Il commento “queer” alla Bibbia: un misto di blasfemia, stupidità e ignoranza

di Investigatore Biblico

dopo i titoloni usciti qualche settimana fa, mi sono recato in una libreria e ho acquistato Bibbia Queer. Un commentario, a cura di Mona West e Robert E. Shore-Goss, Edizioni Dehoniane, Bologna.

Ci interessa sapere che è un commentario. E a me interessa occuparmi di una sana analisi dall’ottica dottrinale e testuale.

In libreria ho dovuto attendere i riordini, perché alla Feltrinelli erano già state vendute tutte le copie.

Vi dirò che la spinta all’acquisto è stata dettata soprattutto dalla casa editrice: la cattolica EDB. Per questo mi sono sentito in dovere di investigare, come mi sono sentito in dovere di analizzare allo stesso modo la Cei 2008.

Il contributo che voglio dare è nei confronti della verità della fede, fondata sulla Parola di Dio, tramandata e preservata nei secoli. Come anche nei confronti della sua interpretazione, che non può essere frutto di mode o fantasie.

Andiamo, quindi, al punto. Appare subito curiosa la prefazione, dove (pagina XIV) possiamo leggere testualmente:

Un tale Dio trinitario difficilmente rimanda al modello della famiglia patriarcale, dove i rapporti sono gerarchici e binari, anzi li scardina. Dio viene narrato come un padre che però è anche madre, che ama un figlio tramite un “terzo incomodo” (dovrebbe essere lo Spirito Santo il terzo incomodo, N.d.R.) che tra l’altro è femminile in ebraico, neutro in greco e maschile in latino. Le raffigurazioni della Trinità la fanno apparire come una drag queen, ritratta con tre volti femminei ma barbuti (cfr. affresco di San Pietro in Perugia). Nell’accettare la Trinità accettiamo che la teologia non è un’arte simmetrica.

Poco da dire su questa prima parte: pura blasfemia.

Tuttavia, voglio avere il più serio degli atteggiamenti. La confutazione a questa introduzione, in cui Dio trinitario viene rappresentato con una sessualità ambigua, sta proprio all’interno del testo biblico.

In Genesi 18,1-15 leggiamo l’episodio dell’apparizione della Santissima Trinità ad Abramo. Il testo dice che Abramo “alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui” (Gn 18,2).

Pertanto, visto che di Bibbia parliamo, il testo sacro raffigura Dio trinitario come tre maschi. Alquanto chiaro.

La prefazione continua dicendo che le “raffigurazioni fanno apparire la Trinità come una drag queen”, citando un affresco dell’abbazia di San Pietro a Perugia. Storicamente parliamo [si veda qui]  di una “raffigurazione di scuola giottesca o arnolfiana, notoriamente eretica, tanto che fu vietata nel 1628 da papa Urbano VIII al Concilio Tridentino”.

Leggete, in antitesi, questo interessantissimo estratto sull’icona della Santissima Trinità di Rublev, a confutazione della precedente.

Bene, appurato che ci troviamo dinnanzi a eresie, continuiamo con altri commenti, nella fattispecie al prologo di san Giovanni, giusto per restare in tema natalizio:

Il Verbo incarnato è un coming out di Dio (…) In ognuna di queste affermazioni Cristo esce allo scoperto e i suoi non lo hanno accolto. Le persone queer comprendono facilmente questa resistenza al coming out: comprendono l’ostilità religiosa, l’opposizione fondamentalista, persino letale al coming out. La “destra religiosa” del primo secolo era altrettanto reticente, antagonista di quella contemporanea (…)

Il primo testimone del coming out di Dio in Cristo è Giovanni Battista. Per la nostra comunità queer, Giovanni Battista è ‘un orso peloso vestito di pelle’ nel senso gay del termine (pag. 681-682).

Dico la verità, faccio fatica a commentare seriamente e credo sia come cascare in uno scherzo ben architettato.

Queste affermazioni sono pura blasfemia ed eresia, quanto di più folle io abbia mai letto a commento della Bibbia. E penso sia davvero poco rispettoso nei confronti degli omosessuali che cercano, come tutti quanti i peccatori di ogni genere, un onesto cammino spirituale, fatto di fatiche, fallimenti, cadute, rialzarsi, rimettersi in cammino e confidare nella Misericordia di Dio.

Certo, per chi è omosessuale ma vuole prendere la Bibbia come un giocattolo, questo testo è pane per i suoi denti.

Quello che mi lascia sgomento è che una casa editrice cattolica abbia accettato di pubblicare un commentario del genere.

Ci troviamo di fronte al folleggiare di qualche simpatico goliarda, cari lettori, farcito alla base di una dose spropositata di stupidità e ignoranza.

Continuerò a pubblicare altri estratti, perché è giusto che sia risaputo dove investono i soldi certe case editrici; e aggiungo che sarebbe anche interessante risalire a chi investe attivamente o collabora con questi progetti, magari proprio all’interno del Clero.

Signori miei, vergogna!

Fonte: investigatorebiblico.wordpress.com

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