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Lettera / Soffrire e offrire. Il martirio silenzioso

Caro Valli,

mi permetto di scriverle perché la seguo, la stimo e desidero condividere una breve considerazione.

Da alcuni suoi articoli degli ultimi tempi traspare quella stanchezza – da lei palesata anche nell’incontro trasmesso da Triarii TV il 19 marzo scorso con Massimo Viglione e Daniele Trabucco – determinata dalla situazione disastrosa e dolorosa che la nostra società e la nostra Chiesa stanno attraversando.

Le confesso che anch’io vivo momenti di stanchezza, forse perché il silenzio assordante di chi dovrebbe contrapporsi a questa deriva assume di fatto il significato di colpevole silenzio assenso, esprimendo così la volontà di non esercitare la responsabilità di far sentire una voce critica, fuori dal coro globalista.

Il silenzio, a volte, porta a sentirsi soli con la propria stanchezza.

Un cattolico che ami veramente Cristo è costretto ad affrontare nella propria vita quotidiana una dura realtà: il continuo vilipendio della propria Fede; l’impossibilità di confidarsi apertamente con altri cattolici (se sono più “moderni”, il dialogo è veramente difficile); la mancanza di comprensione da parte di molti sacerdoti; la ghettizzazione; il senso di impotenza e tanto altro ancora. Credo che la maggior parte di noi nasconda nel proprio cuore il dolore di vedere la Chiesa di Cristo, la nostra Madre Chiesa, vilipesa e immiserita.

Vivere con il dolore fa male e questo dolore forse è il nostro odierno martirio silenzioso.

Così ho pensato di offrire umilmente al Signore questa forma singolare di martirio per la salvezza della sua Chiesa, con la speranza che sia sempre ricolma della cristiana consapevolezza che non praevalebunt.

So che siamo in tanti a soffrire. Possiamo quindi essere in tanti anche a offrire, insieme. Nulla andrà disperso.

La ringrazio per la sua preziosa opera di apostolato ed informazione.

Un fraterno augurio in Cristo per una santa Pasqua!

Lettera firmata

 

Aldo Maria Valli:
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