Signore, pietà

Di solito non riporto le notizie riguardanti gli atti vandalici contro immagini sacre e chiese. Non voglio fare neppure un briciolo di pubblicità a certi gesti. Ma oggi sento di dover occuparmi (mi rifiuto comunque di pubblicare la foto) del povero Crocifisso di Cosseria, in Val Bormida, che è stato trovato con le gambe mozzate e gli arti infilzati nel costato. Proprio adesso, proprio in tempo di quaresima.

C’è qualcosa di così diabolico in questo gesto da lasciare non solo sgomenti ma avviliti.  E, sinceramente, spaventati.

Dalla stampa locale apprendiamo che il sindaco ha parlato di “gesto orribile, ingiustificabile, assurdo e inquietante” ed ha aggiunto: “Non mi darò pace finché non avremo trovato il responsabile: credo che abbia bisogno di cure, oltre che di una pena severa”. Leggo inoltre che l’intera comunità è sotto choc e che l’oltraggio ha colpito tutti, credenti e non credenti.

Una lettrice mi scrive: “Mi perdoni se a cuore aperto le manifesto ciò che forse il Signore mi ha fatto notare, riguardo lo scempio al Suo Crocifisso amputato. Non più il soldato pagano penetra con la lancia il sacro costato del Figlio di Dio, ma uno stesso membro (la Chiesa? Gli apostoli? Forse lo stesso Pietro che non c’è per il suo gregge santo?) colpisce il Suo corpo. Possiamo pregare, offrire, soffrire, ma solo per attenuare ciò di cui la Vergine Addolorata, da troppo tempo inascoltata, ci avverte: l’ira divina e, ancor peggio, lo stagno di zolfo e fuoco ci attende. Ave Maria”.

Signore, pietà.

A.M.V.

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