Questa sera alle 21 appuntamento su “Non avrai altro Dio”

Non avrai altro Dio. Riflettendo sulla dichiarazione di Abu Dhabi

Questa sera diretta con Aurelio Porfiri, Nicola Bux, Aldo Maria Valli

La dichiarazione sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, sottoscritta nel 2019 da papa Francesco e dal grande imam Al-Azhar Ahmad Al Tayyeb ad Abu Dhabi, ha rappresentato uno snodo importante nel pontificato di papa Bergoglio ed è stata fonte di grandi apprezzamenti ma anche di numerose critiche e perplessità. Nel mio piccolo libro Non avrai altro Dio. Riflettendo sulla dichiarazione di Abu Dhabi cerco di mettere in luce gli aspetti controversi della dichiarazione inserendoli nel contesto più ampio dell’appoggio che la Chiesa sta dando al cosiddetto “nuovo umanesimo”, fino a schierarsi dalla parte di quella che sembra a tutti gli effetti la nascita di una nuova religione che non ha più bisogno di Gesù, della sua incarnazione e della sua redenzione.

Un passaggio della dichiarazione di Abu Dhabi, in particolare, ha sollevato molte perplessità: “La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano”.

Non occorre possedere una particolare preparazione teologica per capire che c’è qualcosa di stridente. Come può Dio volere, in virtù della sua sapienza, la diversità delle religioni?  E affermare che le diversità di religione sono volute da Dio non significa forse entrare in contraddizione con la richiesta di Gesù di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura? Se le diversità di religione sono frutto della “sapiente volontà divina” vuol dire che le diversità vanno bene così, perché Dio non può volere qualcosa di sbagliato. Ma allora, se le diversità sono buone, perché Gesù ha esortato a evangelizzare tutte le genti? Ovviamente qui non mi sto schierando contro i tentativi, che sono sempre benvenuti, di instaurare rapporti d’amicizia con il mondo islamico. Tuttavia, occorre vedere come questi rapporti sono costruiti.

Nel libro gli interventi di don Nicola Bux e di don Alfredo Maria Morselli offrono una ragionata visione teologica di alcuni aspetti di questa dichiarazione, sempre con il rispetto dovuto alla gerarchia ma anche con un senso di profondo rispetto per la verità.

Ne parleremo questa sera, alle 21, in diretta Facebook nella fanpage di Aurelio Porfiri e in diretta Youtube nel canale Ritorno a Itaca.

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