Questo battito non s’ha da sentire. Parola della ministra per la famiglia e la natalità!

di Fabio Battiston

Caro Valli,

per la serie “all’orrore non c’è mai fine” (specie quando arriva dal versante sedicente cattolico) ecco una nuova perla nera che va ad aggiungersi alla mostruosa collana che il mondo laico sta confezionando con l’aiuto di non pochi credenti.

La fattispecie riguarda, ancora una volta, l’aborto. Stavolta è il Centro Donne contro la violenza di Aosta a stracciarsi le vesti perché – udite, udite – i volontari di Pro-life hanno osato entrare in un consultorio facendo “indebite pressioni” nei confronti delle donne giunte nel centro sanitario per richiedere l’interruzione della gravidanza (ma che bella innocente definizione). L’accusa principale nei confronti dei malefici volontari che cercano di convincere le donne a non assassinare i propri figli è quella di far ascoltare alle medesime il battito cardiaco della vittima designata al sacrificio sull’altare dei diritti inalienabili dell’utero femminile.

Ma la cosa più ripugnante non è questa! Nella questione, infatti, è intervenuta la signora Eugenia Maria Roccella, nientepopodimeno che ministra per la Famiglia e la Natalità di quella specie di governicchio fintamente di destra presieduto da Draghina Melonski. Ci si aspetterebbe, dato l’alto incarico della ministra, una decisa presa di posizione in difesa delle attività dei volontari pro-life e, soprattutto, dei loro meritori sforzi per cercare di strappare al massacro qualche vita umana. E invece…

Ecco la parte dell’articolo dedicato alla vicenda in cui si parla dell’intervento ministeriale con il virgolettato delle sue incredibili dichiarazioni:

A condannare la pratica dell’ascolto del battito del feto è anche la ministra per la Famiglia e la Natalità Eugenia Maria Roccella: «Fare sentire il battito del nascituro a una donna che sta andando ad abortire certamente non è un modo per aiutare le maternità difficili. È una cosa che non bisogna fare». Ma la ministra vuole anche precisare che «non è stato certamente un volontario a fare questo perché per fare sentire il battito c’è bisogno di un’ecografia e di un ginecologo. È quindi giusto che, casomai, emerga questa cattiva prassi medica».

Ecco chi è colei che dovrebbe dedicare le sue giornate, con passione e senso di missione, alla tutela della famiglia e della natalità. Venghino signori, venghino ad ammirare le gesta del nuovo Mastro Titta, in versione ministerial-femminile, di questo nostro stramaledetto inizio di terzo millennio.

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