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Cronache dal futuro / Quando noi andavamo a messa

Il nonno allarga le braccia, alza gli occhi al cielo e spegne il computer. L’immagine del celebrante scompare. Il nonno sospira.

“Nonno, che cosa c’è?”

“Oh, niente, niente”

“Dai. Ti conosco. Vedo che se pensieroso. Che c’è, nonno? Non t’è piaciuta la video-messa?”

“No, non è quello. Stavo solo pensando… ai miei tempi, i vecchi tempi…”

“Cioè?”

“A quando noi si andava a messa”.

Andavate a messa, tu e la nonna?”

“Certo, le messe non erano solo virtuali, come adesso. Si andava in chiesa e c’era un prete vero

“Un prete verooo?”

“Oh sì, e nelle chiese c’erano delle panche e noi stavamo lì durante la celebrazione”

“Niente video-messe, nonno?”

“Oh, no. Le video-messe arrivarono dopo. Furono una conseguenza del Grande Virus. Fu allora che ci fu vietato di andare in chiesa”

“Messe in chiesa, con un prete vero, in carne e ossa. Nonno, mi stai prendendo in giro?”

“Non mi permetterei mai, nipote mio. Chiedilo alla nonna, se vuoi…”

“Nonna, è vero quel che racconta il nonno?”

La nonna si toglie i video-occhialini per la realtà aumentata, sorride e dice: “Certo. Noi andavamo a messa! E pensa che durante il rito, a un certo punto, ci scambiavamo… come si chiamava?”

“Il segno della pace” dice il nonno.

“Già… il segno della pace” conferma la nonna.

“E come facevate, nonna?”

“Era una stretta di mano, con quelli vicini a noi”

“Una stretta di mano?! Dunque, voi… voi… vi toccavate?”

“Oh sì, eccome. Toccavamo gli altri e anche noi stessi, se è per questo. Col segno della croce, per esempio”

Il nipote strabuzza gli occhi, incredulo. Poi chiede al nonno: “Ma… era legale?”

“Beh, sì. Fu legale, per lungo tempo. Poi arrivò il Grande Virus e allora quelli che provarono a celebrare le messe dal vivo, come si diceva all’epoca, furono arrestati. Le regole parlavano chiaro: solo video-messe, ciascuno a casa propria. Niente contatti reali”.

“Ma nonno, scusa, che cosa c’è di più reale del virtuale?”

“Beh, nipote caro, sarebbe un lungo discorso…”

“Devi pensare – interviene la nonna – che la nostra vita era molto diversa. Non avevamo tutti questi video, tutta questa virtualità. Eravamo un po’… primitivi, ecco. Ma non era male, tutto sommato”.

“No, non era male, davvero” dice il nonno.

“Ma nonno, dimmi: anche il papa era… reale?”

“Certo che sì, nipote mio. Avevamo un papa reale. Ma in seguito al Grande Virus si scoprì che poteva benissimo intervenire via video, senza tutte quelle scomodità… E lì incominciò la virtualità papale…”

Il nipote si toccò il polso sinistro e sulla parete apparve l’immagine di un signore anziano vestito di bianco: “Eccolo, nonno, era questo il vostro papa?”

“Beh, sì, lui era uno dei due. Ma come… come hai fatto? Non riuscirò mai a capire come riesci ad azionare quel coso impiantato sottopelle…”

“E dunque, nonno, anche da questo papa voi potevate andare, come alla messa?”

“Certo che sì” dice la nonna.

“Certamente”, conferma il nonno. “Pensa che c’erano perfino degli incontri periodici. Si chiamavano udienze”

“E poi?”

“E poi tutto finì. Con il Grande Virus le autorità dissero che non si poteva scherzare. E iniziò la Large Quarantine, in seguito divenuta Permanent Quarantine”

“Ma guarda – dice il nipote – non avevo mai saputo che la PQ era incominciata così”

“Eh già, prima la LQ, poi la PQ. Che tempi! Noi, che eravamo abituati a stare sempre fuori, da un giorno all’altro ci trovammo relegati in casa”

“Relegati? Che brutta espressione!” esclama il nipote con aria di rimprovero. “Stare in casa è bellissimo. Stare fuori è pericoloso”

“Oh, certo, certo. Tu sei un bravo ragazzo e hai assorbito bene la lezione: stare in casa è bellissimo, stare fuori è pericoloso. È la legge numero uno. Ma devi pensare che noi venivamo da tutta un’altra storia. Noi eravamo abituati a uscire, a toccarci, ad avere relazioni… fisiche!”

Il nipote si guarda attorno, circospetto: “Nonno! Abbassa la voce! Vuoi farti sentire dagli ispettori?”

“Oh, andiamo. Gli ispettori sanno benissimo che un vecchietto come me sta solo ricordando il passato, un passato che non c’è più”

“Sì, nonno, ma, lo sai, anche solo evocare le… le relazioni fisiche è contro la legge! Dovresti ricordarlo sempre!”

“Tranquillo, nipote, non lo faccio più. Ma ora sono stanco”

“Sì – conferma la nonna – anch’io sono stanca. Ci ritiriamo”

La nonna preme il pulsante e il bozzolo incomincia ad avvolgerla. Poi è il turno del nonno, il quale però, prima di essere imbozzolato per la notte, fa in tempo a sospirare: “E pensare che noi ci davamo il bacio della buonanotte!”.

L’ha detto a voce bassa, ma il nipote l’ha sentito. Per prima cosa, il ragazzo dovrà cancellare ogni traccia digitale della conversazione. Gli ispettori addetti alle verifiche sulla scatola nera domestica arrivano sempre nei momenti meno opportuni.

Il nipote si alza, guarda i due bozzoli trasparenti e pensa: “Sarà poi vero che uscivano? E che si toccavano? Mah! Poveri nonni, come sono invecchiati!”

Aldo Maria Valli

 

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