“Fiducia supplicans” e le giravolte di papa Ambiguo

di Vincenzo Rizza

Caro Valli,

nella recente intervista con la Cbs [qui] il Santo Padre ha voluto nuovamente chiarire che dando il suo placet a Fiducia supplicans non avrebbe inteso benedire le unioni omosessuali: “Quello che ho permesso non era di benedire l’unione. Questo non può essere fatto perché quello non è il sacramento. Non posso”.

Peccato che non lo abbia spiegato bene al prefetto del Dicastero per la dottrina della fede che, evidentemente travisando le parole del papa, più volte nel documento incriminato, pensato male e scritto peggio, fa riferimento proprio alla benedizione (pastorale e non liturgica, per carità) dell’unione/coppia.

Se solo il papa avesse letto il documento che ha avallato si sarebbe accorto che:

  • al punto 6 parla della benedizione propria del sacramento del matrimonio, da non confondere con una benedizione “data a qualsiasi altra unione” (come quella autorizzata dalla dichiarazione);
  •  al punto 30, parlando della benedizione discendente, precisa che “il ministro ordinato si unisca alla preghiera di quelle persone che, pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità”;
  • al § III è apposto il titolo Le benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso;
  • al punto 31 parla di “possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso”;
  • al punto 38 dice che “per questa ragione non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione”;
  • al punto 39 parla esplicitamente di benedizione “chiesta da una coppia in una situazione irregolare” e di benedizione “richiesta da una coppia dello stesso sesso”;
  • al punto 41 parla di “benedizioni di coppie dello stesso sesso”.

Per carità di patria non mi soffermo sul comunicato stampa di chiarimento del 4 gennaio 2024 dell’ineffabile prefetto, almeno questo formalmente non condiviso con il papa, che ha suscitato l’ilarità del mondo intero.

Che fare, allora?

Se davvero Fiducia supplicans non dice quel che dice o dice quello che non vorrebbe (e dovrebbe) dire, non sarebbe meglio fare chiarezza, revocare la dichiarazione e al più sostituirla con una (peraltro ridondante) mera precisazione per cui sono consentite benedizioni alle singole persone di buona volontà che le richiedono?

O forse Fiducia supplicans in realtà dice quel che dice (altrimenti non si comprende perché la chiesa africana sia stata dispensata dalla sua attuazione) e non è opportuno fare chiarezza ma è preferibile rimanere nell’ambiguità, anche perché non esistono verità (tranne, naturalmente, quelle climatiche, che solo gli sciocchi si ostinano a non comprendere)? Così le tardive precisazioni servono solo a gettare momentaneamente acqua sul fuoco, in attesa che la finestra di Overton faccia il suo corso e le concrete applicazioni del documento Vaticano, già avviate dai misericordiosi guardiani della rivoluzione (che di certo non mancano), ravvivino la fiamma della nuova chiesa in uscita.

 

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