Gesù, Barabba e la “chiesa di Francesco”

di Robert Morrison

E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: “Quale dei due volete che vi liberi?”. E quelli dissero: “Barabba”. E Pilato a loro: “Che farò dunque di Gesù detto Cristo?” Tutti risposero: “Sia crocifisso”. Ma egli riprese: “Che male ha fatto?”. Ma quelli sempre più gridavano: “Sia crocifisso”.

Nel suo La scuola di Gesù appassionato, padre Ignazio del costato di Gesù, passionista, riflette sull’insulto che Pilato ha rivolto a Gesù paragonandolo a Barabba:

Chi è Gesù e chi è Barabba? Gesù è l’eterno Figlio di Dio, il Re della Maestà, il Signore della Gloria, il Creatore del Cielo e della Terra e del Santo dei Santi. Sarebbe un grave insulto paragonarlo al più alto degli Angeli. Che cosa deve essere allora paragonarlo a Barabba, un ribelle, un ladro, un assassino e un noto criminale? Come deve sentire il Cuore di Gesù un paragone così ignominioso! Quale angoscia deve soffrire la sua anima nel sentire Pilato dire al popolo: “Quale dei due volete? Chi preferite? Chi amate di più, Gesù o Barabba?”. Eppure si sottomette con gioia anche a questo vergognoso oltraggio.

Prima che i giudei chiedessero a gran voce la liberazione di Barabba, Gesù subì l’insulto di essere paragonato a un noto criminale. Quindi, anche se Gesù fosse stato liberato in quel momento, avrebbe subito, in virtù della sua dignità divina, un’offesa maggiore di quella che un semplice uomo potrebbe mai subire.

Come fa in tutto il suo libro La scuola di Gesù appassionato, padre Ignazio scrive del modo in cui ripetiamo questo tipo di insulto nella nostra vita quotidiana:

Quante volte avete rinnovato questo vergognoso paragone? Ogni volta che il diavolo vi ha tentato di abbandonarvi a qualche piacere sensuale, o il mondo vi ha istigato a vendicarvi, e voi siete stati negligenti e tiepidi nel respingere la tentazione, indecisi se fosse meglio piacere a Dio e obbedire alle sue leggi, o assecondare le vostre passioni malvagie, così spesso avete paragonato Dio, il Sovrano Bene Infinito, a una misera gratificazione e a un vile piacere. Che oltraggio a Dio! Che insulto a Sua Maestà! Vergognatevi della vostra avventata presunzione e piangete sul vostro peccato.

È una riflessione che tocca molti di noi: anche la tiepidezza del nostro rifiuto delle tentazioni del peccato potrebbe offendere Dio. E certamente l’insulto è ancora più grande se alla fine acconsentiamo a quelle tentazioni.

Cosa sentiamo dire, invece, da coloro che si presentano come i leader della Chiesa cattolica? Ecco le parole di Francesco ai giovani, nel quinto anniversario della sua esortazione apostolica Christus vivit:

Lo ripeto a ciascuno di voi individualmente: Cristo è vivo e vi ama di un amore infinito. Il suo amore per voi non è influenzato dalle vostre mancanze o dai vostri errori. Ha dato la sua vita per voi, quindi nel suo amore per voi non aspetta che siate perfetti. Guardate le sue braccia tese sulla croce e lasciatevi salvare ancora e ancora. Camminate con lui come con un amico, accoglietelo nella vostra vita e fategli condividere tutte le gioie e le speranze, i problemi e le lotte di questo periodo della vostra vita. Vedrete che il cammino che avete davanti diventerà più chiaro e che le vostre difficoltà saranno molto meno pesanti, perché lui le porterà con voi.

Sappiamo per dolorosa esperienza che Francesco non intende nulla di tutto ciò in senso genuinamente cattolico, e chiunque suggerisca il contrario a questo punto perpetua lo scandalo di Francesco. Quando Francesco suggerisce che l’amore di Nostro Signore per noi “non è influenzato dalle vostre mancanze o dai vostri errori”, intende chiaramente dire che non dobbiamo temere che i nostri peccati possano offendere Gesù o interrompere in qualche modo il nostro rapporto con Lui.

