabolico di godere della propria sozzura. Un uomo che si dedica a questa attività non diventa altro che un porco, che si rotola nella sua lurida melma colma di escrementi. Il nostro obiettivo è incoraggiare una discesa quanto più ripida possibile nel pozzo di questa barbarie autolesionista. Se tutto va come deve andare, arriverà a vedersi per quello che è veramente: un nostro possesso.

La sua coscienza non è ancora del tutto morta, ed è per questo che gli ho ricordato quanta sete avesse e quanto sarebbe stato delizioso per la sua gola e per il suo vomitevole senso di colpa afferrare quella bottiglia di whisky dallo scaffale. Un sorso generoso e fu subito come nuovo, pieno di coraggio alcolico sufficiente per scendere nella camera da letto del seminterrato che ora occupa per evitare la moglie. Si è affrettato a chiudere la porta dall’interno: era appena riuscito ad incarcerarsi nel suo Inferno personale.

Quest’uomo è nostro, e la moglie lo sarà presto. Ora dobbiamo riflettere alla fase successiva e decidere per quanto tempo dovremo tenere segreto il suo piccolo hobby. Penso che sia meglio lasciare che le ferite si infettino, sperando che siano sufficienti a causare una cancrena fatale. Continuiamo a riversare un flusso costante di vergogna su quell’uomo e ricordiamogli che ogni resistenza è inutile. Il suo intelletto continuerà ad oscurarsi fino al punto di razionalizzare la sua perversione in qualsiasi circostanza. Quando raggiungerà uno stato di piena razionalizzazione… beh, allora sarà quanto più lontano possibile dal Nemico.

Alla prossima,

Quelle

17.continua

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