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Lettera / Il papa e la “fede del popolo”. Così il “pueblo” diventa fonte della Verità

Caro Valli,

ho letto in Duc in altum [qui] il commento, giustamente scoraggiato, alle dichiarazioni di suor Jeaninne Gramick dopo l’udienza concessa da Bergoglio.

Le parole di papa Francesco riportate dalla religiosa sono tuttavia preziose.

Anzitutto perché chiariscono finalmente cosa sia per la mente del pontefice la sinodalità, fino a ora oggetto alquanto misterioso, poliedrico e sfuggente, ma ancora di più perché tracciano la strada che verrà intrapresa per uscire dalla confusione che i “rigidi” e gli “indietristi” stanno seminando nella Chiesa. Potrebbero, queste parole, essere l’uovo di Colombo della situazione.

“Il pontefice deve proclamare la fede del popolo. Solo quando saprà in che cosa crede la gente, potrà pronunciarsi ufficialmente”: Roma locuta, causa finita verrebbe da dire.

Per chi ha potuto con nonchalance e senza troppe resistenze trasformare il testo del Pater noster, al punto da fargli dire che Dio “non ci abbandona alla tentazione”, che cosa sarà mai un ritocchino, un rammendo quasi invisibile alle parole con le quali il Signore Gesù ha affidato la sua Chiesa a Pietro?

Anziché “conferma i fratelli nella fede” basterà da domani tradurre “conferma i fratelli nella loro fede”: come vede, un soffio un fiato.

Poi ci penseranno legioni di biblisti esegeti teologi dell’evoluzione del dogma, e a seguire vescovi, parroci eccetera, a spiegare al pueblo il senso vero, originale, autentico delle ipsissima verba del Signore Gesù che solo oggi, dopo duemila anni, abbiamo finalmente compreso: il compito di Pietro è di confermare quello che crede la gente guidata dallo Spirito (senza l’inutile ed enfatico Santo) in quel determinato momento storico.

Così la Nuova Chiesa sarà bell’e pronta per essere immessa nel “mercato del soprannaturale” dei nuovi tempi, in concorrenza con le già tante floride proposte e offerte: tutte strade diverse ma vere, che Dio nella sua multiforme sapienza ha voluto offrire all’umanità per arrivare a Lui.

Lettera firmata 

 

Aldo Maria Valli:
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