La reazione a “Fiducia supplicans” da parte di cardinali e vescovi. Una prima volta significativa

di don Claude Barthe

Dal male Dio può provvidenzialmente far sorgere anche un bene più grande. La dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la dottrina della fede, che al n. 31 afferma «la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso», ha determinato una circostanza nuova: un numero importante di vescovi nel mondo, a volte interi episcopati, han fatto sapere di non accettare tale insegnamento ufficiale che si pone in rottura con l’insegnamento perenne della Chiesa e hanno proibito ai loro sacerdoti di procedere con dette benedizioni. È, questo, un segno di speranza in mezzo all’immenso stato di abbandono in cui si trova il gregge dei fedeli, che spesso ha l’impressione d’essere senza pastori.

Due osservazioni s’impongono.

Notiamo come molte reazioni episcopali impediscano ai propri preti soltanto di benedire le coppie omosessuali.

Tuttavia, occorre porre attenzione al fatto che rifiutare la benedizione delle coppie dello stesso sesso – che provocano senza dubbio grandissimo scandalo – senza esprimersi sulla benedizione delle coppie irregolari, tende a legittimare de facto tali «risposalizi». Ora, la richiesta di questa benedizione o di una preghiera è di gran lunga la più frequente nelle parrocchie. È con essa soprattutto che i parroci sono chiamati a confrontarsi. Non pochi sacerdoti accettano di benedire le coppie irregolari nel contesto familiare o addirittura in chiesa senza essere condannati, né richiamati all’ordine. Bisogna pertanto plaudire alle reazioni episcopali, come quella dei vescovi d’Ungheria, che prendono di mira tanto le benedizioni delle coppie omosessuali quanto quelle delle coppie non validamente sposate.

In occasione di queste dichiarazioni episcopali si constata così come gli attacchi alla dottrina morale della Chiesa provochino reazioni salutari più facilmente di altre cadute dottrinali, come quelle che si son potute notare in occasione del Concilio Vaticano II e che sono state confermate dall’insegnamento successivo.

Tuttavia, rispetto alla dichiarazione Fiducia supplicans o all’esortazione Amoris lætitia, gli sconvolgimenti dell’ecclesiologia, come quelli relativi alla dottrina sulla libertà religiosa e all’ecumenismo, hanno comportato conseguenze di ben più grande portata per la comprensione che la Chiesa ha di sé stessa e della propria missione.

Proprio queste deviazioni ecclesiologiche hanno permesso in seguito quelle relative alla morale, nella misura in cui hanno aperto la possibilità di un insegnamento ufficiale che non si ritiene obbligato a una coerenza rigorosa col magistero precedente.

Precisati questi due punti, bisogna esser grati al fatto che, per la prima volta dopo il Vaticano II, cardinali e vescovi in carica abbiano pubblicamente protestato contro un insegnamento ufficiale che non si pone in linea con la trasmissione ininterrotta della Rivelazione ad opera del magistero della Chiesa.

Fonte: resnovae.fr

 

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