Al contrario, ecco cosa scriveva padre Ignazio continuando la sua riflessione sul paragone tra Gesù e Barabba:

I giudei sono colpevoli di aver preferito Barabba a Gesù, ma hanno commesso questo enorme crimine in una sola occasione, mentre quante volte avete esclamato nel vostro cuore, acconsentendo al peccato: “Via Dio dalla mia anima, datemi il diavolo con quel piacere malvagio, o il guadagno illecito, o la gratificazione delle mie passioni malvagie!”. Avete preferito il diavolo a Gesù ogni volta che avete rinunciato al servizio di Dio. Sapevate che Gesù era il vostro Re, lo credevate il vostro Dio, lo adoravate come vostro Salvatore, eppure avete preferito a Lui un piacere sensuale impuro e degradante! Quale ingiustizia più spaventosa di questa? Detesta la tua malizia, costringi la tua volontà perversa a ritrattare le sue vergognose determinazioni e decidi di preferire sempre Dio a tutti gli oggetti creati.

Ovviamente si tratta di una religione completamente diversa da quella sostenuta da Francesco, perché non possiamo avere entrambe le cose: o Gesù è offeso dai nostri peccati o non lo è; o Gesù vuole che modifichiamo la nostra vita o non lo vuole; o Gesù è compiaciuto dalla nostra indifferenza al peccato o non lo è.

La differenza tra queste due religioni – il cattolicesimo da un lato e la religione sostenuta da Francesco dall’altro – dovrebbe essere evidente anche a coloro che non riescono ad apprezzare le differenze teologiche. Francesco e i suoi seguaci deridono e perseguitano i cattolici che credono che padre Ignazio fosse corretto, mentre accolgono a braccia aperte coloro che credono l’opposto di ciò che padre Ignazio e l’intera Chiesa insegnavano prima del Vaticano II. Francesco e i suoi seguaci celebrano la liberazione di Barabba dalle rigide insidie della morale cattolica e si vendicano dei cattolici tradizionali arretrati che hanno l’audacia di seguire ciò che la Chiesa cattolica ha sempre insegnato.

In un certo senso, l’assurda ingiustizia dell’amore preferenziale di Francesco per Barabba è più evidente oggi di quando la scena si svolse sotto Pilato. Allora, prima della risurrezione di Nostro Signore, potevano esserci dubbi sulle sue affermazioni di essere il Figlio di Dio. Poi, quando non erano i discepoli scelti da Nostro Signore a chiedere a gran voce la sua crocifissione, possiamo capire perché egli abbia affrontato l’opposizione di coloro le cui credenze religiose proponeva di cambiare radicalmente.

Ma oggi è diverso. Nei Vangeli, Pietro pianse amaramente dopo aver rinnegato tre volte Gesù e aver sentito il canto del gallo (Luca 22:61-62), ma oggi il presunto successore di Pietro non piange. Al contrario, Francesco testimonia con sdegno la falsa testimonianza contro gli insegnamenti di Nostro Signore, incoraggia i carnefici del Corpo Mistico di Cristo e consola Giuda per essere stato così incompreso e ingiustamente malvisto.

Dio non era tenuto a rendere così chiare le parti in questa battaglia, ma nel suo grande amore e nella sua misericordia le ha rese inequivocabilmente chiare. Se oggi siamo perseguitati perché vogliamo semplicemente credere e praticare la religione cattolica come i santi l’hanno creduta e praticata per quasi duemila anni prima del Concilio Vaticano II, allora possiamo ritenerci benedetti, come ci ha detto Nostro Signore nel Discorso della Montagna:

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.  Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli (Matteo 5:11-16)

Quando Gesù ci ha detto che dobbiamo essere la luce del mondo non ha fatto eccezioni per i casi in cui saremmo stati perseguitati per aver permesso ai suoi nemici di vedere la luce. Così oggi non ci sono scuse per nascondere la verità solo perché i nemici di Nostro Signore che stanno a Roma, compreso quello vestito di bianco, ci perseguitano.

Gesù permette ai suoi nemici di perseguitare il Corpo mistico di Cristo, proprio come permise ai suoi nemici di perseguitarlo durante la sua passione e crocifissione. Se ci è stata data l’insondabile benedizione di essere perseguitati oggi da Francesco per aver seguito Gesù, allora dovremmo ripagare generosamente questo dono facendo del nostro meglio per seguire Nostro Signore sempre più da vicino:

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più (Luca 12:48).

Ora, come allora, se vogliamo rimanere fedelmente ai piedi della Croce di Gesù, dobbiamo trovare e stare vicino a sua madre, la Madonna Addolorata.

Vergine Addolorata, prega per noi!

Fonte: remnantnewspaper

 

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