Gänswein “desaparecido”, stretto fra due papi

“Nessun congedo. L’assenza di Gänswein durante determinate udienze nelle ultime settimane è dovuta ad una ordinaria ridistribuzione dei vari impegni e funzioni del prefetto della Casa pontificia, che, come si sa, ricopre anche il ruolo di segretario particolare del papa emerito”.

Questa la risposta del direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ai giornalisti che lo hanno interpellato circa l’assenza di monsignor Gänswein in occasione delle ultime udienze di Francesco e circa la notizia, data dal giornale tedesco Die Tagespost, secondo la quale Georg Gänswein sarebbe stato messo in congedo a tempo indeterminato da papa Francesco.

Fonti da noi interpellate spiegano che in effetti non c’è stato, almeno formalmente, un provvedimento di congedo. Né l’assenza di monsignor Gänswein (che si protrae dal 15 gennaio) è dovuta a motivi di salute. Sia il papa emerito Benedetto XVI sia il prefetto della Casa pontificia stanno bene. Non si sa comunque se e quando l’arcivescovo Gänswein tornerà in pubblico accanto a Francesco.

È naturale che non vedere l’arcivescovo Gänswein vicino a Francesco (al suo posto padre Leonardo Sapienza, reggente della Casa pontificia) abbia innescato voci e illazioni dopo le tensioni delle settimane scorse dovute all’uscita del libro Dal profondo del nostro cuore (Cantagalli), dedicato alla questione del celibato sacerdotale e firmato dal cardinale Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Altrettanto evidente è che la “sparizione” di Gänswein va messa in relazione con la vicenda della firma del papa emerito al libro del cardinale Sarah.

Sostenendo che la notizia del congedo sarebbe stata confermata nei “circoli vaticani” Die Tagespost ha scritto che il segretario privato del papa emerito rimane in carica come responsabile della prefettura della Casa pontificia, ma è libero di trascorrere più tempo con Benedetto XVI. Lo sfondo, spiega il giornale, è l’uscita del libro del cardinale Sarah sul celibato sacerdotale, al quale Benedetto XVI ha contribuito con un saggio. Iniziativa che Francesco avrebbe vissuto come una forma di pressione nei suoi confronti in vista dell’esortazione apostolica post-sinodo amazzonico, documento che dovrà affrontare, fra le altre, anche la questione della possibile ordinazione di uomini sposati per far fronte alla carenza di sacerdoti.

Come ricorderete, nel gennaio scorso Gänswein e Sarah fornirono versioni divergenti rispetto al ruolo di Ratzinger nella preparazione del libro e sugli accordi presi. “Il papa emerito non ha approvato alcun progetto per un  libro a doppia firma né ha visto e autorizzato la copertina, si è trattato di un malinteso”, disse Gänswein; ma Sarah replicò che Ratzinger era stato informato di tutto ed era felice del libro.

Monsignor Gänswein parlando con il Tagespost ha negato che papa Francesco sia intervenuto personalmente nella vicenda del libro di Sarah e Ratzinger a difesa del celibato.

Nel libro, il saggio firmato Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, intitolato Il sacerdozio cattolico, fa provare nostalgia dell’insegnamento del papa tedesco. Scritto con stile serrato, procede con argomentazioni tanto profonde quanto limpide, donando anche al lettore meno preparato l’opportunità di andare alle radici della scelta del celibato sacerdotale. Al termine, ricordando la sua ordinazione sacerdotale, Benedetto XVI scrive che attraverso le parole di Gesù, “Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Giovanni 17,17), “si è impresso profondamente nella mia anima che cosa significa davvero l’ordinazione sacerdotale al di là di ogni aspetto cerimoniale: significa essere sempre di nuovo purificati e pervasi da Cristo così che è lui a parlare e agire in noi, e sempre meno noi stessi. E mi è divenuto chiaro che questo processo del divenire una cosa sola con lui e il superamento di ciò che è solo nostro dura tutta la vita e racchiude anche sempre dolorose liberazioni e rinnovamenti”.

A.M.V. 

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