La Pentecoste e l’attualità delle parole di Benedetto XVI

di Vincenzo Rizza

Caro Aldo Maria,

il 19 maggio ricorre la solennità di Pentecoste.

Quindici anni fa la stessa solennità ricorreva il 31 maggio. Quella domenica mi trovavo nella basilica di San Pietro per pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II. Uscendo dalle grotte vaticane (all’epoca la tomba di Papa Wojtyla non era ancora all’interno della basilica) mi accorsi che a breve sarebbe stata celebrata da papa Benedetto XVI la messa in basilica. Non avevo il biglietto, ma gli addetti alla sicurezza mi diedero comunque il permesso di assistere alla celebrazione e trovai posto nell’abside, proprio dietro l’altare.

Era il periodo in cui il papa celebrava e non si limitava a presiedere la liturgia. Nel 2009 cadeva, peraltro, il bicentenario della morte del compositore Joseph Hayden e per l’occasione fu scelta per la liturgia la Harmoniemesse, l’ultima delle Messe composte dal grande compositore. L’esecuzione fu affidata alla Kammerorchester e al coro del duomo di Colonia.

Inutile (e forse impossibile) descrivere l’emozione provata nel seguire la celebrazione. Vorrei solo ricordare un paio di considerazioni tratte dall’omelia del Santo Padre [qui] che ancora oggi sono di un’attualità disarmante e sono forse profetiche

La prima: «Perché la Pentecoste si rinnovi nel nostro tempo, bisogna forse – senza nulla togliere alla libertà di Dio – che la Chiesa sia meno “affannata” per le attività e più dedita alla preghiera».

Che tristezza constatare quanto la Chiesa si stia oggi sempre più allontanando dalla sua missione, per trasformarsi in una sorta di ONG asservita alle esigenze politiche del momento.

La seconda, che ci ridona speranza: «Sì, cari fratelli e sorelle, lo Spirito di Dio, dove entra, scaccia la paura; ci fa conoscere e sentire che siamo nelle mani di una Onnipotenza d’amore: qualunque cosa accada, il suo amore infinito non ci abbandona. Lo dimostra la testimonianza dei martiri, il coraggio dei confessori della fede, l’intrepido slancio dei missionari, la franchezza dei predicatori, l’esempio di tutti i santi, alcuni persino adolescenti e bambini. Lo dimostra l’esistenza stessa della Chiesa che, malgrado i limiti e le colpe degli uomini, continua ad attraversare l’oceano della storia, sospinta dal soffio di Dio e animata dal suo fuoco purificatore. Con questa fede e questa gioiosa speranza ripetiamo oggi, per intercessione di Maria: “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra!”».

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