di Virginia Aabram
Il mese scorso, Winston Marshall, membro della Mumford and Sons, gruppo folk rock di grande successo, ha lasciato la band. Non lo ha fatto in seguito a discordie o per il desiderio di diventare solista. È stata una questione di coscienza.
Il dramma inizia nel marzo scorso, quando Marshall, com’è sua abitudine durante il lockdown, twitta un commento a un libro letto di recente. Il libro è Unmasked: Inside Antifa’s Radical Plan to Destroy Democracy, e l’autore, Andy Ngo, uno dei pochi giornalisti che abbiano raccontato le violenze del gruppo di estrema sinistra, per il suo lavoro nel 2019 ha subito un’aggressione tanto brutale da provocargli una lesione cerebrale.
“Congratulazioni @MrAndyNgo. Finalmente ho avuto il tempo di leggere il tuo importante libro. Sei un uomo coraggioso”, ha twittato Marshall.
Immediatamente la folla “svegliata” [da woke, svegliato, termine riferito alla consapevolezza dei problemi riguardanti la giustizia sociale e l’uguaglianza razziale, ndt], che sembra oscillare tra il credere che l’Antifa non esista e il credere che sia la migliore difesa dell’America contro il fascismo, è scesa in campo contro il musicista. È stato definito un fascista, un razzista e un sostenitore dell’estremismo di estrema destra. Ma la contestazione non si è abbattuta solo su di lui, bensì anche sugli altri tre membri della band e le loro famiglie.
Marshall si è dunque comportato come la maggior parte delle persone durante questo tipo di tempesta: ha chiesto scusa, e poi lo ha fatto di nuovo, ritrattando il suo sostegno al lavoro di Ngo. Ha detto che il suo obiettivo principale era proteggere i suoi compagni della band, ma era pronto ad accettare di aver effettivamente commesso una orribile errore. Nei mesi successivi però si è reso conto che l’unico suo errore è stato fare marcia indietro sulla verità. Ha poi rotto gli schemi in un modo raro: ha ritrattato le scuse, raddoppiando la dichiarazione originale. E per proteggere i suoi compagni di band e la sua integrità, ha lasciato i Mumford and Sons.
In un articolo pubblicato il 24 giugno, Marshall ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a lasciare la band. “Aver parlato di quella che ho imparato essere una questione così controversa porterà inevitabilmente più problemi ai miei compagni di band”, ha scritto Marshall. “Il mio amore, la lealtà e la responsabilità nei loro confronti non possono permetterlo. Potrei rimanere e continuare ad autocensurarmi, ma questo andrebbe a discapito del mio senso di integrità. Ho già provato che cosa si sente quando la coscienza si logora”.
Marshall ha incontrato Bari Weiss [giornalista, già redattrice del Wall Street Journal e del New York Times, ha dato le dimissioni dal giornale non condividendone la linea favorevole alla Cancel Culture, ndt], che è forse una delle poche persone che possono relazionarsi pienamente con la sua situazione, e ha rilasciato un’intervista cruda, in cui spiega in modo più dettagliato il suo pensiero e il suo stato emotivo.
“Ho sentito – dice Marshall – che stavo partecipando a una menzogna secondo cui o l’estremismo non esiste o è una forza per il bene. Questo ha incominciato a disturbare davvero la mia coscienza. Nel corso dei mesi, mi sono sentito sempre più a disagio con la mia integrità”.
Nell’intervista il musicista parla delle influenze che lo hanno spinto a lasciare tutto ciò per cui aveva lavorato per quindici anni. Il saggio del dissidente sovietico Aleksandr Solženicyn Live Not by Lies [Vivere senza menzogna] è stato un grande fattore trainante, così come la lettura della vita di Winston Churchill. Ma, soprattutto, è stata la sua fede cristiana a spingerlo a rifiutare le bugie a cui aveva capitolato sotto costrizione.
Quando Bari Weiss lo ha incalzato sul tema della fede, osservando che “non tutti, ma un numero spropositato di persone disposte a dire la verità e ad opporsi al nuovo pensiero illiberale, sono religiosi”, Marshall con una risata ha detto di tornare spesso su una frase ripetuta dal “grande teologo americano Kanye West”: “Temi Dio e non temerai nient’altro”.
“La mia fede ha giocato un ruolo importante in questo periodo della mia vita. La settimana prima di prendere la decisione finale, ero praticamente piantato nella mia chiesa cattolica locale dietro casa. È stato un momento davvero grande per me. Questo è probabilmente il motivo per cui dopo un po’ le scuse mi hanno infastidito, in particolare perché mi sentivo come se stessi partecipando a quella bugia di cui abbiamo già parlato. Non potevo far quadrare quelle cose nella mia coscienza”.
Ciò che colpisce di più della vicenda è che Marshall è qualcuno che non solo ascolta la sua coscienza, ma fa attentamente discernimento nel percepire i sussurri e i movimenti dello Spirito Santo all’interno dei propri pensieri, e lo fa nientemeno che davanti al Santissimo Sacramento. Consapevolmente o no, Marshall ha intuito i passaggi fondamentali delle Regole di sant’Ignazio per il discernimento degli spiriti.
La prima Regola afferma che quando le persone cadono nel peccato, c’è uno spirito cattivo che rende il peccato attraente e giustificabile. Allo stesso tempo, c’è uno spirito buono che provoca disagio nella mente e nell’anima, “pungendoli e mordendo le coscienze attraverso il processo della ragione”. Riconoscendo che il tumulto che sentiva dopo essersi scusato era stato stimolato dallo spirito buono, Marshall ha potuto seguirlo in uno stato di consolazione.
Sant’Ignazio chiama consolazione “ogni aumento di speranza, di fede e di carità, e ogni gioia interiore che chiama e attrae alle cose celesti e alla salvezza della propria anima, placandola e donandole pace nel suo Creatore e Signore”.
Nel discernere che aveva bisogno di scegliere la verità su tutto il resto, Marshall ha provato i sentimenti di pace e carità che ne derivano: segni sicuri che era entrato nella consolazione.
“Un buon amico mi ha chiesto: come ti sentirai quando vedrai i ragazzi sul palco? E la mia risposta sincera è che sarò felice. Sarò così orgoglioso e felice per loro. Penso che saprei che essere sul palco con loro… È difficile parlarne, perché prima la mia coscienza stava bruciando così male, poi l’affermazione mi ha davvero chiarito, quindi è qualcosa di un po’ difficile da articolare, ma mi sento molto in pace… Vado avanti con amore. Sono ancora triste, certo, ma orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Torniamo a Kanye: temo il Signore, quindi non temo il futuro”.
“La pace che sorpassa ogni intelligenza” (Filippesi 4:6) deriva dall’osservazione della verità di Dio, non dalla versione della verità di Twitter. Raggiungerla può richiedere un serio sacrificio, ma coloro che fanno quei sacrifici, inclusi Bari Weiss e Winston Marshall, sono convinti che ne valga la pena.
“Sento di aver riavuto un po’ la mia anima”, ha detto Marshall. “Scusa, non un po’… completamente”.
Fonte: ncregister.com
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