La lezione del Giappone che i nostri euroausterici non vogliono ascoltare

di Marco Cattaneo

Il Giappone è una delle bestie nere degli euroausterici: enorme debito pubblico, altissimi e persistenti deficit, monetizzazione costante ed elevata da parte della Banca Centrale, tassi vicini a zero da trent’anni. Dovrebbe avere rischi enormi di insolvenza e/o di inflazione. Se la visione euroausterica avesse qualche atomo di plausibilità. E invece? Invece no.

Non tutti gli euroausterici però demordono. Anzi qualcuno arriva a dire che “eh ma il Giappone è un caso diverso, i motivi sono noti, non puoi prenderlo a paragone”.

Per quali ragioni il Giappone sarebbe diverso? Perché hanno gli occhi a mandorla e hanno inventato Godzilla? No, l’euroausterico in questo caso cerca di argomentare. Ma non va lontano.

“In realtà il dato giapponese di debito pubblico/Pil, il 260%, non è confrontabile perché c’è un diverso trattamento contabile degli impegni pensionistici”. Scrivere al Fondo monetario internazionale, please. I dati li riportano loro, c’è da supporre che siano rilevati in modo coerente e omogeneo, e dicono che il debito/Pil giapponese è quasi il doppio di quello italiano e più del doppio di tutti gli altri.

“Il Giappone ha grandi riserve valutarie”. E allora? Queste riserve non sono poste in alcun modo, né formale né sostanziale, a garanzia del debito.

“Una percentuale molto alta del debito pubblico giapponese è posseduto da residenti”. Quindi? La “tutela” sarebbe che nel caso il governo si riserva la possibilità di non ripagare i residenti, cioè di espropriarli?

“Il Giappone ha bassa fiscalità e quindi margini per aumentarla”. Se fosse così, l’Italia sarebbe tranquilla perché ha alta spesa pubblica e “può quindi tagliarla”. Gli effetti li abbiamo visti in seguito all’applicazione delle politiche di austerità, 2011-13. L’austerità non aiuta in alcun modo la gestione del debito pubblico.

“Una grossa quota del debito pubblico giapponese è detenuta dalla Banca centrale”. Qui ci siamo, ma l’euroausterico a questo punto ci sta solo dando ragione. Il debito in moneta propria, garantito e nel caso acquistato dal proprio istituto di emissione, non genera MAI rischi d’insolvenza.

Alla fine del salmo, l’euroausterico ammette (forse senza accorgersene) che abbiamo ragione noi. Il problema della finanza pubblica italiana è un problema INVENTATO, e deriva dalla rinuncia a utilizzare la PROPRIA moneta.

Tutto qui.

Fonte: bastaconleurocrisi.blogsot.com

 

 

 

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