Manifesti contro il papa. Un gesto inaccettabile e brutto. Da condannare subito

I manifesti apparsi a Roma contro papa Francesco vanno condannati nel modo più chiaro e deciso. Non sono condivisibili sotto alcun profilo: non nel tono e non nel contenuto. Ma soprattutto perché non sono firmati.

Chiunque può avere le proprie idee e convinzioni e a chiunque deve essere lasciato lo spazio di poterle esprimere in libertà, purché siano rispettose, non scadano nell’aggressione e portino il nome di chi se ne fa interprete.

Qualunque posizione, nel momento in cui si manifesta in forma anonima, si squalifica da sé e non può e non deve essere presa in considerazione.

Resta l’amarezza per un gesto così brutto. Che le persone si battano per le proprie idee è sintomo di vigore intellettuale e morale, ma alcune regole vanno rispettate.

Fin dai primi secoli, lo sappiamo, all’interno del cristianesimo si sono avute dispute accese, combattute senza esclusione di colpi. Per venire a tempi a noi più vicini, molti ricordano la passione con cui fu vissuto il Concilio Vaticano II. Ma anche il recente sinodo sulla pastorale per la famiglia è stato un esempio di disputa accesa, nella quale i diversi orientamenti si sono confrontati a viso aperto. Lo stesso papa Francesco a più riprese ha chiesto di intervenire con parresìa, ovvero con franchezza, senza lasciarsi condizionare dalle questioni di opportunità ma soltanto per amore della Chiesa e della Verità. È il bello della libertà cristiana: il vostro parlare sia sì si, no no. Ma è necessario che si sappia chi parla. E chi parla deve portare motivazioni, messe a disposizione di tutti nel dibattito delle idee. L’attacco anonimo, lanciato a freddo e senza possibilità di confronto, non fa parte di questa libertà e non è degno del cristiano, né tanto meno di un figlio della Chiesa.

Forse nei prossimi giorni verremo a scoprire qualcosa di più circa la matrice di questa iniziativa, ma intanto occorre prenderne le distanze nel modo più fermo. Al papa in questo caso va espressa solidarietà e, da parte dei figli della Chiesa, va rinnovata la devozione. Che all’interno della comunità cattolica esista un’opinione pubblica vivace è segno di vitalità e di fede, ma la soperchieria, specie se anonima, va denunciata, fermata e combattuta.

La preghiera, in questi casi, resta la risorsa più importante. Preghiera per il papa, per rinnovargli attaccamento e vicinanza; preghiera per la comunità cattolica, perché sappia confrontarsi nel rispetto, e preghiera anche per chi ha concepito e diffuso i manifesti anonimi, perché capisca di aver compiuto un gesto inaccettabile e soltanto distruttivo.

Aldo Maria Valli

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