Lettera / La Santa Chiesa e il ravvedimento che non arriva

Caro Valli,

nel leggere i rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità sono rimasto a dir poco allibito. Essi evidenziano infatti per il covid 19 una letalità, peraltro sovrastimata, dello 0,7%, concentrata per lo più nella fascia over 70 (85%).

Da questi numeri si evince inoltre come l’avvento di una campagna vaccinale mai come allora massiva, isterica e con un militare alla guida non abbia di fatto modificato detto tasso, ma l’apparente flessione della mortalità sia correlata alla crescita del numero complessivo dei contagi.

Nel celebre action-movie anni Ottanta Trappola di cristallo, il poliziotto accortosi che dietro l’apparente attacco terroristico si nascondeva una semplice rapina, chiede al villain di turno: “E c’era bisogno di demolire un grattacielo?”. Ebbene parafrasando il buon Bruce Willis dell’epoca pure io mi domando se per una polmonite, per quanto in alcuni casi severa (specie se curata con il protocollo Speranza), ci fosse bisogno di demolire un Paese. A che pro generare, fomentare e alimentare irresponsabilmente un clima di terrore come quello in cui ci siamo trovati con annessa profonda lacerazione sociale, vistosamente creata ad arte con la collaborazione di un mondo dell’informazione mai così omogeneo, tra gli adepti della “Scienzah” (ovvero i seguaci di sedicenti guru che non ne hanno azzeccata una in tre anni) e coloro che cercando di mantenere un minimo di lucidità provavano a uscire dai binari dell’emotività e a imbastire un ragionamento un poco più articolato? Lacerazione che, occorre dirlo, è tutt’altro che rimarginata, proprio in quella società occidentale che solo a parole rigetta con fermezza ogni forma discriminatoria: palesi sintomi di una cultura in piena decadenza che al già nefasto antropocentrismo ha sostituito il più becero nichilismo.

Se tutto ciò può essere considerato amaro ma in fondo non inaspettato, è il momento di dire con chiarezza che le maggiori delusioni arrivano ancor oggi da quel contesto umano in cui dovrei sentirmi “a casa”, in cui sarebbe quasi naturale attendersi lo sviluppo strutturato di una coscienza critica che sappia individuare e denunciare meccanismi e progettualità che tutto hanno a cuore eccetto l’uomo e che anzi, mirano a inglobarlo dentro processi di controllo sociale oppressivi e disumanizzanti. Parliamo di gente che avendo letto Solženicyn e Havel pensavo ci avesse capito qualcosa. Invece. Non si può più sopportare di ascoltare pastori che ora parlano di “voglia di socialità” e che hanno scambiato per senso di responsabilità la sottomissione acritica e incondizionata alle istituzioni civili senza il benché minimo cenno di ravvedimento. Come è possibile ancor oggi giustificare le malefatte di coloro che ci hanno imposto le condotte più assurde e insensate al fine di convincerci che i nostri più basilari diritti debbano essere intesi quali “concessioni”, e che le dinamiche della liberal democrazia debbono essere sacrificate sull’altare di una differente configurazione di potere?

Concludo ricordando le parole stranamente profetiche di David Rockfeller, scomparso nel 2017: “Siamo sull’orlo di una trasformazione globale, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta crisi globale e le nazioni accetteranno il nuovo ordine mondiale”. Cari pastori di Santa Madre Chiesa, mi vien da chiedere, era complottista pure lui oppure c’era (e c’è) bisogno di una riflessione un po’ più approfondita rispetto a indossare bene il bavaglio, disinfettare le mani con le nuove acquasantiere al gel e farsi accompagnare alla panca dagli zelanti volontari del servizio d’ordine?

Claudio

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!