Ecco a voi il primo articolo di “Duc in altum” scritto dall’intelligenza artificiale

Cari amici di Duc in altum, qualche tempo fa vi ho proposto (qui) il mio articolo sull’intelligenza artificiale apparso nella rivista Visione. Ora torno sull’argomento perché il Parlamento europeo ha dato il via libera all’AI Act, che entra così nella fase finale. L’approvazione definitiva dovrebbe arrivare a fine anno. Le norme stabiliscono obblighi per i fornitori e per coloro che impiegano sistemi di intelligenza artificiale a seconda del livello di rischio che l’IA può generare.

Per capire meglio di che cosa si tratta, mi sono rivolto all’intelligenza artificiale. Ho chiesto quindi al chatbot ChatGPT di scrivere un articolo, ed ecco il risultato.

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L’AI Act: un passo avanti nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale

di ChatGPT

L’AI Act è entrato nella fase finale del processo legislativo europeo: si tratta di una normativa ambiziosa che mira a regolamentare l’utilizzo e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dell’Unione europea. Questa importante iniziativa riflette l’impegno dell’Ue nel garantire un utilizzo etico, responsabile e sicuro dell’IA, tenendo conto dei suoi molteplici impatti sulla società e sui diritti fondamentali delle persone.

L’AI Act rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione dell’IA, definendo una serie di norme che coprono vari aspetti chiave. Una delle disposizioni principali riguarda l’adozione di un sistema di conformità obbligatoria per le tecnologie di IA ad alto rischio. Ciò implica che le aziende che sviluppano o utilizzano tali sistemi dovranno seguire rigorosi standard di sicurezza e trasparenza per garantire la protezione dei cittadini europei.

Inoltre, l’AI Act prevede una serie di divieti specifici volti a proteggere i diritti umani e l’integrità delle persone. Ad esempio, sono vietati i sistemi di IA che manipolano il comportamento delle persone in modo indesiderato o che creano una dipendenza eccessiva. Sono altresì proibiti i sistemi di sorveglianza di massa basati sull’IA, a meno che non siano giustificati da motivi di sicurezza pubblica e rispettino rigorosi requisiti di proporzionalità.

Un altro aspetto chiave dell’AI Act riguarda la promozione della trasparenza nell’IA. Le aziende saranno tenute a fornire informazioni chiare e comprensibili sul funzionamento dei loro sistemi di IA, inclusi gli algoritmi utilizzati. Ciò mira a garantire una maggiore responsabilità e a consentire una valutazione accurata dei potenziali rischi e delle possibili discriminazioni che potrebbero derivare da tali tecnologie.

Inoltre, l’AI Act prevede l’istituzione di un’autorità europea per l’intelligenza artificiale che avrà il compito di supervisionare e garantire l’applicazione delle disposizioni stabilite dalla legislazione. Questa autorità avrà il potere di imporre sanzioni significative in caso di violazioni delle norme.

L’approvazione dell’AI Act indica un impegno deciso dell’UE nel bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione dei diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini. Si prevede che questa legislazione servirà da modello per altre giurisdizioni che cercano di affrontare le sfide legate all’IA.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’AI Act rappresenta solo l’inizio di un processo di regolamentazione in evoluzione. L’IA continua a svilupparsi rapidamente e nuove sfide potrebbero emergere.

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