Luci e ombre dello Ior, la banca vaticana. Dagli inizi a Marcinkus

Cari amici di Duc in altum, come ben sapete lo Ior, l’Istituto per le opere di religione, meglio noto come la banca del Vaticano, ha sempre attirato molto interesse, specie tra i vaticanisti. Io stesso non ho resistito alla tentazione di occuparmene, con un libro che risale ormai a dieci anni fa: Il forziere dei papi. Storia, volti e misteri dello Ior (Edizioni Ancora). E ora alla già vasta bibliografia sul tema si aggiunge una nuova opera dell’amico e collega Francesco Anfossi, giornalista che da anni si occupa dello Ior e non ha mai smesso di fare ricerche. Si tratta del libro Ior. Luci e ombre della banca vaticana dagli inizi a Marcinkus.

Frutto di una lunga indagine basata anche su documenti inediti e scottanti, reperiti grazie alla desecretazione dell’Archivio di Stato di Parma, dove sono conservate le carte del Fondo Casaroli, e su altre fonti trovate dall’autore (lettere, bilanci, documenti finanziari), il libro propone anche i risultati di conversazioni con economisti, consulenti, uomini della finanza, dipendenti e dirigenti dell’Istituto vaticano, tra i quali Lelio Scaletti, dirigente per un quarantennio dello Ior, Felice Martinelli, consulente della Banca d’Italia ai tempi del crack dell’Ambrosiano, l’avvocato americano del Vaticano Jeffrey Lena, difensore nel processo Alperin sul cosiddetto Tesoro degli Ustascia, Angelo Caloia, Giovanni Bazoli e tanti altri.

Introdotto dalla prefazione dello storico Agostino Giovagnoli, il volume è scandito in dodici capitoli, che ripercorrono la storia dello Ior dalla sua antenata Commissione ad Pias Causas al cosiddetto accordo di Ginevra, mediante il quale il Vaticano risarcì in parte le banche creditrici dell’Ambrosiano.

I primi tre capitoli riguardano le origini dell’Istituto, fino al dopoguerra.

Il quarto capitolo ripercorre la vicenda del Tesoro degli Ustascia, ovvero la sorte del leggendario carico di beni depredati dagli uomini di Ante Pavelic agli ebrei del campo di sterminio di Jasenovac, in Croazia, e finiti secondo alcune testimonianze in Vaticano. Sospetti che hanno portato alla class action Alperin versus Vatican. Viene ripercorso tutto il processo oltre alle vicende che ruotano intorno al frate croato Krunoslav Draganovic, considerato un religioso attivo nella cosiddetta ratline, la rotta dei topi, che ha permesso la fuga dei criminali croati in Sudamerica, fino all’esito finale del processo.

Il quinto capitolo affronta l’era di Massimo Spada, primo direttore laico dello Ior, con testimonianze dirette e documenti e la stagione dello Ior nel dopoguerra, in relazione ai legami con Michele Sindona. Le carte del Fondo Casaroli svelano qual era l’opinione del segretario di Stato Agostino Casaroli sul personaggio e soprattutto l’azione degli avvocati del finanziere di Patti per ottenere gli affidavit e la captatio benevolentiae che gli avrebbe consentito di facilitare la sua difesa nel processo newyorchese in cui era accusato di bancarotta fraudolenta, dopo il crack delle sue banche.

Il settimo capitolo è dedicato a Marcinkus, attraverso documenti e testimonianze inedite, approfondendo la sua responsabilità in merito ai legami con Sindona e Calvi.

L’ottavo, il nono e il decimo capitolo ripercorrono il crack dell’Ambrosiano, visto soprattutto dall’interno del Vaticano. Vengono ricostruite le responsabilità dell’Istituto in tutta la vicenda, la lotta tra gli alleati di Marcinkus, propensi al muro totale sulla vicenda, e quelli che sollecitavano una riforma, alleati del segretario di Stato, anche attraverso il rapporto riservato di Marcinkus a Casaroli e dei report degli altri consulenti ingaggiati dal cardinale piacentino, protagonista della Ostpolitik della Chiesa, per venire a capo delle reali implicazioni della Santa Sede nella bancarotta dell’istituto di credito milanese.

L’undicesimo capitolo, attraverso le carte del Fondo Casaroli, ricostruisce le vicissitudini umane, finanziarie, ecclesiali e legali che hanno portato papa Giovanni Paolo II, il segretario di Stato Casaroli, Martinez Somalo e Marcinkus alla riunione segreta a Castelgandolfo dell’agosto 1983, in cui il pontefice avallò il cosiddetto accordo di Ginevra, l’indennizzo di 250 milioni di dollari alle banche creditrici dell’Ambrosiano, riconoscendo in parte la responsabilità dell’Istituto. Vi fu ad esempio l’interesse dell’ex governatore della Banca d’Italia Guido Carli, che offrì all’allora responsabile dei rapporti con l’Italia monsignor Achille Silvestrini una consulenza e una serie di consigli su come riformare lo Ior (viene riportata integralmente la lettera di Silvestrini a Casaroli che riassume i dialoghi con Carli). Dopo l’accordo di Ginevra, come dicono i bilanci di allora pubblicati nel libro, a salvare con la sua liquidità lo Ior e le casse Vaticane fu Madre Teresa di Calcutta, prima cliente dell’Istituto.

Infine, il dodicesimo capitolo ricostruisce, attraverso le lettere inviate a Casaroli trovate nell’archivio, l’opera del cardinale di Firenze Giovanni Benelli e del cardinale di Milano Carlo Maria Martini per allontanare Marcinkus dallo Ior. Viene anche pubblicata l’informativa a Casaroli dell’arcivescovo di Milano nei confronti della Procura di Milano guidata dal procuratore capo Gresti dopo i contatti avuti tra i due per capire se verranno ordinati mandati di cattura nei confronti di Marcinkus, Mennini e De Strobel in merito al crack dell’Ambrosiano.

Il libro è arricchito con i bilanci dell’epoca, il numero e il tipo dei clienti, l’ambientazione dei locali del Torrione Niccolò V, la banca più suggestiva e segreta del mondo, e le vicende di molti suoi dipendenti, spesso bizzarre, come quella di Karl Glaentzel, l’impiegato addetto al caveau.

Il libro, scrive il professor Giovagnoli, “aiuta anzitutto a capire la complessità della struttura finanziaria della Santa Sede, frutto di molteplici stratificazioni e di novità che non azzerano quanto già in essere, ma piuttosto lo modificano aggiungendo nuove articolazioni, responsabilità e competenze”.

Francesco Anfossi, che a più riprese cita il mio libro, all’inizio del suo mi inserisce tra le persone da ringraziare. Ringrazio dei ringraziamenti e invito tutti alla lettura.

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Francesco Anfossi, Ior. Storie, vizi e virtù della banca vaticana dagli inizi a Marcinkus, Ares 2023, 232 pagine, 16,80 euro

 

 

 

 

 

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