Che cosa mina veramente la credibilità della Chiesa / Risposte all’Investigatore Biblico

di Paolo Menti

Caro Valli,

le considerazioni di Investigatore Biblico su Duc in altum del 4 aprile [qui] mi lasciano perplesso: nel Vangelo – egli scrive – non si parla di Stato vaticano, di banca della Chiesa, di stipendio ai preti, di cardinali, di guardie svizzere e di una quantità di altre cose che oggi contribuirebbero a minare la credibilità della Chiesa. Osserverei, se è per questo, che nel Vangelo non si parla neppure di ordinare diaconi per provvedere ai bisogni gestionali della comunità ecclesiale. Fu una decisione degli Apostoli, suscitata magari dallo Spirito Santo, i quali si resero conto che non era giusto per loro servire alle mense trascurando però l’annuncio della Parola (Atti 6, 1-6). Essendo la Chiesa società perfetta, umana oltre che divina, e diffondendosi essa nel mondo, di volta in volta sono state compiute nei secoli le scelte organizzative reputate indispensabili e migliori per rispondere ai bisogni spirituali e materiali che sempre più estesamente e intensamente venivano a gravare su di essa. Non mi pare che in passato questo abbia minato la credibilità dell’istituzione, pur manchevole in moltissime cose ma ciononostante sopravvissuta a tremende tempeste, quanto invece avviene oggi.

La perdita di credibilità attuale dipende principalmente da altro: dal fatto, ad esempio, che si dica sbagliata la versione in lingua del Padre nostro sostituendo una formula cripto-marcionita a quella sempre recitata senza fraintendimenti; dal fatto che il secondo dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio non impedisca che adesso si benedicano in coppia i peccatori impenitenti che vi si dedicano; dal fatto che l’adulterio, peccato mortale anch’esso, oggi non impedisca a chi versa in esso senza avere alcuna intenzione di astenervisi di ricevere l’Eucarestia; dal fatto che il Vetus Ordo Missae¸ a cui il concilio Vaticano II volle soltanto aggiungere il Novus, sia ora in pratica vietato; dal fatto che si porti in processione nella basilica di San Pietro un idolo pagano e che gli si presti culto, prostrati come neanche davanti al Santissimo, nei giardini vaticani alla presenza di un compiaciuto e benedicente vescovo vestito di bianco; eccetera eccetera. Questo mina la credibilità della Chiesa più di tutte le cose che aduggiano l’Investigatore Biblico, persino più della pederastia diffusa in tutti gli ambiti clericali, tal quale del resto che nel mondo; e mina la credibilità perché si proclama una fede in inversione a U rispetto a quella millenaria suscitando l’ovvio e ragionevole interrogativo: ma questi qua hanno ragione adesso o ce l’avevano prima? E in ogni caso quand’è che sbagliano? Da uno che dall’oggi al domani mi cambia così i fondamentali converrà che, nonché non comperare la proverbiale automobile, nemmeno mi ci faccia pulire il parabrezza.

Dopo di che si chieda l’Investigatore Biblico perché sta accadendo questo, ovvero chi lascia e anzi vuole che ciò accada, e si dia la facilissima risposta: è quel fattore lì che mina la credibilità della Chiesa, magari – viene da ipotizzare – perché estraneo alla stessa. Si rendono opportune ulteriori investigazioni, bibliche e canoniche, non le pare?

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di Daniele Granero

Caro Valli,

scrivo in merito all’articolo dell’Investigatore Biblico da lei riportato [qui] in Duc in altum.

Se può, ricordi a questo Investigatore, evidentemente protestante, che siamo nel 2024 e non nel 1521 e nemmeno nell’anno 33.

Ci attendiamo ora, da parte dell’Investigatore, un articolo sull’inquisizione, uno sulle indulgenze e su quanto era valida l’ideologia catara. Poi, se volesse, potrebbe anche sconfinare nella predestinazione di pochissimi eletti. Spero di incontrarlo a uno di quei banchetti informativi intitolati “corso biblico” per dialogare con lui su quanto predicano bene ma razzolano male quelli che fanno voto di povertà, castità e obbedienza.

Gli auguro di trovare un po’ di pace e di serenità.

PS: stavo dimenticando le crociate e gli indios, che sbadato!

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Caro Valli,

l’articolo dell’Investigatore Biblico Domande sulla Chiesa [qui] è profondamente sbagliato. Tutte le singole affermazioni, prese a una a una, possono avere una parte di plausibilità, ma messe tutte insieme dipingono un quadro a-storico, a-teologico, fondato su una pretesa di letteralismo scritturistico che è la caratteristica più marcata di tutte le eresie che illudono i cristiani con la Sòla Scriptura (l’accento sulla ò è pienamente voluto).

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