Il memorandum di “Demos”. Ovvero chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati?

di Matteo Donadoni

ricognizioni.it

Non è necessario essere bikers per capire che piegarsi non è sempre segno di resa. Non è necessario essere vaticanisti per capire che purtroppo il memorandum in circolazione fra le scrivanie dei cardinali rischia di essere autentico.

Il documento è stato reso noto da Sandro Magister, il quale lo presenta così: “Dall’inizio della Quaresima passa di mano in mano tra i cardinali che eleggeranno il futuro papa questo memorandum. Il suo autore, che si firma col nome di Demos, ‘popolo’ in greco, è sconosciuto, ma risulta sicuro padrone della materia. Non si può escludere che sia egli stesso un cardinale”.

La suggestione che sia proprio opera di un porporato non è da escludere, la motivazione di questo timore risiede non tanto nell’inconsistenza dei temi trattati in previsione del prossimo conclave, quanto dalla totale mancanza di focus su ciò che più conta. E ciò, con l’aggravante che dovrebbe essere un documento riservato, è atteggiamento tipico della forma mentis del prete postconciliare. Ma andiamo con ordine.

Il documento riporta molte osservazioni obiettivamente condivisibili, perciò fa piacere che dopo un decennio che lo ripetiamo ci siano arrivati anche dei porporati:

  1. il cosiddetto papa è fomite di confusione, di distruzione dell’unità della Chiesa: questo pontificato è un disastro sotto molti o più aspetti, una catastrofe”.
  2. il cosiddetto papa è fomite di distruzione di ciò che resta della dottrina millenaria della Chiesa, di persecuzione di quanti vogliono rimanere cattolici, anche tramite l’introduzione di pratiche eretiche definite pastorali. “La centralità di Cristo nell’insegnamento si indebolisce; Cristo viene rimosso dal centro. A volte Roma sembra addirittura confusa sull’importanza di uno rigoroso monoteismo, alludendo a un certo concetto più ampio di divinità; non proprio panteismo, ma come una variante del panteismo indù”.
  3. Lasciamo stare la gestione dispotica dello Stato Vaticano da parte del satrapo cosiddetto papa, ma ci torniamo.

Anzi, ci torniamo subito perché: Questi temi dovrebbero essere rivisitati dal prossimo papa. Il prestigio politico del Vaticano è ora a un livello basso. Questa frase, unitamente alla paginata di noiose informazioni sulle mirabolanti imprese finanziarie del cardinale Becciu, confrontata con i reali problemi della Chiesa, è la pistola fumante della totale mancanza di contatto con la realtà di chi, laici e prelati, muove i fili della Chiesa cattolica oggi.

Eminenti cardinali, veramente vogliamo parlare del prestigio politico del Vaticano? O stiamo forse parlando di Chiese diverse? Stiamo parlando di quell’organizzazione spirituale che ha reso la Cresima non la confermazione nella Chiesa, ma la sanzione di definitivo abbandono della fede, ufficiale liberatoria per l’inferno? In Vaticano lo sanno che la quasi totalità dei dodicenni è già almeno inconsapevolmente atea? E lo è grazie al fallimentare insegnamento di una catechesi bislacca nelle parrocchie, all’assidua frequentazione di Messe stravaganti dove non sacrileghe, grazie a sessant’anni di cristianesimo anonimo fallimentare per cui Cristo è un pretesto per parlare d’altro e Domine Dio Onnipotente viene trattato come una sguattera.

Stiamo parlando di quel cardinale posto a capo di una chiesa artificiale, secondo la cui eminente dottrina: “Dio non può essere Dio senza l’uomo… e questo è un mistero grande”? Il mistero grande è che ci siano ancora gonzi che stanno zitti di fronte a una bestialità del genere, per cui si verrebbe normalmente bocciati a un qualsiasi esame di teologia o di filosofia.

Veramente volete riconoscere pervicacemente un capo spirituale che in un colpo nega l’esistenza di Dio, il quale sarebbe una proiezione mentale dell’uomo che de facto lo crea, e contemporaneamente nega tutta la tradizione giudaica e cristiana degli ultimi cinquemila anni unitamente all’intera tradizione filosofica greca? Aristotele, Platone, Parmenide, Mosè, Agostino, Tommaso? zucche vuote. È arrivato il funambolo serioso di Buenos Aires.

Prossimo conclave.

Siamo più deboli di 50 anni fa e molti fattori sono al di fuori del nostro controllo, almeno a breve termine, ad esempio il calo del numero dei credenti, la frequenza delle presenze alla messa, la scomparsa o l’estinzione di molti ordini religiosi”. Altro concetto che mi fa propendere per l’autenticità. Il numero di credenti si avvia verso l’annichilimento non perché la Chiesa abbia sottovalutato il mondo dopo il Concilio Vaticano II, come si vorrebbe dare a bere, ma proprio a causa di molte delle novità del Concilio Vaticano II. Solo un prete conciliare non se ne avvede.

Poi, ecco un sussulto di fede: Il nuovo papa deve capire che il segreto della vitalità cristiana e cattolica viene dalla fedeltà agli insegnamenti di Cristo e alle pratiche cattoliche. Non viene dall’adattamento al mondo o dal denaro. I primi compiti del nuovo papa saranno il ripristino della normalità, il ripristino della chiarezza dottrinale nella fede e nella morale, il ripristino del giusto rispetto del diritto e la garanzia che il primo criterio per la nomina dei vescovi sia l’accettazione della tradizione apostolica[…]

Se non ci sarà una correzione romana di simili eresie, la Chiesa si ridurrebbe a una vaga federazione di Chiese locali, con visioni diverse, probabilmente più vicina a un modello anglicano o protestante, rispetto a un modello ortodosso. […]

Una immediata priorità per il prossimo papa deve essere quella di eliminare e prevenire uno sviluppo così pericoloso, richiedendo unità nell’essenziale e non permettendo differenze dottrinali inaccettabili. La moralità dell’attività omosessuale sarà uno di questi punti critici”.

Tutto condivisibile, ma solo a me pare che si voglia chiudere la stalla dopo che i buoi sono al McDonald? Dunque, il sollievo per la denuncia esplicita delle eresie dura un istante soltanto. Perché questa ultima parte citata è esattamente il terzo indizio che fa una prova. Solo a me pare evidente che siano tutte belle favole senza il ritorno alla vera Messa?

Senza una liturgia adeguata al culto dovuto a Dio, questi dell’autore sono solamente vuoti propositi. La prima riforma da fare è la legalizzazione totale, sine vinculis, della Messa di sempre. Il resto è politica. Considerato che, per larga maggioranza, gli attuali cardinali sono stati creati proprio dall’ex arcivescovo di Buenos Aires, se questa è la fronda ortodossa alla falsa chiesa eretica di Francesco, sia detto con rispetto, stiamo freschi.

Ci sarebbe altro da dire ma, mentre i suddetti cardinali si passano più o meno sotto banco questo terribile memorandum sabotatore, per tutta risposta il capo della fine del mondo prega: “Signore Gesù nato sotto le bombe di Kiev, morto in braccio alla mamma in un bunker de Kharkiv, mandato ventenne al fronte abbia pietà di noi”. Riuscendo in un sol colpo a bestemmiare Dio in diretta tv, usare Gesù Cristo come pretesto per fare politica, strumentalizzare in modo vile e satanico il dolore delle madri e la morte dei bambini.

Roba che non ho sentito nemmeno al “Bar del crack” di Siesta Hill, noto ritrovo di bikers e gente che non si arrende come me.

Fonte: ricognizioni.it

 

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