Mala tempora. L’addio al celibato del finto Gesù

Duecento euro di multa. Questa la sanzione nei confronti di un giovane, prossimo al matrimonio, che sabato scorso a Jesolo per l’addio al celibato si è vestito da Gesù.

Lo scrive il Gazzettino, precisando che il nubendo aveva con sé una croce di legno, in una parodia della Via Crucis.

Leggo poi: “La trovata goliardica, avvenuta sotto gli occhi di centinaia di turisti, non è piaciuta a qualcuno dei residenti della città veneta. Ricevuta una segnalazione, la Polizia locale ha identificato tutti i partecipanti. La croce è stata sequestrata”.

Da quel che ho saputo, non è la prima volta che nella località veneta la polizia è costretta a intervenire per fermare “feste di addio al celibato (o al nubilato)” che oltrepassano i limiti. In un primo tempo la sanzione era stata fissata a cento euro, poi è stata raddoppiata, ma evidentemente non è bastato. E non è nemmeno la prima volta che un futuro sposo decide di festeggiare – sai che pensata – camuffandosi da Gesù con la croce.

Tutto ciò ci dice dell’imbarbarimento collettivo galoppante, che si nutre di divertimento obbligatorio e conformismo dell’anticonformismo. E non si parli di goliardia (che presuppone fantasia, inventiva, anche una certa dose di spensieratezza), perché qui c’è solo una desolante imbecillità, nuda e cruda.

Fotografato subito dopo essere stato fermato dai vigili, il futuro sposo ha l’aria di chi non capisce e pensa: “Ma cosa ho fatto di male?”. Quella faccia sembra l’emblema del nostro tempo. Povero ragazzo. Poveri noi.

Che fine farà la croce sequestrata? Anche se usata per un fine stupido e blasfemo, è sempre una croce. Perché non portarla in una chiesa del posto offrendola in segno di riparazione?

 

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