Grande scandalo tradire la fiducia dei piccoli

di Rita Bettaglio

Angeli eorum semper vident faciem Patris mei qui est in caelis” (Mt 18, 10). I loro angeli vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli.

Sono gli angeli dei piccoli: non solo i bambini, ma tutti coloro che, come i bambini, si fidano completamente.

Grande scandalo e grande delitto tradire la fiducia di qualcuno, ma ancor più grande se questo qualcuno ti riconosce come padre e mette la sua piccola mano nella tua. La mano di un bimbo ha un effetto dirompente.

Quel ragazzino era d’una abilità diabolica e così, prima di togliersi via, riuscì a sfiorare con la sua piccola mano morbida e tiepida la mano destra di Peppone aggrappata al manubrio. Peppone più che ripartire fuggì bestemmiando.

(Giovannino Guareschi, Due mani benedette)

Peppone si sentiva in colpa per l’assassinio del Lolli, il padre del fanciullo, che non era riuscito a impedire: il tocco tiepido di quella mano indifesa aveva fatto ruggire la sua coscienza.

Vuol dire che l’aveva, la coscienza. E lo sappiamo molto bene.

Che dire di oggi? Che dire della nostra società e della nostra amata Chiesa di cui siamo, e sempre saremo, membri, sia in virtù del battesimo, sia per scelta ogni giorno novellamente confermata?

La festa degli angeli custodi e quella della carissima santa Teresina c’interrogano in profondità.

Sono come il figlio del Lolli: all’ora di cena “era ancora lì, seduto sul ciglio del fosso ad aspettare”. Era lì dalla mattina, in silenzio, perché la nonna lo aveva mandato da Peppone dicendogli di non muoversi finché egli non avesse fatto la croce per il padre. Il luogo di sepoltura di Antonio Lolli era noto solo a Peppone e a chi lo aveva eliminato la notte del 29 giugno 1945.

La notte di San Pietro… la notte di San Pietro, in un altro senso, noi la stiamo vivendo. Le tenebre sembrano aver la meglio e tutto è così buio, fuori e nelle coscienze, che anche chi ci vede un po’ di più non riesce a trovare l’interruttore per accendere la luce. Allora capita di tutto.

Chi dice stoltamente che le tenebre sono belle perché danno la libertà di fare ogni cosa (tanto chi vede?).

Chi propone d’illuminare con piccole candele, che fanno luce solo a sé.

Chi, ancora, s’innamora del candelabro d’argento e lì si ferma.

Ma il figlio del Lolli sta sempre lì, muto, digiuno, seduto sul ciglio del fosso.

Il suo angelo custode vede sempre il volto del Padre celeste. Allora, dopo aver permesso che stesse un’intera giornata in attesa, dimostrando la sua fede incrollabile, Dio manda l’angelo del ragazzo da quello di Peppone.

Allora un’ira bestiale lo prese. Corse fuori, agguantò il ragazzo per un braccio e lo portò di peso nell’officina.

Lo costrinse a mangiare e poi, presolo per il bavero, lo spinse davanti alla fucina.

Dopo cinque ore di martellate come una mitragliatrice, la croce era pronta. Una croce meravigliosa, che superava le normali capacità di Peppone.

Perché, si capisce, nessuno poteva sapere che il figlio del Lolli aveva fatto girare la ventola della fucina e i suoi occhi non si erano mai staccati un istante dalle mani del fabbro.

Come gli occhi del suo angelo che, sempre, vedono il volto di Dio Padre.

Quando incontriamo un piccolo, pensiamoci. Pensiamo che nel dì finale il suo angelo potrebbe accusarci davanti a Dio… o testimoniare in nostro favore.

Sono piccoli, ad esempio, tutti quelli che credono all’autorità perché rappresenta Dio.

Sono piccoli quelli che desiderano darsi totalmente a Dio nel sacerdozio o nella vita religiosa e vengono illusi, respinti, dileggiati.

Piccolissimi fiori che spuntano nel prato della chiesa ma che gente con pesanti scarponi neri calpesta.

Dimenticano che l’anima dei piccoli è terra sacra, bisogna levarsi i sandali per entrare: perché sempre i loro angeli vedono il volto del Padre.

Uomo avvisato, mezzo salvato.

 

 

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