Lettera / Ma è la rivista di santa Rita o della comunità LGBTQ? Se lo chiedete, vi rispondono con un prestampato

di Claudio Gazzoli

Caro Valli,

la rivista Dalle api alle rose (fascicolo di novembre-dicembre 2023), parlando di un “Natale inclusivo” sostiene che in materia di omosessualità le Scritture vanno “contestualizzate” e che i sodomiti non furono condannati per l’omosessualità ma per “l’inospitalità e la violenza verso gli ospiti stranieri”. Inoltre propone un articolo nel quale si riporta la testimonianza di due genitori secondo i quali “l’omosessualità di nostro figlio è stata una benedizione”. Insomma, l’omosessualità attiva non è peccato. Non solo. Si cita pure sant’Agostino per farlo passare come un precursose dell'”inclusività”.

Ora, tenuto conto che Dalle api alle rose non è, o almeno non dovrebbe essere, una rivista LGBTQ ma è il bimestrale del monastero di Santa Rita da Cascia, si può capire il mio sconcerto.

Il 10 gennaio mattina invio quindi a mio nome una mail di disapprovazione direttamente al monastero e al rettore della basilica di Santa Rita, a Cascia.

Il pomeriggio dello stesso giorno ricevo una mail di risposta, da parte della redazione della rivista, che inizia con “Caro Claudio” ma si limita a considerazioni molto generiche, intrise di mieloso sentimentalismo e delle espressioni oggi in voga: “inclusione”, “Dio ci ama così come siamo”, “attenzione per l’altro”, “gli esclusi”, “gli ultimi”, “todos, todos, todos“, “l’ascolto”, “il dialogo”. Mi accorgo che è chiaramente una risposta prestampata.

Il giorno 11 invio di nuovo una mail di replica, questa volta solo al monastero, ma non ricevo risposta.

Mia moglie, di propria iniziativa, invia una sua mail di protesta, di tono se vogliamo più pesante del mio, con vari riferimenti alla Sacra Scrittura, inoppugnabili.

Ebbene, come risposta mia moglie riceve una mail che inizia con “Cara Miria” ma è identica a quella che ho ricevuto io. Il solito prestampato.

Senza alcun pudore, hanno preparato una porcheria e contestualmente la risposta, sgangherata e altrettanto perniciosa, alle lamentele che evidentemente si aspettavano numerose. Proprio come chi ha preparato il virus e contestualmente l’antidoto, più letale del virus medesimo.

Credo che ormai molti monasteri, conventi, religiose, religiosi e sacerdoti siano impegnati a tenere in piedi un colossale castello di carte truccate, al fine di comporre una incommensurabile menzogna. Ma se possono riuscire a fare fesso qualcuno, non possono raggirare Nostro Signore. Stanno giocando con il fuoco dell’Inferno, ma non lo sanno perché ormai non ci credono.

Visto che si tratta di uno dei santuari più visitati e di una santa venerata in tutto il mondo, credo che quello che sta avvenendo a Cascia sia molto grave.

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