Storia di Huma. Che (forse) otterrà giustizia

Huma Younus, quattordicenne cattolica, il prossimo 3 febbraio potrebbe testimoniare dinanzi alla Corte suprema pakistana sul rapimento, il matrimonio forzato e la conversione all’Islam di cui ha sofferto per mano di un gruppo di musulmani. Sarebbe una svolta storica per quanto riguarda molti casi di ragazze e giovani donne cristiane, costrette a convertirsi all’Islam in Pakistan.

Secondo Aid to the Church in Need Foundation, i due giudici della Corte suprema dello Stato del Sind,  Muhammad Iqbal Kalhoro e Irshad Ali Shah, hanno chiesto alla polizia incaricata delle indagini che la giovane Huma possa partecipare alla prossima udienza riguardante il suo caso.

Se ciò avverrà, sarebbe appunto la prima volta che una vittima di una conversione forzata testimonia davanti a un tribunale. Ma si tratta anche del primo caso di conversione e matrimonio forzati portato davanti alla Corte suprema del Pakistan, così come è la prima volta che viene richiesta l’applicazione della legge contro il matrimonio minorile, normativa che, entrata in vigore nel 2014 nello Stato del  Sind, proibisce i matrimoni con minori ma è finora rimasta inapplicata.

“Fino ad ora, nessuna famiglia aveva fatto un passo per chiedere giustizia, perché i cristiani sono poveri e scarsamente istruiti e non hanno risorse per pagare le spese e un legale”, ha spiegato l’avvocato Yousaf, anch’egli cattolico.

Non sarà facile però riportare Huma a casa. Soprattutto per la corruzione e la collusione delle forze di polizia con i rapitori.

Yousaf, il legale della famiglia, spiega che il 9 gennaio “Huma è stata convocata dal tribunale per firmare una dichiarazione nella quale sostiene di essere maggiorenne. Né io né i genitori ne eravamo a conoscenza, e tali procedure non potevano essere eseguite in assenza di entrambe le parti. È chiaro che la polizia sta aiutando il rapitore”.

Abdul Jabbar, il rapitore, afferma, ma senza portare prove, che la ragazza è maggiorenne, mentre i genitori di Huma hanno fornito alla corte due documenti che attestano che Huma è minorenne: un certificato scolastico e il certificato di battesimo rilasciato dalla parrocchia cattolica di San Giacomo a Karachi. In entrambi i documenti appare la data di nascita di Huma: 22 maggio 2005.

In attesa dell’udienza, i genitori hanno lanciato un appello: “Ci rivolgiamo alla comunità internazionale, a papa Francesco e ai media mainstream. Vi chiediamo di alzare la voce in difesa di Huma. Nostra figlia ha quattordici. Se vostra figlia minorenne fosse costretta ad affrontare tutto ciò, che cosa fareste? Quanto soffrirebbe? Pensate alla nostra bambina come se fosse vostra figlia. Aiutateci, per favore!”.

Il rapimento di Huma Younas e la conversione forzata all’Islam risalgono al 10 ottobre 2019. “Accade spesso che i rapitori minaccino i familiari di accusarli di blasfemia, qualcosa che in Pakistan comporta la pena di morte”, spiega l’avvocato Tabassum Yousaf.”Purtroppo in Pakistan, anche se hai ragione, non è così facile ottenere giustizia”.

A.M.V.

Fonte: Aciprensa

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