La candidatura dell’ex direttore di “Avvenire” alle europee e le scelte politiche dei cattolici

di Fabio Battiston

Dopo quasi quindici anni trascorsi alla direzione di Avvenire, troveremo Marco Tarquinio candidato alle elezioni europee nelle liste del Partito Democratico; l’erede di ciò che furono il Pci, il Pds, i Ds e oggi, ma chi sa ancora per quanto, il Pd. Niente di male, ci mancherebbe. Ogni cittadino è libero di entrare in politica nei modi e nei tempi che ritiene più opportuni e, soprattutto, con chi crede giusto farlo. Mi si consenta, tuttavia, la possibilità non di giudicare, per carità, bensì di constatare una realtà che da anni per il sottoscritto è più che lapalissiana: la gran parte della comunicazione sedicente cattolica, i suoi principali esponenti e il mainstream laico-clericale che ne supporta, dirige e finanzia le attività sono da molto tempo gli ossequiosi scendiletto della sinistra italiana (politica, sociale, sindacale ed economica) e dei diversi satelliti che le ruotano intorno. Ne prendiamo atto, sottolineando con forza come il dottor Tarquinio – in compagnia delle laiche truppe cammellate al seguito della triade Bergoglio, Zuppi, Tucho – abbia scelto il partito che, tra le sue molteplici nefandezze:

1) Difende a oltranza l’aborto e – nel contempo – urla, strepita e minaccia chiunque osi contrapporsi a questa strage di massa (il caso della giornalista Incoronata Boccia è solo l’ultimo in ordine di tempo).

2) È strenuo difensore e portatore dell’ideologia transgender e della pletora dei diritti LGBTQUIE… che stanno cercando di imporre all’intera società italiana le assurde e barbare istanze di una minoranza violenta e pretestuosa.

3) Propone e sostiene eutanasia ed eugenetica come grandi conquiste e diritti dell’umanità.

4) È stato tra i principali artefici della mostruosa e dittatoriale politica vaccinista e greenpassista che, al soldo delle multinazionali farmaceutiche, ha fatto a pezzi il nostro paese per quasi tre anni.

5) È tra i maggiori sponsor politici delle micidiali politiche green che l’Unione europea sta cercando di attuare in nome di una ideologica, e scientificamente mai provata, responsabilità umana nel cambiamento climatico in atto.

La lista di queste “prodezze”, certo molto attraenti per ogni cattolico desideroso di entrare in politica, potrebbe continuare, ma basta così. In ogni caso sono certo che la Cei saprà senz’altro cogliere l’occasione di questa candidatura per far capire una volta di più ai fedeli da che parte devono stare nelle prossime elezioni europee.

Per quanto mi riguarda, auguro al dottor Tarquinio una buona campagna elettorale sperando con tutto il cuore che non venga eletto. Ha già fatto abbondantemente il suo dovere contribuendo, come direttore del quotidiano vescovile, a trasformare la comunicazione cattolica in un docile strumento al servizio del Deep State e del pensiero unico politicamente e religiosamente corretto.

 

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