A proposito di santità

Festa di Ognissanti. A causa di acciacchi vari mia moglie ed io non possiamo guidare. Quindi niente santa messa vetus ordo, che viene celebrata a diversi chilometri di distanza dalla nostra città.

Ripieghiamo su quella novus ordo e ci trasciniamo verso la chiesa vicino a casa. Gli aspetti liturgici che non condividiamo sono noti, e non è il caso di tornarci sopra. Diciamo che ci permettono di esercitare la virtù della pazienza.

Ma è l’omelia che merita due parole.

Per illustrare il concetto di santità, il sacerdote racconta di un funerale celebrato di recente. Dopo che un uomo di sessantacinque anni è morto d’infarto mentre era alla guida della sua vettura, la figlia ha commentato: “Per fortuna non ci sono state altre vittime. A bordo non c’era nessuno oltre a mio padre, e l’auto uscendo di strada non ha travolto nessuno”.

Dice il sacerdote (cito ovviamente a memoria): “Vedete. Quella figlia, pur nel dolore per la perdita del genitore, ha pensato agli altri! Ecco la santità, ecco una pagina evangelica dei nostri tempi”.

Mia moglie ed io ci guardiamo, perplessi. Abbiamo capito bene?

A parte l’espressione “per fortuna” (che appartiene ai pagani, non ai cristiani), a noi sembra che il pensiero di quella figlia riveli senz’altro un animo nobile, ma che c’entra con la santità? Anche un non credente può formulare un pensiero simile: basta un poco di umanità. Tra l’altro, accostare quel pensiero alla santità rischia di rivelare poca considerazione proprio per i non credenti: sembra quasi che soltanto il cristiano possa avere certe attenzioni.

Reverendo sacerdote, lo diciamo con tutto il rispetto possibile e senza alcuna animosità: vorremmo aver capito male. Non dobbiamo certamente insegnarlo a lei, ma vale la pena di sottolineare che c’è una differenza sostanziale tra la santità (esercizio delle virtù cristiane in misura esemplare ed eroica, pienezza della vita cristiana in unione con Cristo, come figli di Dio e con la grazia dello Spirito Santo) e il semplice senso di fratellanza, generosità e altruismo.

O no?

A.M.V.  

 

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