Una parola al giorno / Mascherina

I giorni della pandemia hanno portato alla ribalta le mascherine. Non quelle buffe e divertenti del carnevale, ahinoi, ma quelle per uso medico.

Sono utili, sono inutili? Come devono essere? Dove si trovano? Improvvise protagoniste degli articoli di giornale, dei servizi televisivi, delle chiacchiere di tutti i giorni e perfino dell’immancabile tentativo di truffa, le mascherine non si limitano a nascondere. Sono anche diventate un contrassegno sociale che ha ribaltato le convinzioni di prima. Nella vita prima del coronavirus, se ti mascheravi eri un malintenzionato; adesso lo sei se non ti metti la mascherina.

Maschera viene da masca, parola dai significati diversi. Abbiamo un masca antico indoeuropeo, nel senso di fuliggine e, per estensione, fantasma nero; oppure un masca tardo latino per strega, voce rimasta nell’area ligure e piemontese.

Streghe, fantasmi. Ecco forse perché la maschera, anche quando la trasformiamo in qualcosa di divertente, conserva un che di inquietante.

Quanto alle mascherine, qualcuno dice che dovremo abituarci a indossarle sempre, per lo meno nei luoghi affollati. Il nostro vivere sociale diventerà un ballo in mascherina?

A.M.V.

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