L’attore americano Rob Schneider: “Così mi sono convertito al cattolicesimo, preparando un film sulla Sindone”

Attore comico, doppiatore, sceneggiatore e produttore cinematografico, Rob Schneider è un volto noto del grande schermo. Nato a San Francisco nel 1963 da padre di origini tedesco-ebraiche e da mamma filippina, Robert Michael Schneider, di recente convertitosi al cattolicesimo, racconta che un ruolo importante nel suo avvicinamento alla fede cattolica lo hanno avuto le ricerche condotte per cinque anni al fine di realizzare un film sulla Sindone.

“Penso che abbiamo bisogno di fede – dice l’attore americano – e di avvicinare più persone, non necessariamente per fare loro una predica, ma solo per mostrare il sacrificio reale di Cristo e parlare di quello che è il nucleo del cristianesimo: amare gli altri”.

Schneider spera che il film porterà le persone a capire che la sindone è veramente il “telo funebre di Gesù Cristo”.

Una datazione del 1988, effettuata da ricercatori italiani, ha sostenuto che la Sindone non fosse autentica, collocando la sua origine nel XIII o XIV secolo. Tuttavia, lo studioso Joe Marino (sulle cui ricerche si fonda il film di Schneider) e altri hanno dimostrato che il frammento analizzato proveniva da una porzione riparata e non dal telo originale. “Quando hanno proceduto con la datazione al carbonio – ricorda Schneider – non hanno tenuto conto del fatto che le suore francesi avevano riparato il telo usando un tessuto molto più recente mediante quella che si chiama rammendo invisibile”.

Il dottor Alan D. Adler, biochimico e membro della Commissione per la conservazione della Sindone, ha analizzato quindici fibre estratte dal campione di Sindone utilizzato per la datazione al carbonio e dopo un confronto con diciannove fibre provenienti da varie altre aree della Sindone ha concluso che il campione utilizzato per la datazione non è rappresentativo dell’intera Sindone.

Altri ricercatori che hanno studiato la Sindone sono giunti a conclusioni che ne dimostrano l’autenticità. Tre nuove analisi, condotte dall’ingegner Giulio Fanti, professore associato di Misure meccaniche e termiche presso il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova, datano la Sindone all’epoca di Cristo.

Gli studiosi sono concordi sul fatto che l’immagine non è stata prodotta con mezzi artificiali. Non è un dipinto né una stampa, perché sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. E non nemmeno è il risultato di una strinatura prodotta con un bassorilievo riscaldato.

Il meccanismo fisico-chimico all’origine dell’impronta resta sconosciuto. Si ipotizza una radiazione di intensità eccezionale che si attenua nel passaggio nell’aria e diminuisce con la distanza.

Secondo Schneider, la Sindone può essere paragonata a una sorta di “ricevuta del prezzo pagato da Gesù per la salvezza di tutti”. Il sacro telo, dice, “è stata la pietra angolare su cui si basa la mia conversione al cattolicesimo”.

“È una cosa bellissima, non mi sono mai sentito più sereno e a mio agio. Non sento alcun tipo di pressione per ottenere qualcos’altro. Sento semplicemente che qualunque cosa accadrà ora verrà da un luogo d’amore. Se posso servire Dio in qualche modo, voglio farlo”.

Fonte: lifesitenews.com

 

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