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Il guru che mi ha aperto gli occhi

Mi sento molto vicino al signor Emile Ratelband e gli esprimo tutta la mia solidarietà.

Come dite? Non sapete chi è il signor Emile Ratelband?

Ma come?

Dunque, lui è un signore olandese, che di mestiere fa il positivity guru.

Come dite? Non sapete che cos’è un positivity guru?

Ma insomma, devo proprio spiegare tutto!

Il positivity guru – lo dicono le parole stesse – è un guru motivazionale.

Come dite? Che cos’è un guru motivazionale?

Che pazienza ci vuole!

Un guru motivazionale è uno che ti fa vivere meglio, che ti insegna tante cose importanti e utili: come avere successo, come guardare la vita con fiducia, come essere belli e sicuri di sé eccetera.

Comunque, non è questo il punto.

Il punto è che il signor Emile ha sessantanove anni ma se ne sente venti di meno. Ma lui, essendo un guru, non si limita ad andare in giro dicendo “Guardate, ho sessantanove anni, ma me ne sento quarantanove”. No, lui è andato fino in fondo. E così si è rivolto alle autorità del suo paese, l’Olanda, e ha chiesto che gli vengano tolti ufficialmente vent’anni.

Proprio così: nero su bianco.

“Ho la forma fisica di un cinquantenne, e anche la condizione mentale”, ha detto il signor Emile dopo una serie di controlli clinici. Così si è rivolto a un avvocato e ha fatto la sua richiesta, con tanto di carta bollata. Ha deciso di mantenere inalterato il giorno e il mese della nascita, l’11 marzo, ma di spostare avanti il tutto di vent’anni tondi tondi: dal 1949 al 1969.

E le autorità olandesi che cos’hanno risposto?

Come dite? No, non hanno mandato gli infermieri per un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). A dire il vero, non so nemmeno se in Olanda esista il TSO. No, no, l’Olanda è un paese libero e progressista, e così le autorità non si sono scomposte e hanno detto: “Va bene, vedremo. Le faremo sapere”.

La decisione è attesa fra un mesetto circa, e intanto il guru è diventato famoso, perché la sua richiesta è finita su tutti i giornali.

Da buon guru, il signor Emile sa come gira il mondo. Dice che lui ha ancora successo su Tinder ma che se avesse vent’anni di meno ne avrebbe ancora di più (di successo) e dunque…

Come? Che cos’è Tinder?

Ma come? Tinder è un’app.

Come? Che cos’è un’app?

Ma dico? Dove vivete? Un’app è un’application, un’applicazione, un programma software, una di quelle diavolerie lì. E Tinder è un’app per l’acchiappo, o da rimorchio, come direbbero le mie figlie. E adesso, per favore, non fatemi spiegare anche che cos’è l’acchiappo o il rimorchio, eh!

Dunque, per tornare a bomba, il guru ha fatto questa richiesta, e l’ha motivata. Ha detto: “Ma scusate tanto, se a questo mondo è possibile cambiare il nome e il sesso, perché non dev’essere possibile cambiare anche l’età? È una questione di libertà”.

Signori miei, è così: qui c’è poco da contestare.

Le autorità olandesi hanno provato a obiettare che, insomma, se togliamo vent’anni, quei vent’anni dove li mettiamo? Cioè, che fine hanno fatto? Cioè, che fine ha fatto il signor Emile, il signor guru, dall’anno zero all’anno venti?

Ma è evidente che sono obiezioni di poco conto. Di fronte alla libertà, non ci sono calcoli che tengano. Di fronte alla libertà, inutile appellarsi a cose rigide come addizioni e sottrazioni. Se uno sente di avere vent’anni di meno, è giusto che quegli anni gli siano tolti. Se un uomo sente di essere donna, è giusto che diventi donna, e viceversa. Se uno sente di non essere né uomo né donna, è giusto che sia né uomo né donna. Se uno sente di essere un cavallo, è giusto che sia un cavallo. O vogliamo vivere ancora nel medioevo?

Anzi, dirò di più. Perché non poter cambiare anche il giorno e il mese di nascita? Non mi va febbraio, perché è troppo freddo? Mettiamo giugno! Non mi va il giorno 3, perché è un numero che non sopporto? Mettiamo il 10! Non mi va il mio segno zodiacale? E io lo cambio.

Pensate che bello. La libertà non può avere limiti.

Giustamente il signor Emile dice: “A sessantanove anni sono limitato. A quarantanove, invece, posso comprare una casa, guidare una macchina di un certo tipo e svolgere determinati lavori. Non voglio più subire discriminazioni per la mia età”.

Non posso che essere d’accordo.

D’altra parte, se i giudici olandesi hanno detto che la possibilità di cambiare sesso è stata una grande conquista, perché non dovrebbe essere una conquista anche la possibilità di cambiare l’età?

Mi sembra mortificante stare a spiegare le ragioni del guru, tanto sono evidenti.

Dunque, aspettiamo con curiosità il verdetto.

Ma intanto anche qui da noi, nella nostra Italia, potremmo prendere esempio dal signor guru. Potrebbe essere un modo per infrangere il nostro atavico campanilismo. Se io non mi sento lombardo ma, poniamo, abruzzese, ebbene: voglio essere abruzzese. Se non mi sento milanese ma, poniamo, il mio sogno è sempre stato di essere di Campobasso, ebbene: voglio essere di Campobasso.

Che cos’è questa storia di restare ingabbiati all’interno di schemi rigidi?

La mia maestra mi diceva sempre: “Aldino, non sarai mai un matematico” e io ho sempre pensato di essere una schiappa in matematica. Ma ora il guru mi ha aperto gli occhi. Dentro di me, sento di essere un grande matematico, e dunque pretendo di esserlo.

La mia mamma mi diceva: “Aldino, sei troppo timido” e io ho sempre pensato di avere difficoltà nelle relazioni sociali. Ma ora il guru mi ha aperto gli occhi. Dentro di me, sento di essere un grande socializzatore, e dunque pretendo di esserlo.

L’allenatore mi diceva sempre: “Aldino, non sarai mai un grande giocatore”. Ma ora il guru mi ha aperto gli occhi. Dentro di me sento di essere un campione, e dunque pretendo di esserlo.

Bisognerà che mi trovi un buon avvocato.

Così farò anch’io la richiesta.

Infatti, sento di avere cinque anni.

Aldo Maria Valli

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