Dibattito / Che cosa dobbiamo fare? Altre proposte

Tornare al reale

Caro Valli,

pare che il dibattito sul “che cosa dobbiamo fare” stia appassionando molti, forse troppi, il che è sicuramente un segnale di speranza: non siamo soli nell’universo. Tuttavia noto che la confusione regna come sempre sovrana, e insieme alle buone intenzioni, e soprattutto alla buona Fede, in questi giorni stiamo leggendo un po’ di tutto. Ma non voglio offendere nessuno, mi limito solo a osservare che quando proviamo ad approcciare il problema da un punto di vista umano, emergono tutte le contraddizioni e i limiti della nostra condizione di uomini.

Dato però che non stiamo dibattendo di come cambiare un partito, un movimento politico o un’azienda ma stiamo parlando di un’istituzione divina, ecco che allora il nostro approccio dovrebbe essere, diciamo, più spirituale.

Sono anni che vediamo petizioni, appelli, correzioni filiali che vorrebbero in qualche modo opporsi alla marea devastatrice del modernismo che ha occupato oggettivamente i vertici della Chiesa.

Sono anni che litighiamo sul come e sul quando, tra l’altro ormai solo nel mondo virtuale, in quanto non esistono nemmeno più le dispute pubbliche e sempre meno anche i semplici incontri in cui poter discutere tra noi.

E in questo fantastico mondo virtuale qualcuno avrebbe anche la pretesa di poter cambiare le cose. In realtà siamo già belli che fregati, e culliamo l’illusione di stare resistendo a chissà che cosa comodamente seduti sul divano con in mano il nostro fedele e inseparabile telefonino intelligente.

Le cose insomma si sono complicate fin troppo, e soprattutto il corso degli eventi ha accelerato in maniera impressionante: impossibile starci dietro senza praticamente trascurare tutto il resto.

Allora? Tornare alle cose semplici. Ritornare al reale.

Abbandonare certe illusioni e certi propositi velleitari. Preghiamo affinché il Signore ci mandi pastori e guide che ci indichino la strada. Ma che stiano in mezzo a noi, potendoli ascoltare dal vivo e toccare con mano. Perché qui mi sembra che ormai i punti di riferimento siano diventati esclusivamente personaggi virtuali, che esistono solo nei video (si, è una frecciata a un certo monsignore che dice tante cose apprezzabili ma che per quando mi riguarda potrebbe anche essere una simulazione artificiale: sarebbe stato preferibile che questi anni li avesse passati a incontrare i fedeli, a celebrare pubblicamente Messe, insomma a stare in mezzo a noi. E su questo punto mi piacerebbe un suo parere, visto che lo ha conosciuto di persona e magari io sono troppo severo).

Preghiamo, sacrifichiamo tutto il sacrificabile al Signore per riparare a quanto di male ha fatto la sua stessa Chiesa in questi anni. Aiutiamo i bravi sacerdoti ovunque essi si trovino, costruiamo scuole in cui mandare i nostri figli e cappelle dove fare venire a celebrare i bravi sacerdoti. Distruggiamo i ponti e costruiamo solidi muri, al cui interno conservare la Fede e trasmetterla a chi verrà dopo. E basta pippe mentali. Basta farneticazioni su improbabili conclavi riparatori, basta petizioni. Se ce l’avete tanto con cardinali e vescovi, ebbene affrontateli di persona. E ogni tanto pregate per loro. Che non fa mai male.

Grazie come sempre per il suo prezioso lavoro al servizio di Cristo.

Michael Maron

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Il riferimento del lettore Michael Maron a un “certo monsignore” riguarda ovviamente Carlo Maria Viganò. Io non sono l’avocato difensore dell’arcivescovo, però mi pare che il signor Maron qui sia quanto meno ingeneroso. Pensiamo all’impatto che Viganò ha potuto avere sulla realtà, non soltanto ecclesiale, proprio grazie ai suoi scritti e ai suoi video. A parte i problemi di sicurezza personale e di fatica legata all’età, se monsignor Viganò avesse privilegiato la presenza fisica certamente non avrebbe ottenuto gli stessi risultati e non avrebbe potuto parlare a così tante persone, in diverse lingue, come ha fatto mediante gli interventi nel web.   

A.M.V.

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Ricordare la lezione di Havel

Caro Aldo Maria,

noi tutti, credo, abbiamo ben presente il verduraio di cui parla Václav Havel in Il potere dei senza potere. 

Questo piccolo uomo, conscio che l’unico potere dei senza potere come lui consista nel vivere senza menzogna, compie il solo gesto che è in grado di fare nella Cecoslovacchia comunista degli anni Settanta: non espone in vetrina i cartelli di sostegno al regime che gli vengono consegnati per disposizione del partito assieme a cipolle, patate e verdure varie.

Sceglie di vivere senza menzogna e col suo piccolo gesto contribuisce realmente all’inizio del cambiamento.

Forse c’è in questo un esempio anche per noi.

La Chiesa non è un partito, si obietterà, ed è verissimo, ma anche “la verità vi farà liberi” non è uno slogan politico bensì parola di Dio.

Natale 

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Mi fa piacere che il lettore Natale riprenda l’esempio del fruttivendolo di cui parlò Václav Havel. A questo proposito ricordo il mio articolo Noi e la polis parallela. Strategie di resistenza, nel quale mi occupo proprio del messaggio di Havel, e anche di Václav Benda, applicandolo alla nostra realtà odierna. Ho ripreso poi il testo nel libro Stato di emergenza: Il pandemonio pandemico e i nuovi totalitarismi (Fede & Cultura, 2023).

A.M.V.

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Pregare san Giuseppe

Caro Aldo Maria,

ieri, insieme a mia moglie, ho letto le lettere inviate a Duc in altum a proposito del “che cosa dobbiamo fare?”. Anche per me è un interrogativo costante, quotidiano. Poi, come a volte accade, nella mente arriva una risposta, o meglio un’intuizione. E sembra quella giusta. Una semplice intuizione.

Da tempo penso con più assiduità a san Giuseppe e dedico a Lui alcune mie necessità.

Dio manda sempre segnali. Così, leggendo la vita di Santa Teresa d’Avila, mi sono imbattuto in quel pensiero da lei formulato in riferimento al Papà Putativo: “Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti”

Mi colpì, le credetti, provai. Fui accontentato. Ne rendo testimonianza.

Per questo, invito tutti a chiedere al Patrono della Chiesa l’aiuto necessario, giovevole al vero bene, in questo tempo terribile.

Allargando le nostre fila, chiamando a raccolta i lettori dei tanti siti cattolici, dei nostri conoscenti, delle nostre parrocchie, potremmo programmare di pregare tutti la medesima preghiera, il Sacro manto di san Giuseppe, per l’intero prossimo mese di agosto.

Un caro saluto a tutti.

Massimo F. Valloscuro

 

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