La strada davanti a noi. Per essere degni della nostra destinazione

Cari amici di Duc in altum, vi propongo la traduzione della bella omelia nella domenica di Pentecoste tenuta da padre Augustin-Marie Aubry, priore della Fraternità San Vincenzo Ferrer, al pellegrinaggio Parigi-Chartres (18-20 maggio) che ha visto la partecipazione di almeno ventimila fedeli, in gran parte giovani. 

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Vieni, o Spirito Santo, e manda dal cielo un raggio della tua luce

Per illuminare le nostre anime sul nostro misterioso destino

Padre Augustin-Marie Aubry

Ho una domanda per tutti voi che siete riuniti davanti all’altare, e per tutti voi che seguite da lontano questa Messa di Pentecoste, questa Messa del pellegrinaggio di Chartres: cari pellegrini, sapete qual è il vostro destino?

Quando ieri mattina siamo partiti da Parigi, sapevamo che la nostra destinazione era la cattedrale di Chartres. E sapevamo che per raggiungere questa meta bisognava camminare, senza perdersi né scoraggiarsi. Ebbene, i nostri tre giorni di pellegrinaggio sono un’immagine della nostra vita sulla terra.

La meta di questo viaggio è una cattedrale, una cattedrale di pietra, che rappresenta la Gerusalemme celeste, quella Città che san Giovanni vide e descrive nell’Apocalisse:

E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” (Ap 21,2-3  ).​

Quella Città Santa è lo scopo della nostra vita. Dio abita lì con gli uomini. Cosa fanno gli eletti alla Sua presenza? Cantano. Cantano un Sanctus che ricomincia sempre; un Te Deum, insieme a tutta la corte celeste; un Magnificat, in unione con la Madonna, Regina del Paradiso.

Ora, qual è il tema del loro canto? Cantano la gloria di Dio, che finalmente possiedono, poiché ora vivono nella luce. In cielo la fede e la speranza scompariranno e rimarrà solo la carità, che ispira tutto ciò che i beati fanno e dicono. Dio si fa conoscere:

Sappiamo che quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è (1 Gv 3,2).

Potrai guardare il sole e tu stesso sarai trasformato in sole dalla sua luce:

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia (1 Cor 13,12 ). Questo è il nostro destino: essere faccia a faccia con Dio.

Santa Teresa di Lisieux, che ci accompagna in questo nostro cammino, scrisse una volta una grande poesia sul cielo. Riassume tutte le sue idee e termina con queste parole:

Desidero essere abbracciata dal Suo amore,

voglio vederLo, unirmi a Lui sempre.

Ecco il mio Cielo, ecco il mio destino.

Vivere d’Amore

(Vivre d’Amour, 26 febbraio 1895)

Quando il pittore domenicano Beato Angelico volle rappresentare il paradiso, mostrò coloro che vi entravano, accolti dagli angeli. Danzano tutti insieme in un anello delizioso: un uomo, poi un angelo, poi un uomo, poi un angelo. Chi vuole perdersi una festa? Chi è così sciocco da arrivare lì tardi? Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo raggiungere in tempo la sala della festa.

Sei in pellegrinaggio verso Chartres, ma il tuo destino è il paradiso. Il che solleva un’altra questione. Il tuo desiderio è degno del tuo destino? O forse dite a voi stessi: “Il cielo è troppo alto per me! È troppo lontano e troppo difficile da raggiungere. Il paradiso è per i grandi santi, non per un credente medio come me”.

Se dici questo, ti sbagli.

I tuoi desideri devono fondarsi su due cose: chi sei e che cosa desideri. Lascia che ti parli prima di ciò che sei.

Sei stato creato da Dio. Ti ha fatto a sua immagine e somiglianza e tu sei il frutto della sua saggezza e bontà. Hai un’anima immortale; sei fatto per l’eternità e modellato per la gloria.

Cristiano, ricorda la tua dignità!

In secondo luogo, che cosa desideri? Entra in te stesso e pensa così: “I santi del paradiso non erano fatti di materia diversa dalla mia. Se loro sono riusciti a realizzare il loro destino, perché non dovrei farlo anch’io?”

I nostri desideri devono essere addestrati, come si addestra un animale. In questo modo, cresceranno gradualmente in forza e in ampiezza, finché alla fine avremo la stessa capacità di cui hanno goduto tutti i santi. Come dice santa Teresa: “Lavorare con amore significa lavorare con fervore; un cuore amante corre avanti, o meglio, vola. Niente è troppo difficile e niente può fermarlo”.  Tale è la grandezza e la forza del desiderio, quando è aperto alla grazia di Dio.

Eppure, purtroppo, dentro di te hai anche il potere di rendere vane le intenzioni di Dio per te. La Chiesa, seguendo Cristo, ha sempre insegnato che lo stato della nostra anima nell’eternità dipenderà da come avremo agito in questa vita. Vorrei citare quello che viene chiamato il Credo atanasiano, che è testimonianza della fede dei primi secoli della Chiesa, soprattutto nella Gallia cristiana:

Chi ha fatto il bene andrà nella vita eterna, ma chi ha fatto il male andrà nel fuoco eterno. Questa è la fede cattolica, e chi non la mantiene fermamente e fedelmente non può essere salvato.

Sei stato creato libero e quindi puoi tradire l’amore di Dio. Se pecchi, calpesti un mistero, rendi vano il desiderio e scacci lo Spirito Santo che hai ricevuto nel battesimo. Peccando di ingiustizia, impurità o empietà, distorci l’immagine di Dio dentro di te. Se i tuoi desideri sono fissi sulle creature, il tuo destino sarà vivere senza il tuo Creatore, non vedere Dio, non raggiungere mai il tuo vero obiettivo.

Pellegrini di Chartres, fatevi coraggio! Rinnovate l’immagine di Dio dentro di voi e siate degni della vostra destinazione.

Hai paura a causa della tua vita passata, con i suoi tanti, brutti peccati? Eppure il peccato è acqua per la misericordia di Dio! Lascia che sia proprio oggi che cambierai la tua vita, purificando i tuoi desideri. Non guardare più alle creature, ma al loro Creatore.

Siamo riuniti per camminare perché sappiamo che c’è una strada davanti a noi: è la strada che porta  dal peccato alla grazia, dalla tiepidezza al fervore, dalla vita mediocre alla  santità. E la domanda importante non è “quanti siamo noi che andiamo a Chartres?” ma è “quanti di noi avranno cambiato la propria vita quando arriveremo lì ?”.

 

 

 

 

 

Spirito di Pentecoste

 

Compagni di  pellegrinaggio  e amici: questa Pentecoste sia  per  tutti  voi  occasione di fervente confessione . La  contrizione  susciti  in voi il desiderio di Dio: il desiderio di vedere il suo volto e di raggiungere il vostro destino.

 

 

 

Possa tu sentire Dio che ti chiama, in questa Pentecoste, al Suo servizio.   Abbiamo bisogno di apostoli  che accendano ovunque il desiderio di Dio .

 

 

 

***

 

E così, a questa vasta assemblea,  camminando dietro la Croce, sulle orme dei santi e accompagnato dagli angeli, dico questo: se rimarrete fedeli alla vostra vocazione, che è quella di lodare Dio, allora il vostro cammino sulla  terra sarà un cammino al cielo, e il tempo della fede cederà il posto  alla visione della Trinità che adoriamo.   Perché la nostra vera patria è l’eternità.

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