Cronache dal clero / Caro Aldo Maria, ti scrivo. Che cosa mi aspetto dal sinodo dei sinodi? Tutto il male possibile

di padre Mario Begio

Caro Aldo Maria,

si avvicina il sinodo dei sinodi, detto anche Concilio Vaticano III, dove il più cattolico della ciurma sarà probabilmente Casarini.

Io da questo sinodo mi aspetto tutto il male possibile, intendo dire tutto quello che ancora non è stato possibile fare. Lo ripeto sempre per trasparenza: dopo aver autorizzato gli aborti al fine di produrre pseudo-vaccini per una pandemia mediatica, chiudendo le chiese e profanando l’Eucaristia con gel e altri protocolli insani, non penso si possa scendere molto più in basso. Probabilmente manca giusto solo di benedire il movimento LGBT con la sua porzione di satanisti e pedofili ben inseriti e non troppo camuffati. Detto questo: ammetto che lo schifo per ora sta ancora sommerso e in effetti servono degli eventi che portino il tutto alla luce. Il sinodo probabilmente gioverà a tal fine.

E allora oggi mi limito a commentare il manifesto del sinodo, la locandina insomma. Ne scopriremo delle belle.

Facciamo un passo indietro: caro Aldo Maria, hai notato qual è il trend dei sinodi diocesani? Voglio dire, hai notato qual è lo stile grafico dei manifesti e dei loghi che accompagnano tali eventi? Colori, tanti colori. Più o meno indovinati, ma tanti colori. E generalmente si tende a un arcobaleno di colori, a metà tra le bandiere della pace, quelle LGBT, le olimpiadi e… scegliete voi. E poi ogni tanto ci sono dei fumetti cartooneschi di Gesù e Maria, ma più spesso c’è la croce. Ti faccio notare: non c’è mai il Crocifisso. C’è la croce. Una croce stilizzata, colorata, tondeggiante, più o meno minuscola, spesso marginale, sempre più mimetizzata e invisibile. Anzi, a volte non c’è nemmeno.

Ed eccoci a noi: il manifesto del sinodo dei sinodi non differisce dagli altri. Uno sfondo monocromo; una sfilata di persone: vecchi, bambini, disabili, un vescovo e una suora; e su di essi incombe la Cosa. La Cosa è un film horror del 1982. Nella locandina del film si vede una sorta di ominide, il quale al posto del volto ha un disco luminoso. Ecco, lo scarabocchio che incombe dietro alla sfilata di cattolici arcobaleno richiama la Cosa. Richiama anche uno spaventapasseri. Come struttura generale del disegno, richiama parecchio le stampe di Francisco Goya: incisioni e pitture nere, gruppi di persone sovrastati da mostri.

Padre Mario, stai esagerando! Ah beh, se lo dite voi… Ma io vedo un figuro che sovrasta una camminata di gente. E se quel figuro è il Dolce Cristo, allora perché vergognarsi di dipingerlo? E se non è Lui, chi mai pensate possa essere?

Sì, credo che il futuro del sinodo dei sinodi sia ben rappresentato dal manifesto. E comunque la Cosa è un bel film, anche perché la Cosa è un migrante spaziale – Casarini sarebbe contento! –  e spaventa pur sempre meno di quel che ci attende con la Cosa dei Sinodi.

E mi fermo qui. Per oggi.

26.continua

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